La Metropolitana “V. I. Lenin” di Mosca un capolavoro mondiale. Le stazioni parlano da sole.
Bella, bellissima, funzionale, pulita, attraente, esteticamente super, e potrei continuare con mille aggettivi ancora. La Metropolitana “V. I. Lenin” di Mosca (in russo Московский метрополитен имени В. И. Ленина, Moskovskij metropoliten imeni V. I. Lenina) serve la capitale russa, ed anche alcune città confinanti dell’oblast di Mosca: Krasnogorsk, Reutov, Liubercy e Hotel’niki; è il quinto sistema di metropolitana più frequentato al mondo per numero medio di passeggeri all’anno (dopo quelli di Tokio, Pechino, Seul e Shanghai). È degna di nota anche per la ricca realizzazione di alcune stazioni, che recano esempi dell’arte del realismo socialista, e non solo, e dove ricchezza e sontuosità sono di tutti e per tutti.
La prima linea è stata aperta il 15 maggio 1935 e percorreva il tratto Sokol’niki- Park Kul’tury, con una diramazione verso Smolenskaia. Molte stazioni hanno cambiato nome, alcune persino più di una volta; la metropolitana stessa fu inizialmente intitolata a Lazar’ Moiseevic Kaganovic.
Il sistema è costituito da 14 linee metropolitane (o 16 se si contano anche la linea 13, una monorotaia, e la linea 14, un anello ferroviario), per una lunghezza totale di 460,5 km (o 519,2 con le linee 13 e 14). Nella metropolitana di Mosca vi sono 263 stazioni, 44 delle quali sono considerate, secondo la legislazione statale, patrimonio culturale della Russia.
La metropolitana di Mosca comprende 397 km di binari, 15 linee e 228 stazioni. La Metropolitana gestisce anche l’Anello Centrale di Mosca (CCM), aggiungendo 31 stazioni e 54 km di binari. In una normale giornata lavorativa trasporta tra gli 8 ed i 9 milioni di passeggeri. Tutte le linee sono identificate da un numero. La linea 5 -Kol’cevaja (in russo kol’co significa “anello”), interseca con un percorso circolare lungo circa 20 km tutte le altre linee, escluse la Kachovskaja e la Butovskaja.
Sulle linee radiali gli annunci delle stazioni sono fatti da una voce maschile sui treni diretti verso il centro cittadino, da una voce femminile sui treni che invece si allontanano verso le periferie. Sulla linea circolare gli annunci con voce maschile sono fatti sui treni che percorrono la linea in senso orario e con voce femminile per i treni che viaggiano in senso antiorario.
La maggior parte dei binari e delle stazioni è nel sottosuolo, benché le linee 1, 2 e 4 attraversino la Moscova viaggiando su ponti. Su un ponte, la linea 1 attraversa anche il fiume Jauza. Un’eccezione è costituita dalla linea Filevskaja, che percorre un lungo tratto in superficie tra le stazioni Kievskaja e Molodeznaja comprendendo 7 altre stazioni.
Storia. La prima linea venne aperta il 15 maggio 1935; andava dalla stazione Sokol’niki alla Park Kul’tury con una diramazione per la Smolenskaia. Questa diramazione divenne la linea Arbatskaja, che nel 1937 giungeva fino alla stazione Kievskaja attraversando la Moscova su un ponte. Fino all’inizio della seconda guerra mondiale vennero aperte altre due linee. Nel marzo del 1938 la linea Arbatskaja fu prolungata fino alla stazione Kurskaja (oggi questo tratto corrisponde alla linea Arbatsko-Pokrovskaia. Nel settembre 1938 fu aperta la linea Gor’skogo-Zamoskvoreckaja che andava dalla stazione Sokol alla Teatral’naja.
I progetti per una terza successiva espansione della metropolitana furono portati a termine durante la seconda guerra mondiale. Furono le costruzioni di due nuovi tratti: Teatral’naja-Avtozavodskaja (3 stazioni con attraversamento della Moscova in tunnel profondo) e Kurskaja – Izmajlovskij Park (4 stazioni).
Dopo la guerra iniziò una quarta fase di espansione: la linea Kol’cevaja e la parte sotterranea della Arbatskaja, da Ploščad’Revoljucii () a Kievskaja.
La linea Kol’cevaja fu inizialmente previsto che fosse costruita sotto l’anello dei giardini (la circonvallazione interna della città, grossomodo coincidente con i confini della Mosca del XVI secolo). La prima parte, da Park kul’tury a Kurskaja (1950) rispettò il progetto iniziale, ma si decise in seguito di costruire la parte settentrionale della linea tenendosi circa 1 – 1,5 km esterni alla circonvallazione, collegando in questo modo 7 delle 9 stazioni della capitale. La seconda parte della linea Kol’cevaja fu aperta al pubblico nel 1952 (da Kurskaja a Belorusskaja); la costruzione della linea fu completata nel 1954.
La costruzione delle parti profonde della linea Arbatskaja coincise con gli anni della guerra fredda. Le stazioni dovevano anche fungere da rifugi in caso di attacco atomico. Dopo il completamento dei lavori, la parte di superficie della linea (da Ploščad’Revoljucii a Kievskaja) fu chiusa nel 1953 per essere riaperta nel 1958 come parte della linea Filevskaja.
Per le stazioni aperte negli anni 1957-1958 si usa per l’ultima volta – la quinta – il termine “piani di espansione”. E non finisce qui. Vetture “tutte da lèggere” nella metropolitana di Mosca, dove la pubblicità delle pareti interne dei treni cederà il posto a brani di scrittori russi e stranieri, accompagnati dai loro ritratti. Il progetto, denominato ”Mosca che legge”, è dell’amministrazione della capitale e della metropolitana e inizialmente interesserà un solo convoglio sulla linea Kolzevaja, la circolare che fa il giro della città in una quarantina di minuti.
L’obiettivo, come ha spiegato al quotidiano “Komsomolskaja Pravda” il vicesindaco Valerij Vinogradov, è stimolare la lettura. Soprattutto in un Paese che negli anni sovietici vantava un indice altissimo di lettori, poi progressivamente diminuito. Un tempo nelle carrozze del metrò non erano rare le persone assorte in un’intensa lettura di libri voluminosi, compagni irrinunciabili – assieme alla sporta in cui riporre il colbacco, necessario all’esterno ma troppo caldo al chiuso – dei lunghi tragitti casa-lavoro del popolo moscovita. Il metrò da leggere parte tra fine aprile e inizio maggio. Le carrozze saranno a tema e avranno come utenti privilegiati i bambini: una per le favole, una per la letteratura da ragazzi, una per i classici russi, un’altra per autori stranieri come Antoine de Saint-Exupéry, Mark Twain, Giulio Verne, un’altra ancora dedicata al mondo della natura e degli animali. Ci saranno anche cassette per distribuire opuscoli sulle novità editoriali.
Vi sembra poco? Nienteaffatto! Oggi, per noi che viviamo a Milano e conosciamo bene la Metro di Milano e non solo, ma anche quella di Roma, fare una comparazione è impossibile; possiamo senz’altro dire che le Metrò italiane non possono certo competere con la Metro di Mosca. In quelle italiane lo squallore è sovrano. E allora? Ci si augura che l’ATM di Milano e l’Atac di Roma si mettano al lavoro.
Carlo Franza