Pensavo che l’ulivo più vecchio del mondo fosse in Italia, lo pensavo nel Sud Italia, in Calabria o in Puglia, anzi nel Salento; non è così anche se nel Salento c’erano -dico c’erano- olivi millenari, poi la Xilella (un parassita importato) ha fatto strage e distrutto boschi infiniti di ulivi. E se provate a percorrere le strade fra Brindisi e Lecce fino ad Alessano e al Capo di Leuca vedrete il triste spettacolo di milioni di alberi morti,  ulivi secchi, veri spettri, un inferno in terra.  

L’ulivo più vecchio del mondo si trova a Vouves, a Creta, e ha 3.000 anni. L’olivo è un albero molto resistente che può vivere per secoli, persino per millenni, se gli vengono offerti il terreno giusto, buone condizioni climatiche e una protezione ottimale contro i parassiti.

A Creta, dove gli ulivi fanno parte del paesaggio locale, molti sono sopravvissuti ai secoli e producono frutti ancora oggi.
Un albero millenario dalle caratteristiche eccezionali.
Arroccato sulla cima di una montagna a 272 metri di altitudine, nel villaggio di Pano Vouves (distretto di Kolymvari), l’ulivo millenario si trova accanto a un museo dedicato all’ulivo: il Museo dell’ulivo. Orgogliosamente affacciato sul Mar Egeo, l’albero apparteneva a un privato di nome Karpathakis, che lo ha donato al comune. Ancora oggi produce circa 300 kg di olive ogni due anni.

La varietà Mastoeidis è estremamente rara e preziosa e viene utilizzata per produrre olio di oliva vergine con un eccellente contenuto di acido oleico.

In generale, gli alberi sono ancora adolescenti all’età di 100 anni. Hanno un’incredibile capacità di durare nel tempo.

Carlo Franza

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