“Spillover”, la peste diffusa. Il libro di David Quammen che anticipava il Coronavirus, è la bibbia del momento.
“Spillover. L’evoluzione delle pandemie” è il titolo del libro del momento, il libro che tutti dovrebbero leggere, balzato in pochissimo tempo in cima alle classifiche dei libri più venduti e che oggi tiene compagnia a tantissime persone in queste lunghe giornate di reclusione forzata. Nel libro, pubblicato la prima volta nel 2012 ed edito in Italia da Adelphi nel 2014, l’autore, lo statunitense David Quammen, aveva infatti previsto con qualche anno di anticipo la pandemia globale che oggi attanaglia il mondo intero, mettendo in guardia rispetto ai concreti rischi di un “next Big One” e spiegando con tali parole il termine “Spillover” che dà il nome al suo libro: “Non vengono da un altro pianeta e non nascono dal nulla. I responsabili della prossima pandemia sono già tra noi, sono virus che oggi colpiscono gli animali ma che potrebbero da un momento all’altro fare un salto di specie – uno spillover in gergo tecnico – e colpire anche gli esseri umani”.
Il vocabolo scientifico vuol dire salto, traboccamento, fuoriuscita, diffusione, espansione, ricaduta, con il quale si indica che tale processo di transizione di specie del virus è “zoonosi”, ossia malattia infettiva trasmessa dall’animale all’uomo e il suo primo responsabile, e secondo l’autore di Spillover, sarebbe l’uomo stesso. Intervistato recentemente dal New York Times, Quammen ha infatti puntato il dito proprio contro l’uomo, a suo parere il principale imputato dell’attuale pandemia globale: “Siamo stati noi a generare l’epidemia di Coronavirus. Potrebbe essere iniziata da un pipistrello in una grotta, ma è stata l’attività umana a scatenarla”. L’uomo sarebbe dunque colpevole –secondo il giornalista statunitense in linea con la ben nota vulgata ecologista– di aver con la sua azione manomesso e alterato il delicato equilibrio naturale, favorendo così il diffondersi di virus ed epidemie. Una tesi chiaramente espressa in una sezione del suo libro intitolata “Tutto ha un’origine”, nella quale l’autore spiega come l’opera di distruzione dell’uomo della biodiversità e il suo agire all’interno dell’ambiente abbiano creato le condizioni per la comparsa di nuovi pericolosi virus. In un’intervista a Stella Levantesi per Il Manifesto lo scrittore ha detto: “Sì, è così. Molti dei virus che hanno causato le zoonosi negli ultimi 60 anni hanno trovato il loro ospite nei pipistrelli. Sono mammiferi come noi e i virus che si adattano a loro hanno più probabilità di adattarsi a noi rispetto a un virus che è in un rettile o in una pianta, per esempio. La seconda ragione è che i pipistrelli rappresentano un quarto di tutte le specie di mammiferi sul pianeta, il 25%. È naturale, quindi, che sembrino sovra rappresentati come fonti di virus per l’uomo. Ci sono un altro paio di cose oltre a questo che rendono i pipistrelli ospiti più probabili, vivono a lungo e tendono a rintanarsi in enormi aggregazioni. In una grotta, potrebbero esserci anche 60.000 pipistrelli e questa è una circostanza favorevole per far circolare i virus. C’è un’altra cosa che gli scienziati hanno scoperto da poco: il sistema immunitario dei pipistrelli è più tollerante ad «estraneità» presenti nel loro organismo rispetto ad altri sistemi immunitari”.
Le tesi di Quammen sono state prontamente riprese anche nell’ultimo report di WWF Italia intitolato “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi-Tutelare la salute umana conservando la biodiversità” , in cui si spiega come all’origine della diffusione di epidemie e pandemie come quella che stiamo vivendo vi sia l’opera di distruzione dell’ambiente naturale portata avanti dall’uomo. “Molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SAR S, influenza aviaria, influenza suina e oggi il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2 definito in precedenza come COVID-19) – si legge a tale proposito nell’introduzione del report del WWF – non sono eventi catastrofici casuali, ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali. L’uomo con le proprie attività ha alterato in maniera significativa i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani, modificando a tal punto il Pianeta da determinare la nascita di una nuova epoca denominata “Antropocene” ”.
Il report dell’associazione ambientalista italiana cita nuovamente David Quammen, sottolineando come il diffondersi delle odierne pandemie sia la diretta conseguenza di un cocktail micidiale derivante dall’azione umana sull’ecosistema in un contesto di società globalizzata che vede l’uomo trasportare inconsapevolmente tali virus da capo all’altro della terra: “quando noi umani interferiamo con i diversi ecosistemi, quando abbattiamo gli alberi e deforestiamo, scaviamo pozzi e miniere, catturiamo animali, li uccidiamo o li catturiamo vivi per venderli in un mercato, disturbiamo questi ecosistemi e scateniamo nuovi virus. Poi siamo così tanti -7,7 miliardi di esseri umani sul pianeta che volano in aereo in ogni direzione, trasportano cibo e altri materiali -e se questi virus si evolvono in modo da potersi trasmettere da un essere umano all’altro, allora hanno vinto la lotteria. Questa è la causa alla radice dello spillover, del problema delle zoonosi che diventano pandemie globali”. Ecco cosa dice David Quammet: “Quando gli alberi cadono e gli animali nativi vengono massacrati, i germi che lì erano contenuti volano come polvere da un magazzino demolito. Li stiamo rimuovendo dai loro limiti ecologici naturali, luoghi in cui non erano molto abbondanti e subivano una feroce concorrenza, anche all’interno di un singolo animale. Li introduciamo invece in un nuovo ricco habitat chiamato popolazione umana, dove possono prosperare in gran numero”.
Le tesi di David Quammen sono senza dubbio interessanti e il libro ha il pregio, oltre a quello di aver “profetizzato” l’attuale scenario di pandemia globale, di spiegare argomenti complicati e complessi con un linguaggio chiaro e avvincente. Esplicito -e sconvolgente- il messaggio con il quale l’autore conclude il suo libro in cui si legge: “Quando hai finito di preoccuparti di questa epidemia, preoccupati della prossima”. Una frase, per il lettore e per tutti noi, certamente poco rassicurante, destabilizzante, ma che in realtà ben esprime l’impossibilità della scienza di domare le ignote ed implacabili leggi della natura. Il sottotitolo di Spillover (Animal infection and the next human pandemic) fa balenare infine la possibilità di una pandemia globale che porterà all’estinzione della nostra specie: la comunità scientifica ha già battezzato come Next Big One il prossimo virus zoonotico, in grado di diffondersi e infettare senza rimedio l’intero pianeta. Cosa da brividi.
Ma, in particolare, l’analisi di David Quammen risulta parziale in quanto si svolge su un piano puramente scientifico, tralasciando del tutto l’esistenza di una entità superiore. Il giornalista statunitense legge e analizza infatti la realtà unicamente con le lenti dello scienziato che escludono a priori cause e motivazioni che vadano oltre la asettica e fredda evidenza scientifica. Una prospettiva, in altre parole atea, che esclude Dio e qualsiasi motivazione trascendente da ogni fatto e accadimento naturale.
David Quammen è un divulgatore scientifico, scrittore e giornalista del «National Geographic». Ha studiato letteratura a Oxford; oggi vive in Montana, ma viaggia molto per conto del «National Geographic». Ha lavorato anche per altre riviste e giornali, tra cui «Harper’s», «Rolling Stone» e il «New York Times».
Carlo Franza