Fondazione Civici Musei di Venezia e Venice International Foundation presentano “Musei delle Lacrime”, un progetto ideato da Francesco Vezzoli (Brescia, 1971) in maniera site-specific per la Quadreria del Museo Correr di Venezia dal 17 aprile al 24 novembre 2024.

L’esposizione, a cura di Donatien Grau, nasce dall’invito che Venice International Foundation rivolge a Francesco Vezzoli e segna il ritorno dell’artista agli aspetti fondamentali della propria ricerca, che si radica in uno scambio con la storia dell’arte e sulle influenze culturali che ne scaturiscono. Nel cuore di Venezia, Francesco Vezzoli tesse una conversazione a doppio binario con il patrimonio culturale della città e offre la propria visuale sulle collezioni e invenzioni Moderne del  Museo Correr  costruendo un percorso espositivo totalmente nuovo che scaturisce dal lavoro dell’artista. Con 36 opere di Francesco Vezzoli realizzate lungo oltre vent’anni della sua attività, la mostra include 16 lavori realizzati ad hoc per questa occasione.

Musei delle Lacrime inaugura il nuovo corso progettuale di  Venice International Foundation, che vede la propria missione storica sposare le molteplici voci dell’arte contemporanea. La visione promossa dal suo presidente Luca Bombassei, architetto e collezionista, combina l’obiettivo di salvaguardare e tutelare il patrimonio artistico veneziano con la forza dirompente delle pratiche artistiche contemporanee, chiamate a creare un nuovo vocabolario per immaginare forme di valorizzazione dei luoghi più affascinanti e significativi che costellano la  città di Venezia

La mostra Musei delle Lacrime, realizzata per la Quadreria del Museo Correr,    presenta una doppia conversazione, che vede Francesco Vezzoli dialogare da un lato con la preziosa collezione d’arte veneziana, che annovera capolavori dal XIII al XVII secolo, dall’altro con l’influenza di Carlo Scarpa, icona dell’architettura moderna e autore degli allestimenti che caratterizzano le sale museali al centro del progetto espositivo. Si tratta quindi di una visione radicale della storia dell’arte e del patrimonio.

Quasi trent’anni fa, l’artista iniziò a ricamare lacrime su immagini di capolavori, creando così un proprio museo e sfidando l’idea stessa del museo come affermazione di potere. Il titolo della mostra rievoca il filo rosso della lacrima, che accompagna il visitatore in un itinerario per immagini che unisce in una riflessione comune opere d’arte di epoche differenti. Attraverso la tecnica intima e fortemente simbolica del ricamo, Francesco Vezzoli attinge alla vasta gamma di riferimenti personali, influenze culturali contemporanee ed elementi tradizionali che compongono il proprio repertorio per sfidare le convenzioni dell’arte, sociali e politiche, puntando i riflettori su tematiche di stringente attualità, come l’identità di genere, i concetti estetici e la rappresentazione popolare.

La mostra si articola lungo quattordici sale tra inserimenti, discreti e incastonati nell’allestimento, e la costruzione di un vero e proprio museo nel museo, dove le opere incontrano l’estetica di Carlo Scarpa messa in luce dall’intervento di Francesco Vezzoli.

L’incontro tra storia dell’arte e contemporaneità si manifesta sin dall’inizio del percorso, che apre con l’opera Casino (Giotto, Wynn And Warhol Were Gamblers) (2024) dove l’artista ricama le lacrime tratte da ritratto di Steve Wynn a Andy Warhol sui soggetti di un dettaglio della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, mettendo così in discussione il rapporto tra l’artista e il mecenate e portando a Venezia il segno di un monumento vicino. Il dialogo prosegue in lavori come Retorica Della Retorica (2013), in cui l’artista riproduce un dipinto di Artemisia Gentileschi e vi aggiunge un omaggio a Josef Albers e Natalia Goncharova, in tal modo facendo scontrare ideali classici e moderni, o in Portrait Of Carlo Scarpa As Doge Leonardo Loredan (After Giovanni Bellini, Andy Warhol And Giotto) (2024), che vede il volto di Carlo Scarpa figurare nel ritratto del Doge Loredan di Giovanni Bellini, tessendo una rete di significanti.

