La Mostra “Le vie dell’oro” di Fiamma Zagara per il Progetto “Storie” inaugurata al Circolo Esteri di Roma
Un evento che è difficile dimenticare, un taglio del nastro che ha riunito Ambasciatori, giornalisti e intellettuali italiani. Il meglio della cultura italiana per il vernissage eccezionale che è stata la Mostra “Le vie dell’oro” di Fiamma Zagara facente parte
del Progetto “STORIE”, ideato per il Circolo degli Esteri del Ministero e curato dal Professor Carlo Franza, storico dell’arte di chiara fama internazionale.
Ad accogliere l’artista, già apparsa agli occhi della critica italiana e internazionale come una delle figure più interessanti e propositive dell’arte contemporanea, c’erano la neo Presidente del Circolo della Farnesina, Ambasciatrice Maria Assunta Accili, accompagnata dagli Ambasciatori Gaetano Cortese e Umberto Vattani che, nei loro interventi, hanno sottolineato l’originalità delle opere esposte. Presente anche il Professor Giuseppe Manica già Direttore di innumerevoli Istituti di Cultura Italiana all’estero, ed oggi responsabile della Cultura. Nutrita la presenza di giornalisti, intellettuali, Ambasciatori – rammento l’Ambasciatore Lucio Alberto Savoia– , Generali dell’Arma dei Carabinieri, tra cui il Generale Ugo Zottin Vicecomandante dell’Arma dei Carabinieri, ecc.
Un lavoro di grande attenzione al presente –ha ricordato il Professore Carlo Franza- alla storia dell’oggi, all’ambiente, all’uomo, e volto a progettare l’arte come funzione non solo documentaristica ma educatrice. Le opere di Fiamma Zagara lasciano leggere sogni cuciti, inchiodati, incidono e tracciano confini legati a geometrie, richiamano geografie di memorie e creano una sorta di universo terrestre in cui ogni parte, ogni frammento di materia, colore, filo e fermaglio esistono come poesia, radicamento, tensione e gioco di libertà. Opere che sono non solo un capitolo dell’intero percorso, ma un viaggio di orme espressive, di lavori polimaterici carichi di una espressività sconfinata. Questo capitolo vuole un approfondimento, un focus su un’angolazione rimasta quasi inesplorata. Fiamma Zagara cerca nella materia, l’essenza e il respiro delle forme. E’ da lì che muove la costruzione, la relazione, l’intreccio. E’ un’arte che sugge molto dalla poesia, e se parte dalla materia, v’è partenza anche dalla poesia di Eliot, il grande poeta inglese artefice de “La terra desolata”; è anche il passaggio dal realismo all’astrattismo, all’ arte relazionale, a
questa nuova fase del suo percorso creativo da cui è nata l’originale cifra stilistica. Opere che muovono fra cielo e terra, fra paesaggi terrestri e lunari, ricordano la grande fascinazione per lo spazio, mettono a fuoco l’idea di un’arte non più confinata nei limiti tradizionali della pittura, ma innovativa, aperte a istanze infinite, senza tempo, capaci di interconnettersi e dialogare con spazi, persone, storie, e soprattutto unire, collegare e costruire ponti. L’artista ha certo dei riferimenti, la cultura contadina, l’arte povera, l’arte relazionale, dove alberga un patrimonio espressivo che ha un cuore universale, dove braccia tese diventano e sono fili di speranza e di umanità, occasione di incontro e amicizia. Fili di cotone, di lana, apparentemente indecifrabili, ma fili d’oro, itinerari del mondo. Legàmi, installazioni probabili, ritorno alle radici. Diceva Maria Lai pioniera di quest’arte: “l’arte ha un compito preciso, quello di aprire le coscienze. Senza questo il mondo inaridisce”.
Ecco perché Fiamma Zagara oltre a far vivere e rivivere il mondo, la storia e le combinazioni di essa, apre a un mondo in cui scorrono come un ruscello -e vivificano- tradizioni storiche e filosofie diverse, immagini plurime ma pur parte della nostra società. E’ nel periodo più recente, dopo il capitolo delle ebollizioni ed eruzioni della materia, dopo i troni, che Fiamma Zagara in sintonia con la storia e il clima del nostro tempo muove segni e fili come grammatica stilistica. L’aveva già individuato e mosso Boetti questo capitolo, ora anche lei trova i segni come gesti, tracce lasciate, e così affascinare anche in modo nuovo con opere poetiche e casuali dell’Arte Povera. Segno, percorso, traccia, geografie fisiche, strade, traiettorie, tutto muove in chiave concettuale, tutto diviene luogo e oggetto dell’anima, quasi che i fili, spesso dorati, divengono ossessivi, spinti verso una richiesta relazionale, per cui il gesto ripetuto e ritmato in un andirivieni, si fa leggere come una sorta di eterno ritorno, quasi rituale. Ecco cosa scrive Erri De Luca, i suoi versi (in Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo, Feltrinelli, 2005) chiariscono bene il filo come simbolo del dialogo: “Quando saremo due saremo veglia e sonno, /affonderemo nella stessa polpa /come il dente di latte e il suo secondo, /saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,/ come i cieli, del giorno e della notte,/ due come sono i piedi, gli occhi, i reni,/ come i tempi del battito/ i colpi del respiro./ Quando saremo due non avremo metà/ Saremo un due che non si può dividere con niente./ Quando saremo due, nessuno sarà uno,/ uno sarà l’uguale di nessuno/ e l’unità consisterà nel due./ Quando saremo due/ cambierà nome pure l’universo/ diventerà diverso.” Costante è la connotazione narrativa della sua ricerca, ma diverse sono le tecniche di cui Fiamma Zagara si serve. In questa particolare mostra Fiamma Zagara si è servita soprattutto del filo, che oggi è lo strumento privilegiato del suo operare. Il Filo come simbolo del dialogo, della narrazione, della memoria, del passaggio dall’oralità alla scrittura. Fili come fili di parole si disfano sull
e linee tracciate e cadono come grovigli di pensieri, tracce di una nuova comunicabilità.
