L’israeliano Yuval Avital con “etere” ci racconta il mondo attraverso un linguaggio multimediale. La mostra a Milano da Building.
BUILDING (Via Monte di Pietà 23- Milano) inaugura giovedì 8 aprile 2021 la mostra personale E T E R E dell’artista e compositore Yuval Avital, a cura di Annette Hofmann, visitabile fino al 26 giugno 2021. Il progetto espositivo è appositamente ideato dall’artista per i quattro piani di BUILDING, strutturandosi come un racconto in quattro capitoli, una carta-scenografica del mondo, dove ogni spazio è pensato come un microcosmo che racchiude e rispecchia un ambiente definito, connesso agli altri secondo un percorso di ascensione. Al pari delle sue opere, Yuval Avital ha concepito “ETERE” come un ambiente immersivo e totale nel quale confluiscono linguaggi e strumenti espressivi differenti. Il percorso espositivo presenta infatti una selezione di sculture sonore, fotografie, videoproiezioni e installazioni multimediali – alcune delle quali mai esposte – rappresentative della ricerca dell’artista, accanto a un’inedita produzione pittorica di oltre 80 dipinti presentati al pubblico italiano per la prima volta.
Scrive in catalogo Annette Hofmann: “La mostra, prima personale di Yuval Avital in BUILDING, invita il visitatore a partecipare a un viaggio dentro la narrazione multidisciplinare dell’artista. Nel cuore della pratica di Yuval Avital si situa il momento presente, inteso in senso assoluto, e incentrato sull’esplorazione dei concetti di identità/subconscio, oscurità/luce e amore/desiderio. Ciascun lavoro riflette le qualità formali e materiche di una coscienza e di un’esperienza comuni, le quali originano un cerchio magico non solo dentro l’architettura unica di BUILDING, ma anche all’interno della propria narrativa. Tutte le opere descrivono un’impellente ricerca di verità che porta il visitatore a confrontarsi con il proprio momento presente”. Yuval Avital è conosciuto per le sue grandi installazioni e per la creazione di complesse opere multimediali che sfidano le tradizionali categorie che separano le arti. Avvicinandosi anche alle pratiche dell’arte partecipativa, la sua ricerca comprende l’utilizzo di pittura, scultura, performance, video e fotografia, spesso in dialogo e connubio con la componente sonora. Il progetto di mostra E T E R E, così come tutte le opere su larga scala di Avital, si configura come un ambiente immersivo e totalizzante nel quale confluiscono linguaggi e strumenti espressivi differenti che spaziano dalle tecniche più tradizionali, fino a quelle più innovative e interdisciplinari come le creazioni “icono-sonore”, così definite dall’artista sin dall’inizio della sua ricerca.
L’incipit della mostra di Avital è la fiaba Il Cuore e la Fonte tratta dal Racconto dei sette mendicanti del Rabbino Nachman di Breslav di cui E T E R E è una trasposizione metaforica, dinamica e sensoriale che si snoda in un percorso espositivo articolato. Nel racconto del Rabbino Nachman, il mondo possiede un Cuore che arde di desiderio per la Fonte d’acqua che si trova all’altra estremità del creato. Anche la Fonte brama il Cuore, ma vivono lontani nel tempo e nello spazio senza possibilità di raggiungersi e senza smettere di desiderarsi. Ma, prima che il giorno finisca e che la Fonte si prosciughi e che, di conseguenza, il Cuore si spenga nel suo dolore mettendo fine anche alla vita del mondo, l’Uomo Giusto regala un nuovo giorno al Cuore, e il Cuore alla Fonte, così che possano rinascere insieme. Come il Cuore del Mondo nella fiaba, l’Uomo nella visione dell’artista è un essere per sua natura incompleto, costantemente accompagnato da un sentimento di assenza che lo spinge a ricercare le sue parti mancanti nella realtà fisica, psichica e metafisica. Lungo il suo cammino, egli si imbatte in Angeli e Demoni, esperisce sia l’Amore sia il Lutto sia la Nostalgia, aspirando al Trascendentale e al Terreno Utopico. Il vuoto incolmabile presente tra l’Uomo e le Cose è il vettore di questo viaggio e costituisce l’essenza di E T E R E.