La tradizione artistica che avvolge il concetto di sacralità è al centro di una riflessione che coinvolge opere come Crying Portrait Of A Renaissance Madonna With Holy Child (2010), dove le fattezze delle Madonne rinascimentali di Cima da Conegliano e Giovanni Bellini, presenti nelle sale del Museo, sono sostituite da volti contemporanei e arricchite di lacrime ispirate ad artisti come Picasso e Roy Lichtenstein in un’interpretazione attualizzata del concetto di venerazione.

Si fa riferimento alla cultura moderna che ha reinventato Venezia come meta culturale in opere come Le Gant D’amour (2010), che si riferisce alla performance di Francesco Vezzoli a Los Angeles che aveva coinvolto la pop star Lady Gaga e il corpo di ballo del Boshoi in un tributo al fondatore dei Balletti russi Sergej Diaghilev, e Gala As Sylvia In La Dolce Vita (2006), che costruisce un omaggio al cinema italiano di Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni e Federico Fellini. La mostra include opere iconiche dell’artista, come La Nascita Di American Gigolò (2014) e Homage To Robert Mapplethorpe (2006) rivelano la riflessione di Vezzoli sul tempo, sul passato, presente e contemporaneo, attraverso ritratti e riferimenti alla cultura pop e cinematografica.

Francesco Vezzoli ricama i suoi quadri da sé, in un’esperienza privata e intima che capovolge le categorie di maschile e femminile, sovvertimento qui in dialogo con una storia dell’arte definita dalle regole della mascolinità dall’ideazione all’esposizione. L’intervento dell’artista apre a una diversa esperienza del patrimonio e del nostro tempo. Con Musei delle Lacrime Francesco Vezzoli esplora il connubio tra opere d’arte moderne e contemporanee, amalgamando elementi storici con riferimenti contemporanei e popolari e creando una nuova narrazione che riflette sull’essenza di Venezia come città permeata del dialogo tra passato e presente.

Completa la mostra un pezzo concettuale, l’originale audio guida scritta e narrata dall’artista, che accompagna il visitatore nel percorso espositivo aprendo scorci di interpretazione sulle opere d’arte e arricchendoli di racconti, spunti di riflessione e suggestioni personali. Gli elementi allestitivi della mostra sono stati ideati da Filippo Bisagleni.

Spiega Francesco Vezzoli: “Quella che mi è stata offerta da Venice International Foundation è un’opportunità straordinaria, una sfida che sono profondamente felice di accogliere. Immergersi nelle sale del Museo Correr, con i suoi capolavori incastonati nello scheletro disegnato da Carlo Scarpa, è un vero e proprio viaggio nella storia di Venezia – una storia in cui il contemporaneo e il patrimonio non sono in contraddizione, ma possono anzi arricchire insieme la percezione che si ha della vita in modi mai immaginati prima, in cui gusto e contesto possono essere rimessi in discussione. Musei delle Lacrime è concepita come un’indagine sulle lacrime perdute nella storia dell’arte. Dagli affreschi romani fino alle Avanguardie del XX secolo – presenti nella storia dell’arte veneziana – il corpo umano è stato rappresentato e studiato in tutti i modi possibili. Dopo un’approfondita ricerca, mi sono reso conto che si possono trovare qualsiasi tipo di attività ed espressioni di sentimenti, eccetto l’atto di piangere. Le lacrime sono notevolmente assenti dall’universo visivo dell’arte, sono un segno di debolezza che non vogliamo condividere pubblicamente tramite l’arte. L’arte può essere intima, come il mio gesto di ricamo, può cambiare la nostra vita. Questo è ciò che i musei mostrano, e sono entusiasta di continuare questo viaggio a Venezia, al Museo Correr.

