La Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano  presenta fino al 24 febbraio 2024,  “I Have to Think About It” che sta per “devo pensarci”, la prima mostra retrospettiva, aperta  in un’istituzione italiana dell’artista argentino David Lamelas (Buenos Aires, 1946). Autore di una delle più affascinanti ricerche artistiche di matrice concettuale emerse alla fine degli anni Sessanta, nella pratica di Lamelas si articolano installazione, scultura, disegno, fotografia, film, video, opere sonore e testuali che raccontano i contesti e le condizioni che definiscono le nostre percezioni e cognizioni. Un’arte fatta, spesso, quasi di nulla.

La mostra, a cura di Andrea Viliani con Eva Brioschi, si sviluppa spazialmente su tutti i piani della Fondazione e si estende temporalmente sull’arco di più mesi in cui, assumendo configurazioni diverse e attivando parallelamente anche un confronto con una selezione delle opere della collezione, saranno presentate alcune tra le più importanti opere storiche dell’artista insieme a nuove produzioni e a un programma di eventi dal vivo.

Fin dal suo titolo – consapevolmente autoironico (“Devo pensarci su”) – Lamelas  mette in forse il formato stesso della mostra, e in particolar modo di retrospettiva, per proporne un’interpretazione personale in cui il contesto espositivo, così come quello dell’istituzione, divengono elementi di un discorso in divenire in cui provocare aspetti di provvisorietà e accogliere la possibilità di diversi punti di vista che rispondano al contesto in cui si situa l’esperienza espositiva, quindi non solo quello dell’artista ma anche quello del visitatore.

In questa revisione e rarefazione del formato retrospettivo, Lamelas predispone la mostra come un ulteriore approfondimento dei concetti di spazio e di tempo che hanno caratterizzato tutta la sua ricerca. Lavorando su un allestimento non confinato a uno spazio definito, e ritmando il tempo della mostra su quello più lungo e mobile della percezione e del pensiero, l’artista ci invita a considerare le dimensioni dello spazio e del tempo come qualcosa di interpretabile, e quindi variabile: più che concetti, infatti, per Lamelas spazio e tempo sono accadimenti contestuali e relativi – e per questo esperibili e narrabili in molteplici variazioni –  alla cui interpretazione l’autore compartecipa con altri soggetti, a partire dal pubblico – spesso formato da altri artisti o dai partecipanti alle sue mostre – chiamato da Lamelas a essere co-autore dell’opera nel momento stesso della sua realizzazione.  Da ottobre 2023 a febbraio 2024, la mostra si riconfigurerà nell’allestimento e sarà occasione e contesto per un programma di eventi pubblici.

David Lamelas è nato a Buenos Aires nel 1946. Vive e lavora tra Buenos Aires, Los Angeles e Parigi.   Dopo gli studi all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires, l’artista è uno dei rappresentativi e degli animatori del movimento d’avanguardia formatosi all’Istituto Torcuato di Tella. Nel 1967 riceve il premio per la scultura alla IX Bienal de São Paulo, con l’opera Dos Espacios Modifcados, mentre nel 1968 rappresenta l’Argentina alla 34. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, in cui presenta l’opera Office of Information about the Vietnam War at Three Levels: L’ immagine visiva, il testo e l’audio. Trasferitosi a Londra, dove studia alla St. Martin’s School of the Arts, realizza installazioni che indagano l’architettura dello spazio espositivo e serie filmiche e fotografiche in cui – a partire dall’opera filmica Time as Activity presentata nel 1969 alla mostra Prospect ’69, Kunsthalle, Düsseldorf – rivela la possibilità di ridefinire le nozioni di tempo e spazio che caratterizzeranno tutta la sua ricerca. Nel 1972 partecipa a Documenta 5, Kassel (con la direzione artistica di Harald Szeemann). Nel 2017 parteciperà ancora a Documenta 14, Atene e Kassel (con la direzione artistica di Adam Szymczyk).

Tra le mostre personali dedicate all’artista negli ultimi decenni: MSU Broad Museum e MALBA-Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires, Buenos Aires (2018); Pacific Standard Time-University Art Museum, California State University, Long Beach e Museo Reina Sofia, Madrid (2017);  Tate Modern, Londra (2016); Kunsthalle Basel, Basilea e Frac Lorraine, Metz (2014); Kunstnernes Hus, Oslo (2013); Bloomberg Space, Londra (2011); Museum für Gegenwartskunst, Basilea (2008); St Gallen, Neue Kunst Halle (2007); Wiener Secession, Vienna, Kunsthalle Fridericianum, Kassel e Museo Rufino Tamayo, Città del Messico (2006); ICA-Institute of Contemporary Art, Filadelfia e Sala Rekalde, Bibao (2004); MAMBA – Museo de Arte Moderno de la Ciudad, Buenos Aires (2002); FRI-Art Freiburg, Friburgo (2001); Neue Nationalgalerie, Berlino, Museum Folkwang, Essen e Institute of Contemporary Art, Lake Worth (2000); Kunstlerhaus, Stoccarda (1998); Kunstverein Munchen, Monaco di Baviera e Witte de With-Center for Contemporary Art, Rotterdam (1997); Kunsthalle Wien, Vienna (1992). Nel 1993 Lamelas ha ricevuto una delle Guggenheim Fellowships, mentre nel 2018 è stata pubblicata la monografia David Lamelas. A Life of Their Own.

Carlo Franza

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