A Castro (Le) scoperti nuovi tesori archeologici. Torna alla luce l’altare del tempio della dea Minerva.
Era l’estate del 2015, quando dagli scavi archeologici intrapresi a Castro nel Salento leccese, è emersa parte della statua della dea Minerva. Da Castro si gode uno straordinario panorama sul Canale di Otranto che gli antichi chiamavano stoma tou Adriou kolpou (bocca del Golfo adriatico).Tutto lasciava pensare così che ci sarebbero state nuove scoperte, tracce del passato greco-romano, proprio continuando a cercare nel sito archeologico. Il tempo ci ha dato ragione, perché il sottosuolo ha regalato una nuova testimonianza. E’ di queste ore l’ufficializzazione del rinvenimento dell’altare attribuibile al tempio di Minerva. Fino a questo momento, l’unico altare monumentale di tipo greco in Puglia. Importantissimi, da un punto di vista scientifico e culturale, i reperti recentemente portati alla luce. Tra gli ultimi, il famoso altare di Atena, che era posto davanti al tempio citato da Virgilio nel terzo libro dell’Eneide, ed era utilizzato come base per i sacrifici animali in onore della dea. Sono infatti state rinvenute decine e decine di ossa di animali, ora allo studio presso il laboratorio di Archeozoologia di Unisalento, e di carboni relativi alle pire sacrificali, allo studio presso il laboratorio di Paleobotanica di Unisalento.
L’altare risale alla seconda metà del IV secolo avanti Cristo ed è contemporaneo della statua di culto della dea, rinvenuta nel 2015, preceduta qualche anno prima da una piccola statuetta in bronzo. Entrambe raffigurano l’Atena di Troia, quella che indossa l’elmo frigio, a ulteriore riprova dei collegamenti con l’eroe in fuga sbarcato, secondo il mito, proprio a Castro. La campagna di scavi in località Capanne è ripresa nelle ultime settimane, con il contributo dell’amministrazione comunale, che, nella promozione della sua immagine turistica e, in senso lato, culturale, sta puntando sempre più sulla possibilità di rendere fruibili al pubblico i resti di un glorioso passato per una terra, il Salento, antichissima.
“Questo nuovo rinvenimento, al quale siamo certi ne seguiranno altri -ha affermato a tale proposito il sindaco Luigi Fersini- è solo l’ultimo in ordine di tempi che attesta lo straordinario patrimonio artistico e culturale della città di Castro. La nostra amministrazione intende profondere tutti gli sforzi possibili affinché Castro abbia il ruolo che merita nel panorama dell’archeologia internazionale”. Insomma, la perla del Salento che già vive picchi di richiamo turistico estivo e non, punta in alto. Già nota nel mondo per i suoi paesaggi a picco sul mare, ora intende estendere la sua fama e la sua gloria anche nel settore dello studio di civiltà e culture del passato che da qui transitarono e vissero.
Il lavoro è stato svolto in questi anni dal team di archeologi coordinati dall’archeologo Amedeo Galati, sotto la direzione scientifica di Francesco D’Andria, del dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Lecce, cui l’amministrazione dedica un ringraziamento a nome della comunità, per questa eccezionale scoperta. “I lavori – conferma il direttore scientifico della campagna di scavi Francesco D’Andria – non sono affatto terminati. Se c’è l’altare, rinvenuto poche settimane fa, vuol dire che siamo a pochi passi dal tempio. Fermarsi adesso sarebbe un delitto. Quando sono arrivato, esisteva un unico libro, che si chiamava ‘Panorama archeologico dell’estremo Salento’. Oggi il Salento ha recuperato la sua centralità attraverso la storia, e noi possiamo usare la storia per ribadire in maniera ancora più forte la centralità di questo meraviglioso territorio”. “La Regione – ha proseguito – ha fatto tantissimo per sostenere finanziariamente i lavori, e mi auguro che possa continuare a sostenerci. Anche perché, oltre che garantire la valorizzazione della nostra cultura attraverso la riscoperta delle nostre radici, il proseguimento dei lavori significa anche garantire occasioni reali di lavoro, non solo per i ricercatori e archeologi, ma per tutto l’indotto turistico attorno alla città e alla Puglia. L’interesse scientifico e mediatico è molto alto. Ma c’è ancora tantissimo da fare. I reperti continueranno ad essere esposti nel museo archeologico di Castro all’interno del Castello Aragonese, anche se gli spazi espositivi cominciano ad essere esigui, e c’è la necessità di creare un nuovo spazio, capace di presentare adeguatamente e valorizzare al meglio queste eccezionali scoperte. Come direttore scientifico di questo lavoro, mi sento solo di dire che tanto ho dato, ma tanto, tantissimo, ho ricevuto. Castro è un patrimonio immenso, e sono lieto di rappresentarlo nella comunità scientifica. Spiega ancora il professor D’Andria: “La scoperta del Santuario di Atena Troiana si collega direttamente al mito del viaggio di Enea, cantato da Virgilio nell’Eneide. Dopo aver lasciato Butrinto in Albania, Enea attraversa il canale ed entra in vista dell’Italia, nel punto segnato dalla presenza del tempio di Minerva: il nome antico di Castro era infatti Castrum Minervae. Gli scavi condotti in collaborazione tra Comune di Castro, Università del Salento e Soprintendenza della Puglia hanno portato alla luce il Santuario di Minerva cantato da Virgilio, del quale sarà possibile vedere i resti e i numerosissimi reperti. Il Progetto PoIn ‘Attrattori culturali, lavori parco archeologico sulle orme di Enea – tempio di Minerva’ ha permesso di inserire queste strutture dell’età ellenistica in un percorso che, correndo ai piedi delle fortificazioni spagnole, offre ai visitatori la vista di straordinari scorci paesaggistici, tra i terrazzamenti coltivati a orti e oliveti, il mare nel punto d’incontro tra Ionio ed Adriatico, il capo Iapigio, l’attuale promontorio di Leuca, de Finibus Terrae”.
Né va dimenticato che costeggiando l’Adriatico di lì a poco si arriva a Leuca dove troneggia a picco sui mari Adriatico e Ionio un Santuario Mariano ( Santa Maria de finibus terrae), che oggi vive una cornice di pellegrinaggi tutti europei; fu costruito anch’esso sui resti di un Tempio a Minerva di cui rimangono, ancora oggi, tracce significative.
Carlo Franza