Francesco Vezzoli, uno degli artisti italiani contemporanei più rinomati, ha sviluppato un corpo di lavoro che spazia tra intense allegorie sulla cultura contemporanea. Utilizzando una varietà di media, tra cui installazioni video, ricami, fotografia, performance dal vivo e, più recentemente, scultura classica, Vezzoli ha ottenuto riconoscimento a livello globale. Ha partecipato quattro volte alla Biennale di Venezia e ha esposto in importanti manifestazioni internazionali come la Whitney Biennial e la Biennale di San Paolo. Le sue mostre personali sono state ospitate da rinomate istituzioni come il New Museum di New York e la Tate Modern di Londra. Vezzoli ha collaborato con personalità illustri, tra cui Lady Gaga e Natalie Portman, e nel 2017 ha curato la mostra “TV70: Francesco Vezzoli guarda la RAI” presso la Fondazione Prada di Milano. Negli ultimi anni ha realizzato progetti che collegano il suo lavoro a opere, siti storici e monumenti italiani, collaborando con istituzioni come il Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli e il Parco Archeologico di Brescia. Nel 2019, Francesco Vezzoli ha tenuto una mostra personale alla Collection Lambert en Avignon, creando un dialogo tra le sue sculture e le opere di Cy Twombly ispirate all’antichità romana. Ha poi esposto per la prima volta in un sito archeologico con la mostra “Palcoscenici Archeologici”, in collaborazione con la Fondazione Brescia Musei. Nel 2021, nel progetto “Francesco Vezzoli in Florence”, ha creato due sculture site-specific: in Piazza della Signoria l’opera “PIETÀ”, un leone rampante novecentesco che stritola una testa romana, e “LA MUSA DELL’ARCHEOLOGIA PIANGE” nello Studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio, unendo una figura di togato romano con una testa “metafisica” in bronzo, omaggio a de Chirico. L’idea di un nuovo progetto per la città di Venezia nasce come naturale proseguimento e completamento di un lungo discorso fatto di archeologia, memoria e invenzione contemporanea, ulteriormente approfondito nella recente mostra VITA DVLCIS: Paura e desiderio nell’Impero romano presso il Palazzo delle Esposizioni, Roma, nel 2023.

Donatien Grau è editore, studioso e dirigente museale. Ha iniziato a collaborare con Francesco Vezzoli nel 2009, scrivendo per il catalogo della performance di Francesco Vezzoli con Lady Gaga al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Da allora i due sono rimasti in stretto contatto, collaborando in particolare a “Huysmans critique d’art, sous le regard de Francesco Vezzoli”, al museo d’Orsay dove Grau era responsabile dei programmi contemporanei. Attualmente è responsabile dei programmi contemporanei al Louvre di Parigi, nonché caporedattore e direttore artistico della neonata rivista Alphabet e presidente della Pierre Guyotat Estate. Il suo lavoro accademico sui musei ha portato a pubblicazioni come Living Museums (Hatje Cantz, 2020) e Under Discussion. The Encyclopedic Museum (Getty, 2021).