“Vivere l’Etere significa per me tentare di essere completamente dentro le Cose” – spiega Yuval Avital – “non osservarle dall’esterno né concettualizzarle, ma immergendomici. Questo modus operandi riflette le mie idee di totalità (anche in senso wagneriano) dell’arte come rito inclusivo, ma sopratutto si riferisce a quello che cerco di fare con il mio lavoro, ovvero svelare almeno in parte le verità nascoste nelle Cose. Quest’ultimo è forse il filo conduttore principale della mia opera in tutte le sue manifestazioni, chiedendo a me stesso un ascolto profondo, uno stato di apertura e vulnerabilità assoluto, il medium artistico non è soltanto un mezzo ma anche un sensore, una membrana, un’esca. La mostra E T E R E, che raccoglie molti anni di questa mia ricerca, presenta numerose opere inedite, alcune create appositamente per l’occasione, diventando quindi per il visitatore non soltanto un excursus estetico ma soprattutto un viaggio esperienziale”.
E’ il trionfo delle “nuove tecnologie” in questa mostra “totale” come preferisco chiamarla, dove cielo e terra ci raccontano il mondo, l’ambiente; ed è una mostra, soprattutto, che indaga il passato e il presente, l’origine e la fine, il basso e l’alto, senza tralasciare quella musica, quell’oro del suono che volge la visione.
Yuval Avital (Gerusalemme, 1977) vive e lavora a Milano. E’ conosciuto a livello internazionale per le sue installazioni su larga scala e per la creazione di complesse opere multimediali che sfidano le tradizionali categorie che separano le arti. Avvicinandosi anche alle pratiche dell’arte partecipativa, la sua ricerca comprende l’utilizzo di pittura, scultura, performance, video e fotografia, spesso in dialogo e connubio con la componente sonora, punto di partenza della sua produzione. Artista multimediale e compositore, la sua ricerca comprende pittura, scultura e arte performativa, poste in dialogo con la componente sonora, base portante della sua produzione. È noto per le sue opere “icono-sonore”, composizioni di carattere scenico “totale” – nell’accezione wagneriana del termine – caratterizzate dalla stretta coesistenza di partiture, inclinazioni di musica elettronica ed elettroacustica, elementi visivi e performativi, che coinvolgono esecutori di varie categorie, da musicisti classici a suonatori di strumenti antichi tradizionali, fino alla partecipazione di gruppi di non-musicisti avvicinandosi così alle pratiche dell’arte partecipativa. Ogni sua opera rivela un’identità precisa divenendo un microcosmo esperienziale, poetico ed emotivo, frutto di una ricerca meticolosa, creando rituali contemporanei con un linguaggio attentamente codificato che sfida le tradizionali categorie che separano le arti. Tra i suoi progetti più importanti: Human Signs, progetto virtuale, 2020; Meditations on Daniel Libeskind’s “Theatrum Mundi”, London Design Festival, Londra, 2020; Il Giardino dei Sonagli, Mulinum San Floro, Calabria, 2019; URLA, partitura geografica presentata a Matera Capitale della Cultura 2019; ICON-SONIC POSTCARDS n.2 – Postcards from Rome, MACRO Asilo, Roma, 2018-2019; Giobbe, Terme di Diocleziano, Roma, 2018; Open Fence, la più grande scultura sonora mai realizzata in Italia, EastEndStudios, Milano, 2017; Fuga Perpetua, in collaborazione con le Nazioni Unite (UNHCR), Teatro Comunale “L. Pavarotti”, Modena, 2016, NEAT Festival Nottingham, 2016, Tel Aviv Museum, 2017 e Musiktheater im Revier, Gelsenkirchen, 2019; Requiem Monumentale, Cimitero Monumentale di Milano, 2017; Alma Mater, la più grande installazione sonora mai realizzata in Italia, Fabbrica del Vapore, Milano, 2015; Garon, evento conclusivo dell’installazione Dirty Corner di Anish Kapoor, Milano, 2012; Space Unfolded, in collaborazione con scienziati NASA e ESA, Bergamo Scienza, 2012. Ha esposto in musei e istituzioni italiani ed esteri tra cui: GAM Galleria di Arte Moderna, Torino, 2020; Manifesta 13 – mostra collettiva Real Utopias, Marsiglia, 2020; Museo Marino Marini, Firenze, 2019; Biennale Ostrale – evento di apertura, Dresda, 2019; Saint Antoine Church, Istanbul, 2019; Centre des Arts, Ginevra, 2019; MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, Roma, 2018-2019; Museo Nazionale Scienza Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano, 2017; Fondazione Fabbrica del Cioccolato, Svizzera, 2017; Triennale Milano, Milano, 2016; Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella, 2015; Fabbrica del Vapore, Milano, 2015; Fondazione Pomodoro, Milano, 2010.
Carlo Franza