L’Ambasciatrice Maria Assunta Accili nuova presidente del Circolo Esteri ha ringraziato i presenti per gli auguri manifestati a gran voce, e ha ribadito che la Cultura al Circolo sarà voce preponderante così come in anni addietro il suo predecessore illustrissimo Ambasciatore Alessandro Vattani le consigliò come la cultura -libri mostre, concerti e altro- fosse un vocabolario che ogni Ambasciatore deve accogliere, proteggere e accompagnare.
L’Ambasciatore Umberto Vattani -di ritorno da Venezia per impegni istituzionali- ha sottolineato anzitutto i prestigiosi Progetti (“prima “Mondi” oggi “Storie”) messi in atto dal Professor Carlo Franza, poi la preziosa Collezione del Circolo Esteri che si va ampliando, e a sua tempo da lui varata come Collezione Farnesina Due, e che vede non solo la collocazione dell’ opera donata dall’artista alla sede romana ma anche l’accompagnamento di una mostra all’interno di un Progetto in questo caso “Storie” che ancor più chiarisce il lavoro dell’artista e il suo rapportarsi con il presente e il mondo.
L’Ambasciatore Gaetano Cortese, da sempre pilastro culturale dei progetti “Mondi” e “Storie” al Circolo Esteri, dopo il benvenuto ai presenti ha sottolineato il valore prezioso che danno queste mostre curate dal Prof. Carlo Franza e che vanno a far emergere i nuovi percorsi dell’arte contemporanea, com’è il caso di questa che snocciola l’arte relazionale; e soprattutto – ha continuato l’Ambasciatore G. Cortese,- il Circolo Esteri con la nuova presidenza troverà al meglio la sua naturale vocazione culturale nel proporre concerti, presentazioni di libri, mostre di alto significato, e incrementare la Collezione Farnesina Due.
Fiamma Zagara, docente e artista, napoletana di origine, ha vissuto a Venezia, Firenze, in Liguria e in Sicilia. Oggi vive e lavora a Roma. Dal 2000 si è totalmente impegnata in un percorso di ricerca artistica, affrontando esperienze diverse che vanno dal disegno alla pittura, la scultura e il design, impiegando materiali di riciclo (legno, alluminio, juta, polietilene, tubi, fili, ecc.), realizzando, con un nuovo e interessante linguaggio plastico, significative opere labirintiche a più piani. I colori primordiali e, più recentemente l’oro e l’argento, la metamorfosi della materia, le forme archetipiche stimolano ad approfondire la conoscenza della propria interiorità e del complesso contesto sociale. Fine ultimo è sempre la realizzazione della personalità e la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio, attraverso l’arte e l’impegno sociale e civile. Tra le mostre significative si ricordano: nel 2008, le personali a Roma alle Gallerie Benucci in via del Babuino e La Nuvola in Via Margutta; a Firenze a Palazzo Coveri e alle Deutsche Bank; nel 2009 a Roma al Complesso dei Dioscuri al Quirinale e la personale “Emozioni a colori” al Vittoriano; nel 2010 a Firenze alla Biblioteca degli Uffizi. Nel 2011 a Roma, a Palazzo Venezia per la Biennale di Venezia e la personale al Centrale Ristotheatre; nel 2013 è al Palazzo dei Normanni a Palermo con la personale “Contaminazioni Dionisiache”; nel 2015 a Torino al Mastio della Cittadella, poi la Biennale Italia-Cina e ancora presso la Banca Generali di Roma con la personale “Bipolarismi”. Nel 2016 collabora con Michelangelo Pistoletto, realizzando una Fiamma d’acciaio inserita nel “Terzo Paradiso per l’Arma dei Carabinieri” presso la Caserma Salvo D’Acquisto a Roma. A Milano, nello stesso anno, al Grattacielo Pirelli è tra le protagoniste della mostra “Il tempo delle donne. Realtà, Astrazione, Mito”. Nel 2017 espone a Venezia alla Pro Biennale, a Spoleto presso il Palazzo Leti Sansi, a Napoli a Castel dell’Ovo ad Artperformingfestival con una installazione. Nel 2018, a Napoli a Santa Maria La Nova presenta l’installazione Troni di vita e, a Roma la personale Fiamma e i Vulcani, presso la Sala Serviana del CUFA. Nel 2019 a Roma presenta un’installazione per i 90 anni della Fidapa sezione Roma e partecipa alla mostra “Al passo della Costituzione” presso l’Archivio Centrale dello Stato. Nel 2021 a Firenze partecipa alla Florence Biennale. Nel 2023 a Roma partecipa ad Arte in Nuvola presso il complesso La Nuvola di Fuksas, e nello stesso anno alla Quinta esposizione triennale di Arti Visive presso San Salvatore in Lauro. Ha partecipato a collettive a Praga, Kitzbuhel, Londra, Figueras, Arles e New York.
Carlo Franza