1200px-CossignanoLa bella stagione e l’estate 2020  si avvicinano, ed è così motivo per tutti pensare a talune bellezze d’Italia che vanno visitate, e che molti, anzi moltissimi, non conoscon485020180228220038766979o. Cossignano è un borgo marchigiano di nemmeno mille abitanti  in provincia di Ascoli Piceno. Questo borgo medioevale  vive adagiato tra colline ricamate, vitigni e calanchi. Vi assicuro  che il paesaggio che gli vive attorno vi spolvera lo sguardo con la magia di chi sa leggere la bellezza di un territorio, immortalato nella sua pittura anche dall’artista Tullio Pericoli, amico e intellettuale di chiara fama. Vi cattura subito lo sguardo la cinta muraria che caratterizza molti borghi di questo territorio, che appartenne allo Stato Pontificio, e quella Chiesa dell’Annunziata – luogo di culto e pinacoteca- , unitamente alla tenacia della gente che vi abita che ha saputo reagire al sisma che ha colpito il centro Italia tra il 2016 e il 2017. Il territorio di Cossignano, ampio poco più di 15 km², occupa l’area collinare della dorsale fra le sorgenti del torrente Menocchia e del fiume Tesino.unnamed Il centro storico potrebbe essere contenuto in un campo di ccossignanoalcio: misura 180 m per 90 m ed è di forma ovoidale. Il centro sorge più elevato del resto del comune protetto dalla cinta muraria. Cossignano è costituito da colline più o meno dolci e alcuni calanchi. Alcuni reperti rinvenuti dagli archeologi mostrano che Cossignano fosse abitato già al tempo dei Piceni. Nel 268 a.C. i Romani occuparono l’area di Cossignano. I Cossinii di Tivoli fecero arrivare un gran numero di schiavi che costruirono una fattoria, disboscarono e resero coltivabili gran parte delle terre circostanti all’attuale comune; questi avrebbero dunque dato il nome alla zona di fundus Cossinianus o praedium Cossinianum. Un nome più antico dovrebcossignano-panoramabe essere Castellum Martis, esiste qualche prova sull’esistenza di questo nome rinvenuta nella vicina Cupra Marittima.  Rimane comunque il fatto che il motto di Cossignano sia Ferax et Ferox, motto che rivela sia un’attitudine alla coltivazione della terra, sia all’arte militare. Nel 233 a.C. o 232 a.C. i cossignanesi diventano Cives Romani sine suffragio e iscrifoto08.jpg-770x350tti alla tribù Velina insieme agli altri Piceni e agli Umbri. Molti vengono arruolati come soldati di professione nell’esercito di Gaio Mario. Si attesta l’esistenza di un certo Cossineo che morì nella guerra spartacica. Ai tempi di Cesare e Pompeo visse forse il cossignanese più potente della storia del piccolo paese,  Lucio Afranio, che si schierò decisamente dalla parte di Pompeo, fu per un certo periodo governatore della Siria, fu eletto console nel 60 a.C. poi però successivamente alla vittoria di Cesare nella battaglia di Farsalo il suo astro declinò in fretta.cossignano-vista2

In epoca  medievale la storia di Cossignano si legò a quella dello Stato Pontificio, e fu sempre di parte guelfa. Cossignano deve a papa Niccolò IV, il papa ascolano, un primo riconoscimento di autonomia nel 1291. Nonostante da questa data Cossignano era di fatto autonomo la fondazione si fa risalire al 1303  quando papa Bonifacio VIII concesse la Coelestis Paterfamilias. cossignano-chiesaLe ipotesi sul  perché di questa  sono,  la prima perché ricorreva il millenario del martirio di San Giorgio, la seconda perché in questo anno Cossignano aveva ottenuto fondi sufficienti per costruirsi un comune e una campana. E’ presumibile fossero  vere entrambe.  Durante il medioevo Cossignano ha adottato una politica difensiva, l’unica possibile poiché non contava più di mille abitanti già allora e avephoto4jpgva un castello in una buona posizione. Per far fronte al bisogno di uomini Cossignano chiedeva soprattutto aiuti ad Ascoli e allo Stato Pontificio. Questo gli provocò l’ostilità di Fermo che era interessata a Cossignano per controllare meglio le mosse della sua eterna rivale Ascoli, e dei paesi che diventavano ghibellini. Nel 1229 il duca di Spoleto Rainaldo concesse Cossignano, con facoltà di demolirla, alla vicina Ripatransone, in ricompensa per aver respinto un assedio di parte guelfa; ma la pace tra Federico II e Gregorio IX salvò il castello dalla distruzione.

