La scoperta archeologica più importante dell’anno a San Casciano dei Bagni/Siena. Premiato il Sindaco a Paestum.
Un nuovo riconoscimento, di livello internazionale, per la straordinaria scoperta a San Casciano dei Bagni in quel di Siena del Santuario ritrovato, le cui meraviglie sono ancora in mostra al Quirinale. Nell’àmbito della XXV Borsa mediterranea del turismo archeologico che si svolge a Paestum fino a domenica, l’International archaeological discovery award ’Khaled al-Asaad’ (l’ultimo difensore di Palmira dalla barbarie dell’Isis) è stato conferito per la prima volta a una scoperta italiana, vale a dire le 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana ritrovate a San Casciano dei Bagni.
Per capire il livello della concorrenza, il ritrovamento nel Senese ha superato quelli nell’antica necropoli di Saqqara a Giza in Egitto con la piramide della regina Neith con 300 bare e 100 mummie; in Guatemala per le tracce del più antico calendario Maya; in Iraq per una città dell’età del bronzo riapparsa dal fiume Tigri nel bacino idrico di Mosul; in Turchia, per il rinvenimento a Midyat, nella provincia di Mardin, di una grande città sotterranea risalente a 2.000 anni fa.
Il premio verrà consegnato ad Agnese Carletti, sindaco di San Casciano Bagni, e Jacopo Tabolli, coordinatore scientifico dello scavo, da Edmondo Cirielli, vice ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.
“Sono onorata di riceve questo premio in rappresentanza dell’amministrazione comunale, di quelle che mi hanno preceduto e della comunità sancascianese – afferma il sindaco Carletti –. Un ulteriore riconoscimento alla volontà di andare alla ricerca delle nostre radici che oggi ci porta addirittura a rappresentare l’Italia in un prestigioso contesto internazionale. Questo premio rappresenta un momento di costruzione della società che vorremmo vivere, oggi più che mai, una società in cui la storia è conoscenza e la conoscenza è uno strumento di pace”.
Iacopo Tabolli, direttore scientifico degli scavi afferma: “Sono molto onorato di ricevere questo premio a nome delle studentesse e degli studenti di archeologia che dall’Italia e da tutto il mondo ogni estate vengono a San Casciano dei Bagni a scavare con Emanuele Mariotti, con Ada Salvi e con me. Il nostro è un esperimento di archeologia civica dove tutela, ricerca, valorizzazione e fruizione coesistono e che ha fatto della comunicazione pubblica uno dei suoi tratti costitutivi. L’Università per stranieri di Siena che ha come missione la promozione del multiculturalismo e del plurilinguismo trova nelle acque calde del Bagno Grande di San Casciano una sintesi perfetta di un paesaggio dove l’accoglienza dello straniero, dell’altro, è incastonata nel bronzo”.
Oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione(24 per la verità), ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Sono queste le nuove eccezionali scoperte restituite dalla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Iniziato nel 2019, lo scavo promosso dal Ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento del prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena ha condotto a questi nuovi straordinari ritrovamenti nelle prime settimane di ottobre. A San Casciano, grazie ai recenti finanziamenti del MiC, nascerà un nuovo museo per ospitare i reperti.
“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, dichiara l’etruscologo responsabile dello scavo, prof. Jacopo Tabolli. È così infatti che, 50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri “bronzi di Riace”, si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell’antica statuaria in bronzo di età etrusca e romana. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta. “Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che, proprio ieri, in occasione di una delle sue prime visite fuori Roma è stato a Grosseto al laboratorio dell’Istituto Centrale del Restauro, dove sono in corso le attività di studio e i primi interventi sui bronzi. “Mi sono voluto personalmente complimentare con gli archeologi e il team di ricerca”, ha concluso il Ministro. “Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale, ma anche come volano per l’industria culturale della Nazione”.
I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse in queste settimane effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate. La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. Questo è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato alle scoperte archeologiche e ai suoi archeologi. Un onore per San Casciano dei Bagni.
Carlo Franza