La performance è una forma d’arte pienamente riconosciuta e celebrata da mostre e biennali, basti pensare al Leone d’Oro di Anne Imhof alla Biennale d’Arte di Venezia del 2017, o alle diverse retrospettive sull’opera di   Bruce Nauman e Marina Abramovic, tuttavia la performing art fa ancora fatica a vivere sue stagioni trionfali. Pur essendo “un media” già vivo e vivace all’interno del sistema dell’arte contemporanea, il termine performing art viene percepito come un ambito specialistico, separato dalle arti visive. Tuttavia, entrambe le visioni, sia quella generalista, sia quella iper-specialistica, non risultano adeguate a comprendere la performing art in profondità.

Oggi, in Italia, nonostante la performance sia una forma molto diffusa e amata dagli artisti contemporanei, viene spesso utilizzata come una possibile declinazione per movimentare lavori di natura diversa o collegati ad altre forme espressive. Pochi artisti dedicano la propria vita alla performance come hanno fatto Marina Abramovič, Ulay, Bruce Nauman, Vito Acconci e molti altri. E’ vero che i tempi sono cambiati e le forme d’arte d’azione hanno meno forza oggi rispetto agli Anni Sessanta e Settanta del Novecento, per via delle esplosioni libertarie. Oggi in Italia sono pochi gli artisti performativi di sicuro valore come quelli d’un tempo, e le colleghe critiche d’arte Lea Vergine e Francesca Alinovi   si sono occupate con molto entusiasmo di Body art e Performing art; senza tralasciare artiste come Gina Pane, Vanessa Beecroft e Ketty La Rocca che l’hanno scelta come forma espressiva prediletta.

Ora un personaggio illustre come Cristiano Leone ha pubblicato un libro sontuoso e completo dal titolo “Atlas of Performing Culture”, nuovo volume in lingua inglese (edito da Rizzoli New York).  E’ stato presentato (21 novembre 2023) presso la Sala Scarpa del Museo MAXXI di Roma. L’evento nella serata,  ha mostrato un vero e proprio viaggio attraverso quattro  continenti sulle tracce delle esperienze performative più significative del mondo (dal Carnevale di Rio ad un’ex casa funeraria nella periferia di Parigi oggi adibita a centro culturale), ha visto l’intervento di tantissimi addetti ai lavori ed amici dell’autore, tra cui l’attrice Isabella Carloni, che ha recitato un brano tratto da “Sonno Giapponese”, piece teatrale dello stesso Leone, portata in scena per la prima volta lo scorso luglio sul palco dell’Opera di Roma con la Soprintendenza speciale della Capitale.

Cristiano Leone rispolvera il sapere per muoversi attraverso un nuovo modo di fare cultura promuovendo il dialogo tra le arti contemporanee. L’opera brilla già averla tra le mani, intanto dalla scelta della copertina (una foto di Bert Stein tratta dall’opera di Robert Wilson “The Life and Times of Sigmund Freud” pubblicata su Vogue nell’agosto del 1970), e poi dalle parole dello stesso autore: la cultura performativa è, infatti, quella “capace di creare comunità che vanno ben al di là del singolo evento e come tale lega gli esseri umani tra di loro, lega un artista al proprio pubblico e fa entrare in relazione le architetture create dall’uomo e le forme della Natura”. L’idea di editare il meraviglioso volume esclusivamente in lingua inglese, ha spiegato l’autore, è per offrire il respiro internazionale dell’opera stessa, anche se poi sicuramente in futuro ci potrà essere un’edizione tutta Italiana.

Il nuovo libro di Cristiano Leone, pubblicato da Rizzoli, racconta il fenomeno delle performance, inserendolo in una dimensione antropologica e storica. Atlante della Cultura Performativa analizza così il rapporto tra la forma d’Arte, il suo contesto storico e ambientale, il suo significato e le sue percezioni assolute, oggettive e soggettive.

