Sono qui in Salento, il luogo più gettonato d’Italia un paio d’anni fa, mi guardo attorno oggi agosto 2023, da Gallipoli a Porto Cesareo, eppoi Otranto, Castro, Tricase Porto, Leuca, Pescoluse, Lido Marini, ecc., e il calo delle presenze  è evidente. Mancano gli italiani. Dove sono? Sono andati in Albania, ce lo conferma anche il Premier  albanese  Edi Rama. “Il calo di presenze intorno al 20 per cento a luglio  è costato circa trenta milioni di euro alle spiagge attrezzate pugliesi, ma ci aspettiamo, o meglio, ci auguriamo una pronta ripresa nelle due settimane centrali di agosto”, ha detto il  presidente nazionale del Sindacato italiano balneari (Sib), Antonio Capacchione. In realtà oggi è il 9 agosto 2023 e la situazione non è affatto migliorata. Rincari e soprattutto servizi inadeguati. L’ho toccato con mano. A luglio qui solo gente del posto e un turismo di prossimità, ovvero di gente di aree geografiche vicine. Un po’ più di gente solo nel fine settimana. Il calo delle presenze è dovuto all’inflazione che erode il potere d’acquisto. Ma non manca il caro ombrellone, con rincari tra il nove e il dieci per cento; un dato che tocca la Puglia ma anche il resto d’Italia. Pensate che quest’anno ben dieci milioni di italiani non sono andati in ferie e altri hanno compresso la durata della vacanza. Il Codacons ha individuato in Puglia diversi stabilimenti tra i più cari d’Italia. Ombrellone e due lettini a Margherita di Savoia costano in media tra i 15 ed i 20 euro, ma basta spostarsi di qualche chilometro ed i prezzi salgono; in generale il Salento costa più del Gargano, ombrellone e due lettini anche 100 euro al giorno.  Per non toccare B&B, e case abusive affittate. Prezioso il lavoro della Guardia di Finanza pugliese che ha scovato a tappeto migliaia di queste situazioni, si affittava di tutto, persino garage e luoghi fatiscenti a prezzi da capogiro per una settimana. E’ calato il fatturato dei balneari ma ne soffre anche la filiera. Ne risente ovviamente tutta la catena degli approvvigionamenti, giacchè i fornitori si lamentano perché gli ordini degli stabilimenti balneari e delle altre attività turistiche sono diminuiti in maniera consistente. In Puglia ci sono circa 2.200 concessioni demaniali, di cui 1.500 riguardano i lidi attrezzati. Se consideriamo che in tempi normali, a luglio, in media uno stabilimento fattura circa 100mila euro e che il calo delle presenze è stato del venti per cento, si arriva a un mancato introito complessivo di 30 milioni di euro.

Anche dalle colonne del Corriere della Sera è partito l’attacco ai lidi di Puglia, ed in particolare del Salento. Il quotidiano milanese ha  titolato “Vacanze in Puglia, la spesa arriva a 500 euro al giorno. E così i turisti vanno via”. Pensate che non bastano 3.000 Euro ad una famiglia di 4 persone, per trascorrere una settimana in Salento. E il Corriere rincara la dose: “I prezzi per una vacanza in Puglia sono molto più alti  rispetto ad altre nazioni quali la Grecia, l’Albania, la Croazia, ecc. Una famiglia di quattro persone spende da un minimo giornaliero di 160 a un massimo di 500 euro. Troppo”. E’ tempo di interrogarsi se, dopo i record ed il boom di presenze registrate negli anni passati, la Puglia, il Salento non stiano perdendo il suo appeal turistico.

E’ l’amara riflessione   che devono porsi gli operatori di ogni settore, dai balneari all’accoglienza, dai ristoratori ai commercianti, colpiti dalla tragica  flessione di questa prima tranche della stagione estiva.

Ancora un titolo del “Corriere della Sera”: “A Gallipoli spese da 500 euro al giorno”.  Il Salento oggi è in crisi profonda e lo sarà nei prossimi anni   per l’aumento dei prezzi, a volte sconsiderato e senza motivo.  Alcune inchieste da parte di associazioni dei consumatori, fanno rilevare che una famiglia media italiana ha molte difficoltà ad organizzare una vacanza in Puglia.  Per non parlare poi delle diverse zone turistiche salentine, dove i costi possono oscillare ed aumentare anche del 150%: “Dalle nostre rilevazioni risulta che nel Salento, a Gallipoli, osserva Giulia Procino referente di Adoc Puglia (associazione difesa orientamento consumatori), una famiglia di quattro persone che intenda passare una mattina in spiaggia, mangiare al ristorante e dormire in un bed & breakfast una notte arriva a spendere in media 400/500euro. E per una sola giornata”. La colpa è certamente da chi gestisce la politica salentina, in primis Regione, Provincia e  anche da molti sindaci, e soprattutto dalla gente impreparata che dalla raccolta di olive  che c’era una volta ha pensato di gettarsi a capofitto  in questo settore,  e che pensa di potersi offrire all’accoglienza  o senza autorizzazioni o  col motto “arraffa il più possibile e prima possibile”.

Carlo Franza

 

 

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