cossignano_03Nel 1377, il più spavaldo, valoroso ma crudele dei signori ghibellini, Boffo da Massa, con l’aiuto di Rinaldo da Monteverde e degli ascolani si impadronisce di Cossignano e di Castignano; minaccia Carassai, castello del fermano già possesso dei suoi avi. Esiliati gli avversari, sempre nello stesso anno realizza una piccola signoria al confine tra gli stati di Fermo e di Ascoli Piceno costituita da Carassai, Castignano, Cossignano e Porchia. Ha pure mire su Santa Vittoria in Matenano. Nel 1380 Antonio di Acquaviva della famiglia dei duchi di Atri, fece prigioniero Guarniero, figlio di Boffo e lo rinchiuse nel carcere di Santa Vittoria. Lo tenne in ostaggio a lungo e minacciò di ucciderlo se il padre non gli avesse consegnato i castelli di Porchia e Cossignano.Cossignano-Città-per-il-verde Il 4 settembre 1387 Boffo da Massa viene ucciso a Carassai. Cossignano, il giorno dopo la morte del Tiranno (e Porchia il giorno susseguente) si confederò con Fermo. Passano solo 6 mesi e Cossignano, il 7 maggio 1388 si ribellò e discacciò i Podestà ed i soldati Fermani. Nel 1396 Andrea Tomacelli il governatore della Marca decise di risiedere per un breve periodo a Cossignano che divenne il capoluogo della regione da lui governata. Nel 1581 viene redatto lo statuto del Comune di Cossignano. Oggi questo documento è conservato presso l’Archivio di stato a Roma e nella British Library di Londra. All’indomani della nascita del Regno d’Italia gli intellettuali cossignanesi difesero e mantennero l’autonomia del comune, messa in discussione per via delle esigue dimensioni di Cossignano

Cosa c’è da vedere a Cossignano oltre al paesaggio che imprigiona lo sguardo in un mistero infinito?  Ecco: nell’antica Chiesa dell’Annunziata sono presenti vari affreschi di scuola crivellesca (attribuiti a Pietro Alemanno), un affresco attribuito a Cola dell’Amatrice, un affresco e una tela di Vincenzo Pagani. La chiesa di Santa Maria Assunta che contiene diversi dipinti del 1700 e alcuni precedenti. In una teca è inoltre conservato un prezioso reliquario contenente resti di moltissimi santi, un pezzo di croce molto antica, probabilmente medievale, ma che si dice provenire proprio dalla croce di Cristo. Questi due preziosi oggetti sono un dono di  Papa Niccolò IV. Il palazzo comunale che contiene un quadro di grandi dimensioni raffigurante San Giorgio sceso da cavallo fra Sant’Antonio abate e Sant’Antonio di Padova, una preziosa camicia rossa appartenente a uno dei mille e in cima la campana tubolare risalente al 1303 decorata con uno stemma del comune e una invocazione alla Vergine costituita dalle iniziali dell’Ave Maria e dal motto derivante dall’epitaffio di Sant’Agata, Mentem Tuam Sanctam Spontaneam Honorem Deo Et Patriae Liberationem.  E infine il torrione, dove nelle rievocazioni storiche è possibile, vedere lo stendardo Cossignanese raffigurante San Giorgio a cavallo, rivisitazione dell’originale perduto da molto tempo.

Cossignano è da vedere, quando poi sarete in alto, nel borgo medioevale, lo sguardo si perderà nella marea delle colline che lo attorniano, nel sapore antico che si respira fra le vie, in un tempo che pare essersi fermato per accogliervi.  

Carlo Franza

 

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