Il libro racconta un lungo viaggio tra opere e autori che rappresentano momenti fondamentali delle Arti performative, tappe che ne definiscono le caratteristiche, ne ripercorrono la storia e ne manifestano le ripercussioni sul tessuto culturale. Tra 4 continenti – Asia, Africa, Europa, Oceania e Americhe – e 36 paesi il lettore può scoprire musei, siti culturali, spazi multimediali, o trasformati dalla cultura, teatri, festival multidisciplinari, musica, arti visive e performative, parchi di sculture e centri culturali ibridi.

Oltre 440 le pagine con più di 200 illustrazioni, oltre 65 gli “universi di arte performativa” trattati, dal museo su un’isola in Giappone, al Carnevale di Rio, dal rave party nella campagna britannica, a un centro culturale ospitato in un’ex casa funeraria alla periferia di Parigi.

“Non si parla di atlante delle arti performative, ma di atlante della cultura performativa” – sottolinea Cristiano Leone – “di quella cultura che crea un legame indissolubile, per quanto a volte fugace, tra il pubblico, gli artisti, le architetture create dall’uomo e le forme della natura”. La scelta dell’immagine di copertina, rinvia alla complessità creativa del regista e artista americano e indica che l’universo della cultura performativa abbraccia il teatro, la performance, la poesia, la psicanalisi, la musica, la danza, la moda e tanti altri aspetti. Vi figurano donne e uomini di diverse etnie atteggiamenti; alcuni riflettono, altri giocano, altri ancora si disperano, su una spiaggia in cui l’essere umano dialoga con la natura e imprime orme sulla spiaggia dello spirito del mondo. Il colore blu klein,  quel blu profondo  che coglie l’immagine virata e la labbratura del volume, rimandano, all’universo di Yves Klein, al suo lavoro sul corpo, sulla dematerializzazione dell’arte, e alla sua dimensione spirituale.

Atlante della Cultura Performativa verrà presentato a Milano (5 marzo 2024 alla Triennale), ed è distribuito in tutto il mondo in lingua inglese. Il neo Presidente del Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena, Cristiano Leone è atteso alla Triennale di Milano il prossimo 5 marzo per incontrare i lettori italiani; mentre Cristiano Leone, neo Presidente del Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena, ha presentato il 23 gennaio 2024 alle ore 18, il suo libro “ATLAS OF PERFORMING CULTURE”, edito da Rizzoli NY, alla Libreria Rizzoli di New York-1133 BROADWAY-. L’incontro moderato dalla giornalista Maddalena Maltese, Corrispondente RadioCor-Il Sole24 ore USA. Alla fine dell’incontro, Cristiano Leone ha firmato le copie del suo libro nel suo inedito modo performativo. Il 25 Gennaio 2024 poi la presentazione di “ATLAS OF PERFORMING CULTURE” a Città del Messico, alla galleria Terreno Baldío Arte, alle ore 18; fondata e diretta da Eduardo Mier y Terán, Terreno Baldio Arte ha lo scopo principale di gestire e diffondere l’opera dell’artista messicano Javier Marín, tra i massimi scultori dell’America Latina. Javier Marín è anche l’artefice del grande restauro e della programmazione culturale della Fábrica de San Pedro, di cui si parla in “Atlas of Performing Culture”. Il 25 gennaio 2024 alla galleria Terreno Baldío Arte, Cristiano Leone ha conversato  con Sua Eccellenza l’Ambasciatore Jaime Nualart, Segretario culturale dell’Organizzazione internazionale italo-latinoamericana, mentre il regista e drammaturgo Claudio Valdés Kuri, vincitore del prestigioso Premio Nacional de Artes y Litératura 2023, e artista latinoamericano tra i più conosciuti nel mondo, ha presentato una serie di interventi performativi scenici durante la conversazione di Cristiano Leone con Jaime Nualart. Cristiano Leone tornerà a incontrare i lettori italiani in occasione di una presentazione alla Triennale di Milano, accompagnata da una grande performance, il prossimo 5 marzo 2024, alle ore 19/00.

Carlo Franza

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