“Beato lui” recita il titolo del libro di Pietrangelo Buttafuoco (Pietrangelo Buttafuoco, Beato lui. Panegirico dell’arcitaliano Silvio BerlusconiLonganesi – Mauri Spagnol, Milano, giugno 2023144 pagine, 17,90 euro). Un super libro, una super inchiesta, un super panegirico. Un titolo giusto? Non proprio. Perché il nostro amato Silvio Berlusconi, con tutto quello che gli hanno scatenato addosso ne ha dovute subire di angherie, di accuse maldestre, di invidie e lascio a voi l’altro che non sto qui a rammentare. L’uomo più amato dagli italiani, di cui molti di questi al bar dicevano “beato lui”, quando poi tanto beato non era. Ho aspettato a recensire questo libro, ora che Silvio è morto, un panegirico che racconta la lunga parabola del Cavaliere. Dico lunga, perché il Cavaliere l’ho conosciuto fin dagli anni Ottanta quando si affacciava a Il Giornale -il suo giornale- sul quale scrivevo e scrivo; talvolta mi ha chiesto anche l’indicazione di certi nomi di artisti da collezionare, cosa che ho più volte fatto. L’ho conosciuto, eccome l’ho conosciuto. Sintetizzo con un “grande uomo con un grande cuore”. Questa di Buttafuoco è la storia di un uomo, ma non di un uomo qualsiasi, di un grande uomo, di un grande politico e di un grande imprenditore, che è stato capace di entrare nell’immaginario degli italiani.  Certamente amato e odiato, ma non poteva essere diversamente con un’opposizione “strana”  che l’Italia si trovava tra i piedi, per via di  una sinistra che ha sempre demonizzato l’avversario.  Berlusconi divide, ha diviso, e continuerà a farlo. «La patria del melodramma ha trovato in Berlusconi, che è amico di tutti e nemico di nessuno, il primo dei suoi amanti. L’Italia è il paese che ama, il dado con lui è più che tratto e il suo: obbedisco! – l’ora tutta sua segnata dal destino – è il grande romanzo che Silvio consegna al mondo: “L’Italia è il paese che amo”. Più che persona, il Cavaliere è personaggio. Maschera qual’ è, ha saputo farsi letteratura, e tutti i fatti della sua giornata – ancor più quelli incredibili – incuranti della realtà storica concorrono alla ben più travolgente verità, quella dello spettacolo. Non si sa se sia vera ogni diceria su di lui, ma di certo tutto quel che lo riguarda è ben raccontato”. “Ci sono stati tanti modi di raccontare Berlusconi, ci hanno provato attraverso il metodo della ricerca storica, la politologia, perfino attraverso la cronaca giudiziaria, ma la sua non è stata una tra le tante esperienze di espressioni della politica, ha saputo essere tanto e molto di più. Ho capito che c’è solo un modo di raccontarlo che è quello di essere restituito per la sua dimensione di personaggio che chiunque vorrebbe aver raccontato. Sicuramente lo avrebbe voluto fare Balzac, Shakespeare e la grande tradizione della commedia da Goldoni fino a Moliere” sottolinea Buttafuoco.

Lo scrittore ne racconta gesta politiche, individua amici e nemici di Berlusconi seguendone la verità della letteratura: “Anche in vita molti dei suoi dichiarati nemici erano poi presi nel trasporto affettuoso nei suoi confronti mentre al contrario tanti dichiarati amici avevano degli interessi più che degli affetti. Berlusconi ha realizzato quello che era il proposito della contestazione sessantottina: la fantasia al potere. Come la ha portata lui la fantasia al potere non lo ha fatto nessuno”.

Conclude Buttafuoco: “A ciascuno il suo Silvio e ognuno, con lui, per lui, da lui – beato lui – porta un pezzetto di sé”. E se dovessimo chiederci, dopo di lui cosa succederà, è ancora Buttafuoco a dirci che “Tutto si conclude con lui. L’unicità è tutta nella sua esperienza politica”.

Carlo Franza

 

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