Prezioso e sapienziale il libro appena uscito, dal titolo “Peccato originale” (Editrice La Bussola di Gioacchino Onorati, pp. 128, Roma 2024) autore Salvatore Di Bartolo, docente a Tradate, opinionista e saggista trentaduenne, di origini siciliane, alla sua quinta pubblicazione in poco più di due anni.

Il libro che ha la prefazione del collega giornalista Nicola Porro, pone sotto la lente d’ingrandimento la crisi identitaria e valoriale che imperversa in un Occidente quasi allo sbando, e che ha perduto la strada maestra; paralizzato da una sorta di “catarsi del politicamente corretto”, che, secondo il punto di vista dell’autore, spingerebbe una larga fetta dell’establishment progressista, finanziariamente e mediaticamente egemonico, ad imputare alla civiltà occidentale le responsabilità di tutti i mali che affliggono il pianeta. Guerre, disuguaglianze sociali, cambiamenti climatici, degrado ambientale, violenze e persecuzioni d’ogni genere, tutte piaghe da ascrivere in via esclusiva alle pessime condotte del maschio bianco, macchiato sin dalla sua genesi dal peccato originale per il solo vizio d’essere occidentale.

La sinossi del libro recita: “L’Occidente ha un problema: da tempo ha smesso di amarsi, così convintamente e a tal punto da arrivare persino ad odiarsi. Profondamente. Talvolta, ancor di più rispetto a quanto non riescano a fare i suoi stessi nemici. La ragione di ciò è anch’essa profonda, probabilmente culturale, e risuona tra l’opinione pubblica alla stregua di un ritornello, sempre il medesimo, che tende a dipingere l’uomo occidentale come l’origine e la causa d’ogni male. Tutte le piaghe che affliggono la società in cui viviamo: guerre, disuguaglianze sociali, cambiamenti climatici, degrado ambientale, violenze e persecuzioni d’ogni genere, sono infatti da ascrivere in via esclusiva alle pessime condotte occidentali. Sempre e comunque. Così, ogni occasione diventa buona per alimentare il mito dell’Occidente malvagio e carnefice di tutte le altre civiltà, e per elevare al rango di nemico giurato dell’umanità il feroce maschio bianco, macchiato sin dalla sua genesi dal peccato originale per il solo vizio d’essere occidentale”.

Una radiografia mirata, precisa,  storica  e  fortemente lucida quella messa in atto dallo scrittore  Salvatore Di Bartolo, visto che nel suo libro  passa in rassegna le diverse  ideologie dominanti del nostro tempo, dal woke al gender, dalla Culture culture  che mira ad azzerare tutto il passato fino al green e all’ecologismo più spinto, per porgere al lettore delle linee di indirizzo, e infine  stimolare un pensiero critico da contrapporre allo scontato,  al Pensiero unico dilagante, per annullare e smuovere  il nichilismo e l’omologazione che  stanno soffocando l’intera società occidentale.

Libro, dunque, da leggere, istruttivo, denso di storie, occasione forte per una sorta di purificazione del mondo attuale, che ha bisogno di rigenerarsi, per cancellare quel denso fumo di un pensiero malato che sta annebbiando intere generazioni. Sembrerebbe Salvatore Di Bartolo, con questo libro, volgere a movimentare una sorta di crociata intellettuale per gli uomini di buona volontà, per salvare il presente e difendere il futuro.

Il libro si potrebbe senz’altro leggere come un manifesto di larghe vedute, una sorta di guida libertaria e anticonformista, utile a contrastare la pericolosa deriva liberticida che avanza inarrestabile in tutto l’Occidente, ne minaccia le sue fondamenta, le sue radici, il suo credo, il nostro vivere e quindi l’esistenza e il futuro.

Carlo Franza

 

 

 

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