Gli alberi di Irene Kung, meraviglie del mondo.
“Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi.”Così ha scritto Hermann Hesse ne “Il Canto degli alberi”(1919) . Contrasto ha pubblicato “Trees”, il nuovo libro di Irene Kung, che dopo aver fotografato i monumenti più famosi del mondo e le città più belle della Terra, ha puntato ora il suo obiettivo sulle meraviglie della natura. Ulivi, cactus, alberi di melograno e mele, perché affascinata dalle loro forme e dal loro significato simbolico. Né voglio dimenticare il lavoro fatto da Federica Galli su “gli alberi monumentali d’Italia”, fogli incisi, un capitolo di perizia tecnica e di storia botanica. Ora Irene Kung ha fotografato 40 diversi tipi di alberi, piante secolari e non, mettendo alla prova tutta la sua maestria di osservazione e la sua abilità tecnica. Così la Kung: “Nel mio modo di lavorare è possibile riportare l’albero a quello che ho sentito. Il mio lavoro consiste proprio in questo: tolgo ciò che non è essenziale per far vedere l’albero com’è, come lo sento. È intuizione, è irrazionale: il razionale ci può portare fuori strada, il sentimento no”. Lo studio della luce e il suo utilizzo resta fondamentale nella struttura delle composizioni delle sue fotografie. Kung crea un’atmosfera intorno al singolo albero fotografando il particolare o l’intero tronco, inquadrando la chioma dall’alto o frontalmente, ma sempre cercando il modo migliore per evidenziare le caratteristiche della pianta che ha scelto di ritrarre. Le immagini, suggestive, conducono l’osservatore in una dimensione poetica e sospesa, ogni volta cerca di cogliere lo spirito del luogo e trasmetterlo, intatto, pulito, puro, scevro da ogni possibile contaminazione e da ogni disturbo urbanistico, sulla carta fotografica. Il suo è un processo solitario, fatto di attese e di pause, alla ricerca dello scatto giusto. Uno scatto fatto di passione per la natura, di amore per gli alberi, esseri viventi, scatti capaci di fermare luoghi come spazio-casa. Alberi viventi, guardiani del mondo, sospesi fra cielo e terra e con le chiome mosse da aliti di vento di scirocco o tramontana; alberi chiomati o disadorni, su cui scivola il tempo delle stagioni, e alberi soprattutto aventi corpo e forsanche anima. Così la Kung ha messo in piedi una carrellata di immagini-alberi che non sono sogno ma come per magia paiono fin troppo veri con nome e cognome, grazie alla sua sensibilità oltre misura. Una enciclopedia visiva che racconta esplicitamente l’attenzione per l’ambiente della fotografa, allarga il pensiero fino al poeta Girolamo Comi e alla sua rivista “L’albero” in quel di Lucugnano(Lecce) nel Salento, territorio oggi martoriato dalla Xilella vero cancro degli ulivi secolari, che sta falcidiando interi boschi di un patrimonio italiano, sacro.
Irene Kung è nata in Svizzera e ha studiato come pittrice. Negli ultimi anni ha ampliato il suo repertorio per includere la fotografia e ha raggiunto un riconoscimento internazionale con numerose mostre personali a New York, Londra, Milano e recentemente Pechino e Mosca. Ha esposto al BOZAR di Bruxelles e alla Certosa San Giacomo a Capri oltre a partecipare regolarmente a fiere in tutto il mondo. Il suo lavoro è stato pubblicato su testate internazionali come The New York Times Magazine, The Sunday Times Magazine, Sette di Corriere della Sera, China Daily e ed è stato selezionato dalla giuria a ParisPhoto nel 2010. È stata invitata da Contrasto a partecipare con una mostra di fotografie di alberi da frutto per il Cluster della Frutta e Verdura di EXPO 2015. Il libro sulle sue foto di architettura, ‘La Città Invisibile’, è stato pubblicato nel 2012 in inglese, francese, italiano e cinese e un nuovo libro di fotografie di alberi è in corso di preparazione.
Carlo Franza