Salvatore Garau e le sue sculture invisibili a Gerusalemme
Sculture invisibili, eppure esistenti, installate in un preciso spazio. Sono le opere che Salvatore Garau, artista visivo di dipinti su tela di grandi dimensioni, ha concepito durante la pandemia: opere immateriali che hanno acceso dibattiti in tutto il mondo e con le quali Garau è riuscito a dare un corpo a un concetto: il nulla non esiste. Nel vuoto, lo dice anche la scienza, vive l’energia dalla quale tutto è stato generato.
Con quella stessa energia l’artista ha creato anche le due ultime sculture “esposte” a Gerusalemme, una sulla Spianata delle Moschee e l’altra davanti al Muro del Pianto, in linea d’aria molto vicine tra loro: invisibili/immateriali, ognuna alta tre metri e simili come due gocce d’acqua anche nel titolo, “Amore, Immenso Amore”.
Il solo titolo rende superflua qualunque spiegazione che inevitabilmente spoglierebbe di forza il significato profondo delle due sculture: una traccia più che sufficiente per “vederle”, lasciando alle persone la libertà di creare una forma col proprio pensiero e la propria immaginazione.
Salvatore Garau: “L’assenza della materia è un atto d’amore verso il non conosciuto e verso il mistero al quale quasi l’intera umanità si affida. Stiamo vivendo un momento in cui le informazioni hanno sovraffollato la nostra esistenza. È necessario pulire dall’eccesso di immagini la mente e la vista, scoprire la forza dell’essenziale e privarci di tutti gli orpelli che appesantiscono la nostra vita. Le due sculture di Gerusalemme, rispettoso canto impalpabile che però possiamo sentire, sono anche la risposta dell’Intelligenza Umana all’Intelligenza Artificiale, prima che questa prenda il totale sopravvento. Le sculture invisibili sono le uniche al mondo che non potranno mai essere copiate dall’AI.”
Le due opere posate a Gerusalemme sono la quarta e la quinta dopo la Sardegna, Milano e New York (2020/2021) delle 7 che Garau allestirà in altrettante piazze del mondo.
Salvatore Garau è nato a Santa Giusta (Oristano) nel 1953. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Tre anni dopo entra a far parte del gruppo rock d’avanguardia degli Stormy Six. Tiene oltre mille concerti nei teatri e festival d’Europa. Dall’inizio degli anni ottanta si dedica a tempo pieno alla ricerca visiva. È del 1984 la sua prima personale allo studio Cannaviello di Milano, cui seguiranno un gran numero di mostre, che lo vedranno impegnato a Lugano, Losanna, Barcellona, San Francisco, Washington, Strasburgo, Londra… Due presenze alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2003 (evento collaterale) e 2011. negli ultimi anni ha tenuto personali nei musei di Saint-Etienne, Cordoba, Brasilia, San Paolo, Montevideo ecc… Nel 2017 Ha scritto e diretto “LA TELA”, doc-film girato in un carcere di Alta Sicurezza. Nel 2019 ha girato un corto sulle ultime opere FUTURI AFFRESCHI ITALIANI. I due film sono invitati in decine di Film Festival. Nel 2021 le opere immateriali vendute all’asta “IO SONO” e “DAVANTI A TE” hanno acceso dibattiti in tutto il mondo.
Carlo Franza