Piccolo ma prezioso libro questo di
Chiara Gatti (Insolite natività, Interlinea,
2012
) appena uscito in libreria  capace di
farci conoscere trenta capolavori sul tema della nascita di Cristo, e
capolavori letti in un percorso tutto lombardo di scoperte,studi e
testimonianze care. Si parte dal sarcofago di Stilicone oggi
accorpato al pulpito medioevale  di Sant’Ambrogio a Milano, alle
storie di Cristo affrescate nell’abside monumentale di Sat’Abbondio a
Como,e ancora alla grande vetrata con le storie della vita della
Vergine  del Duomo di Milano,a Le due madri del Segantini, fino alla
Maternità di Wildt. Si spazia nei secoli su un tema che tutti i
grandi pittori hanno rappresentato. Il Natale diventa storia,arte,
teologia e fede.

Si sa che solo i Vangeli di Luca e
Matteo  ci descrivono la nascita di Cristo,mentre nei vangeli
apocrifi  l’evento vive di aspetti magico-fiabeschi,basti pensare
alla “nube luminosa” che secondo il Protovangeli di Giacomo
avvolse la grotta  di Betlemme in quella fatidica notte;nube che si
ritrova negli affreschi  di Santa Maria Foris  portas a
Castelseprio,con la madonna stremata dal parto  che giace su un
pagliericcio all’interno della grotta.Lo scritto e la descrizione
delle icone vive di un fascino incredibile, che ingemma la plaquette
di  un linguaggio storico popolare capace di  avvicinare un pubblico
vario e non sempre  colto. Chiara Gatti,storica dell’arte, ha messo
in piedi una piccola ricerca che sorprende, incuriosisce, allarga i
confini  dell’evento oltre i maggiori pittori che tutti conoscono  e
assedia la terra lombarda non solo con la fede che la caratterizza
nelle scelte, ma con la competenza storico-artistica che gli
appartiene e oggi si certifica  e si incornicia significativamente.

“In questo viaggio nel passato e nei
misteri dell’incarnazione – sottolinea l’autrice – la Lombardia ha
svolto un ruolo importane. Un po’ perché, come sosteneva il grande
storico dell’arte Roberto Longhi, il sentimento della terra tipico
della scuola lombarda favorì una lettura dei sacri eventi guidata da
un sesto senso, comune a tutti gli artisti attivi sul territorio, per
la natura e la verità delle cose. E un po’ perché, intorno a
Milano, e più a nord, lungo la cosiddetta “cintura dei
santuari” […] la regione fu sempre teatro di una ricerca
artistica colta ed elevata, in grado di armonizzare tradizioni di
origini diverse […] mai disgiunte dalle esigenze delle comunità
contadine e mai prive di un potere divulgativo volto all’adesione
accorata dei fedeli”.

Carlo Franza

 

 

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