Le iscrizioni latine al culto di Ercole in un libro dell’archeologo Nicolò Giuseppe Brancato
Devozioni erculee a carattere collettivo (Artecom, Roma 2024, pp.130, euro 40,00) è il titolo della pubblicazione del Prof. Nicolò Giuseppe Brancato, archeologo di chiara fama. Libro puntuale, attento alla storia e alla ricerca, allo studio di iscrizioni mirate, raccolte e analizzate. Il volume raccoglie la documentazione epigrafica latina relativa al culto di Ercole da parte di collettività civili, religiose, militari come anche di gruppi di cittadini e corporati. Ne emerge il quadro completo delle devozioni a carattere collettivo, le varie tipologie, la distribuzione geografica e cronologica, le associazioni con altre divinità, etc. Particolare evidenza è riservata alle epiclesi erculee.
Basti pensare alle testimonianze di culto a questo eroe che sono partite dall’iniziativa di associazioni e dei “collegia” per utilizzare un termine e una lingua quale la latina; l’attenzione, ad esempio, per l’unico riferimento epigrafico peninsulare, uno di questi collegi molto probabilmente posto sotto la protezione di Ercole: il sodales Herculanei in Tortosa.
Da studioso qual’è, Nicolò Giuseppe Brancato ha raccolto le iscrizioni che erano state scritte in cui l’omaggio ad Ercole proveniva da un’iniziativa collettiva, cioè un “collegium”. Ecco anzitutto una nozione globale dei vari aspetti della storia romana in cui il monumento epigrafico costituisce una fonte essenziale d’informazione; e se già molti altri studiosi e archeologi hanno dedicato la loro speciale attenzione a queste associazioni, di natura politico-religiosa e anche economica, non è stato vano -e bene ha fatto il Brancato- a isolarne una o una delle divinità, in modo da poter capire meglio quale fosse il suo ruolo. Il Brancato presenta il corpus di 162 iscrizioni, organizzate da collegia; iscrizioni di sodalícios, cultores e iuvenes; iscrizioni di corpi o unità militari; di comunità civili e professionali; e tutto raggruppa per province, regioni italiche e Roma. Nella seconda parte del volume ecco poi la sistematizzazione dei dati ottenuti, anzitutto la diffusione geografica di questi culti collettivi; le tipologie; gli epiclesi; i casi in cui Ercole è venerato insieme ad altre divinità; la possibile datazione dei monumenti; le conclusioni. Per quanto riguarda le tipologie, e riferendosi all’organizzazione del corpus sopra menzionato, ci sono stati: 62 testimonianze di collegia; 29 di sodalícios; 52 riguardanti corpi militari; 24 riguardanti comunità civili e professionali; i casi di funeraticia non raggiungono il numero di dieci, cioè, registrazioni in cui la funzione di garantire l’esumazione dei membri è particolarmente marcato. E infine si osservino gli appellativi, gli epiteti riferiti all’eroe, a Ercole detto Augustus, Invictus, Victor, Magusanus, Salutaris, Gagilianus, Nerianus, Hervianus(?), Frontonianus, Nouritanus, Respiciens, Somnialis. Prezioso il lavoro sui culti collettivi a un eroe che ha nome Ercole. Per quanto riguarda la cronologia della documentazione esaminata e riassunta, ecco che si ha maggiore concentrazione nel I secolo e nel II secolo d.C. con una progressiva diminuzione delle testimonianze nel III secolo e soprattutto nel IV secolo. Il volume è una miniera di raccolta di dati rispetto ai culti, si evince che questi non resistono all’ambiente in cui sono venerati; i loro devoti si appropriano onorevolmente dando loro epiteti locali o consonanti con l’attività in presenza, e anche le famiglie che hanno particolare devozione per loro non esitano ad assegnargli un epiteto derivante dalla loro nobiltà. Tutto frutto del cosiddetto “dominio romano”.
Carlo Franza