Venice International 

Foundation – https://venicefoundation.org/it/home/ Fondata nel 1996, Venice International Foundation è stata il primo esempio in Italia di raccolta di finanziamenti privati per i musei pubblici. Agendo come impresa culturale e laboratorio di idee, VIF supporta progetti storici, artistici e scientifici, coinvolgendo mecenati e appassionati d’arte, storia e ambiente per salvaguardare, acquisire e valorizzare il patrimonio storico-artistico dei musei. 
Il nuovo assetto di Venice International Foundation incarna la sua vocazione a re-inventarsi. È una struttura in cui le idee circolano liberamente per elaborare intenti e progetti per archi di tempo variabili. Venice International Foundation definisce una strategia di comunicazione e di raccolta fondi volta a garantire un’ampia partecipazione alle proprie iniziative, per realizzare un nuovo legame fra i propri sostenitori e la città, ponendo l’accento sul valore sociale di un contributo destinato a sostenere un patrimonio che appartiene a tutti.
Tra gli ultimi progetti promossi e realizzati da Venice International Foundation a Venezia figurano il restauro della tela di Giambattista Tiepolo “La Nobiltà e la Virtù abbattono l’ignoranza” conservata a Ca’ Rezzonico, il recupero degli interni del museo di Palazzo Fortuny, il restauro delle dorature del soffitto di Palazzo Ducale, il restauro del mosaico della cupola della Basilica di San Marco. Venice International Foundation è presieduta dal 2020 da Luca Bombassei: grazie alla sua leadership visionaria, che guarda agli ambiti dell’architettura, del design e dell’arte contemporanea, VIF si apre sempre più al dialogo con nuove aree interdisciplinari. Architetto di formazione e professionista di talento, Bombassei porta con sé un background accademico e professionale di rilievo. Vive e lavora tra Milano e Venezia, città nelle quali ha lasciato un segno indelebile attraverso i suoi progetti. Fa inoltre parte del Consiglio di Amministrazione dell’Innovation District Kilometro Rosso a Bergamo, di cui dal 2005 è a capo del coordinamento progettuale. Il suo approccio al design e all’architettura è caratterizzato da una visione unica degli spazi, che egli trasforma in veri e propri palcoscenici narrativi, e delle superfici, che diventano espressioni magiche e surreali. Un’estetica innovativa che sfida i confini della realtà, anche grazie alla sua passione per l’arte contemporanea che Bombassei pone costantemente in dialogo con le architetture storiche che lo circondano.

Fondazione Musei Civici / Museo Correr – https://correr.visitmuve.it/

Fondazione Musei Civici di Venezia riunisce undici musei: Palazzo Ducale, Museo Correr, Torre dell’Orologio, Ca’ Rezzonico Museo del Settecento Veneziano, Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, Casa di Carlo Goldoni, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Palazzo Fortuny, Museo del Vetro di Murano, Museo del Merletto di Burano e Museo di Storia Naturale. Un immenso patrimonio culturale, con oltre 700.000 opere d’arte, cinque biblioteche specialistiche, un archivio fotografico e un attrezzato deposito nel Vega Stock a Marghera. Un sistema museale ricco, articolato, complesso che MUVE gestisce, tutela e valorizza dalla sua nascita nel 2008, arricchito da importanti partnership che prendono corpo oltre lo storico nucleo lagunare della città: il Centro Culturale Candiani, Forte Marghera, i futuri atelier per artisti nell’ex Emeroteca e gli spazi del PalaPlip a Mestre. Presidente della Fondazione MUVE è Mariacristina Gribaudi, vicepresidente del CdA è da statuto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, con Segretario Organizzativo Mattia Agnetti e Direttrice Scientifica Chiara Squarcina.

Il Museo Correr è parte della rete MUVE. Grazie alla molteplicità e ricchezza delle sue raccolte il museo custodisce e illustra, la civiltà, la storia millenaria e l’arte di Venezia: un avvincente percorso-racconto che inizia dall’Ala Napoleonica sul fondo di Piazza San Marco, già cuore dell’ottocentesco Palazzo Reale e ora solenne ingresso del Museo, e che si sviluppa all’interno di ben due piani delle Procuratie Nuove. Nato dalla collezione che il patrizio veneto Teodoro Correr lasciò alla città nel 1830, poi ininterrottamente e generosamente arricchito; il Palazzo Reale di Venezia, con i fastosi ambienti dell’Ala Napoleonica e gli appartamenti delle Sale Reali recentemente “ritrovati” e restaurati; Antonio Canova, con le opere del grande scultore più intimamente legate alla città; Storia e civiltà di Venezia: lo Stato, le istituzioni, la città, le arti della Serenissima; la Quadreria Correr e le collezioni d’arte, a illustrare cammino e influssi dell’arte tra Medioevo e Rinascimento con i capolavori dei grandi maestri: Paolo e Lorenzo Veneziano, Cosmè Tura, Jacopo, Gentile e Giovanni Bellini, Antonello da Messina Vittore Carpaccio solo per citarne alcuni. Un itinerario ricco e articolato che, grazie alla modalità di visita integrata “Area Marciana” comprensiva della visita a Palazzo Ducale, si arricchisce e si completa nel contiguo Museo Archeologico Nazionale e nelle sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.

Carlo Franza

 

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