La poetessa Laura Ottaviani con “All’ombra del mio antico albero” si aggiudica il Premium International Florence Seven Stars 2025 per la poesia.
Con il libro “All’ombra del mio antico albero” (ppg.93, Edizioni in proprio, Milano 2023) Laura Ottaviani, milanese, si è aggiudicato il Premium International Florence Seven Stars 2025 per la Poesia. Questo libretto mi ha colpito per la limpida poesia che lo contiene, poi per il titolo dove l’albero è albero della vita e del mondo, e per le due immagini di copertina che sono l’albero e la luna. Scrivo di Laura Ottaviani citando tre aforismi significativi sulla poesia; “Ogni poesia è misteriosa. Nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere” (Jorge Louis Borges); “Chi desidera capire la poesia deve recarsi nella terra della poesia, chi desidera capire il poeta deve andare nella terra del poeta” (Goethe); “Universo che mi spazia e m’isola, poesia” (Alfonso Gatto). Tre nomi, Borges, Goethe e Alfonso Gatto, riconosciuti a livello internazionale.
Tra i poeti italiani la nostra poetessa ha un peso non comune, donna colta e sensibile alla cultura. Avere tra le mani i testi di Laura Ottaviani, poetessa che conoscevamo per una precedente plaquette uscita da LietoColle nel 2008, essi mi hanno subito sorpreso per la limpidezza dei versi, per l’energia che li contiene, per il dolore, l’esistenza e il coraggio che li muove nel racconto giornaliero, in un’esistenza che si trascina, “forse/ una nostalgia/ci chiama forte al volo/ e ci fa/ farfalle della conoscenza/le grandi ali di arcobaleno dispiegate/ là/ nell’abisso dell’origine”. Oggi poesia e prosa, un connubio dove la poetessa racconta la vita e l’immaginario, l’essere e il sogno. Laura Ottaviani mi ha benevolmente sorpreso per essere andato al nocciolo della vita con un suo stile tutto caproniano e luziano, per via dei versi “frammenti” che paiono gocce piovute dal cielo, lampi di luce, parole di vita, come poesia di un tempo che scorre all’infinito, trascinando l’esistenza della poetessa stesso in un vortice di “incubo” e “oblio” (“ti chiedo/ il pianto della Terra/ il suo dolore/ talvolta lo sento nel mio corpo/ con altri non confonde/ la voce della Terra”). La sua è una voce subito riconoscibile, chiara, piana, ove il verso talvolta solo affidato a un lemma, si contorce di dolore, di memorie e di ricordi, come circolare è la vita dell’uomo sospesa a un filo che si dipana per tutta l’esistenza e che tortura ogni giorno. Il suo è un diario di “naufragi”, di una vita tra giorno e notte sospesa tra dialoghi e monologhi. Poesia senza musica, singhiozzante, filosofica, frammentata, registra vita e morte, cuore e attese, in un tempo che scorre indomito, capace di smuovere il mondo e offrire le occasioni, gli attimi, le ebbrezze e fantasmi. Laura Ottaviani sa bene che la poesia è per lei e per ogni uomo in genere una salvezza, un’àncora forte; in fondo questo libro è anche una sorta di autobiografia in versi, dove la vita si porge come un soffio, un lamento, un’estasi, un respiro, un fremito, un’ansia, e il frammento si è ormai fatto storia umana.
Laura Ottaviani. Svolge attività di ricerca sulla scrittura, la percezione e l’ascolto. Ha svolto un’intensa attività didattica nelle scuole primarie nell’ambito linguistico- espressivo e antropologico. Ha collaborato con le riviste poetiche “Il Segnale” e “Schema”, partecipando a numerose letture poetiche. Ha pubblicato nel 1995 un libro di poesia dal titolo “Territorio”, con la Book editore e nel 2008 un altro testo poetico dal titolo “A le mie Terre” con la casa editrice LietoColle. Partecipa da anni al “Salotto Caracci” dove è stato presentato il libro “A le mie Terre”. Intrattiene collaborazioni editoriali, curando l’edizione di testi di saggistica e narrativa. Tra le sue principali esperienze: training di terapia individuale e di gruppo, è master Reiki, ha partecipato per anni a stage sulle Ruote di Medicina e le cerimonie degli Indiani d’America. Ha tenuto corsi sull’ascolto, la percezione, l’espressione e le cerimonie degli Indiani d’America.
Carlo Franza