A Parma inaugurato il CSAC, Museo italiano punta di diamante del contemporaneo. Un progetto museale che finalmente compete con i grandi musei del mondo.
Finalmente un Museo coi fiocchi e un museo italiano. E badate bene, questo non a Milano ma a Parma. E già perché a Milano si scimmiotta con il Museo del Novecento in Piazza del Duomo ma a Milano manca ancora un Museo dell’Arte Contemporanea, che esiste già in molti paesi europei. Un museo, il CSAC, voluto grazie all’operosità di un collega quale il prof. Carlo Arturo Quintavalle, Ordinario di Storia dell’Arte presso l’Università di Parma. Finalmente un collega accademico operoso e ben inserito nei meccanismi dell’arte contemporanea. L’Archivio-Museo dello CSAC apre al pubblico sabato 23 maggio nell’Abbazia di Valserena, meglio conosciuta come la famosa Certosa di Parma, a pochi chilometri da Parma.
L’Archivio-Museo dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università) raccoglie e conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Uno straordinario patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi).
Alla conferenza stampa hanno presenziato Loris Borghi (Rettore dell’Università di Parma e Presidente CSAC), Andrea Cancellato (Direttore Triennale di Milano), Francesca Zanella e Carlo Quintelli (curatori e membri del Consiglio direttivo CSAC) e Claudia Conforti (membro del Comitato Scientifico Consultivo dello CSAC). Il Rettore Loris Borghi nella sua introduzione ha posto l’accento sulla grande soddisfazione dell’Ateneo di Parma “per avere raggiunto l’obiettivo di mettere in atto in soli dieci mesi nel complesso abbaziale di Paradigna un progetto architettonico che ha interpretato e dato forma al nuovo percorso espositivo e dunque alla dimensione museale che affianca e potenzia quella originaria dell’Archivio come luogo di ricerca e di didattica. Una grande scommessa che l’Ateneo di Parma ha realizzato e che è fiero di proporre nella sua ricchezza artistica e progettuale ad un pubblico più ampio”.
Per l’occasione sono stati annunciati i componenti del Comitato Scientifico Consultivo dello CSAC: Jeffrey Schnapp, Claudia Conforti, Jacques Gubler, Ugo Volli, Stefania Zuliani .
Lo CSAC, fondato nel 1968 da Arturo Carlo Quintavalle e in seguito diretto da Gloria Bianchino (fino al 2014), dal 2007 ha sede nella Abbazia cistercense di Valserena, tradizionalmente identificata come la stendhaliana “Certosa di Parma”. Gli spazi dell’abbazia sono stati oggi rinnovati attraverso un importante progetto architettonico promosso e sostenuto dall’Università di Parma. A partire dal 23 maggio, lo CSAC si propone però soprattutto come un nuovo spazio multifunzionale, una macchina viva dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica, con una partecipazione attiva da parte della comunità scientifica e del circuito dei ricercatori, dei dottorandi e degli studenti. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e di supporto all’istruzione univer-sitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei (tra quelli internazionali citiamo il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid). Il percorso espositivo del nuovo Archivio-Museo, attraverso gli spazi della grande Chiesa cistercense, della Sala delle Colonne, della Sala Ipogea e della Corte delle sculture, rappresenterà la complessità e la ricchezza delle collezioni dell’archivio con oltre 600 opere in mostra. Un’esposizione permanente in grado di rinnovarsi potenzialmente all’infinito attingendo allo straordinario repertorio visivo dell’Archivio, i cui materiali saranno esposti a rotazione.
Le sedici sezioni della Chiesa saranno dedicate a temi che faranno emergere la complessa natura di questo Archivio/Museo, attraverso le interazioni trasversali delle sue collezioni: dall’Arte alla Moda, dal Design alla Fotografia, dall’Architettura alla Pubblicità fino al Disegno della satira, con opere e progetti, solo per citarne alcuni, di Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Nizzoli e Bellini per Olivetti, Man Ray, Luigi Ghirri, Dorothea Lange, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Giuseppe Samonà, Armando Testa, Tullio Pericoli, Vincino. Chiude questo percorso la mostra monografica dedicata alla cultura figurativa e progettuale degli anni ’60 e ’70 con opere di artisti entrate nelle collezioni dello CSAC sin dai primi anni di attività, come quelle di Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass, Emilio Tadini. La Sala delle Colonne espone il lavoro di raccolta e studio delle opere conservate nell’archivio della Sezione Arte con un percorso cronologico dai disegni di Mario Sironi alla Poesia Visiva, insieme a documenti progettuali e di lavoro. Ai visitatori sarà offerta anche la possibilità di consultare, su prenotazione, i materiali degli archivi conservati nelle aree dell’Abbazia non aperte al pubblico. La Sala Ipogea, introdotta da Il Sentimento della Rivoluzione di Fausto Melotti, integra l’itinerario della scultura creato nella corte dell’Abbazia, che comprende numerose sculture di grandi dimensioni. Il nuovo CSAC è dotato di servizi di accoglienza e ospitalità, come un bistrot e una foresteria allestita in quelle che un tempo erano le celle dei monaci. Sarà presente anche un bookshop dove sarà possibile acquistare i cataloghi delle mostre che lo CSAC ha realizzato a partire dal 1969. Lo CSAC ha in programma progetti didattici per le scuole primarie e secondarie, iniziative speciali per i visitatori e aperture straordinarie con eventi a tema.
Carlo Franza