Le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano la mostra “Vivian Maier inedita”, visitabile fino al 26 giugno 2022.  Vivian Maier (New York 1926 – Chicago 2009) è stata una fotografa statunitense, della cui attività artistica si sapeva ben poco fino a pochi anni prima della scomparsa. Come per altri artisti rimasti sconosciuti o semisconosciuti durante la loro vita, Vivian Maier e, soprattutto, la sua enorme quantità di negativi è stata scoperta nel 2007, grazie alla tenacia di un giornalista, John Maloof, anche lui americano, il quale, nel 2007, volendo scrivere un libro sulla città di Chicago, e avendo poco materiale iconografico a disposizione, decise di comprare in un’asta una grande cassa piuttosto malandata, sapendo solo che era appartenuta ad una donna appassionata di fotografia. La cassa, che gli costò appena 380 dollari, al suo interno nascondeva centinaia di negativi e decine di rullini ancora da sviluppare. Incuriosito dallo straordinario ritrovamento volle saperne di più sulla donna a cui la cassa era appartenuta: venne a sapere che Vivian aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia soprattutto nella città di Chicago; durante le giornate libere o nei periodi di vacanza era solita scattare foto della vita quotidiana di città come New York, Chicago e Los Angeles. La maggior parte delle sue foto sono street photos e la Maier può essere considerata una antesignana di questo genere fotografico. Inoltre, scattò molti autoritratti, caratterizzati dal fatto che non guardava mai direttamente verso l’obiettivo, utilizzando spesso specchi o vetrine di negozi come superficie riflettente. La sua vita può essere paragonata a quella della poetessa statunitense Emily Dickinson, che scrisse le sue riflessioni e le sue poesie senza mai pubblicarle e, anzi, a volte, nascondendole in posti impensati, dove furono ritrovate solamente dopo la sua morte. Dal momento della sua scoperta, Maloof ha svolto una grande attività di divulgazione della sua opera fotografica, organizzando esposizioni in tutto il mondo. È una grande fotografa, tornata alla ribalta con diverse mostre le l’hanno fatta conoscere ad un più vasto pubblico, ci riserva però ancora tante sorprese mano mano che dal suo archivio spuntino tanti inediti. Da ciò l’importanza di una grande mostra allestita alla Sala Chiablese dei Musei Reali della città sabauda. Fin dal titolo, “Inedita”, l’esposizione che giunge in Italia dopo una prima tappa al Musée du Luxembourg di Parigi, si prefigge infatti di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier, approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora inediti, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell’estate del 1959. La mostra, curata da Anne Morin, è co-organizzata da di Chroma e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais, prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali e il patrocinio del Comune di Torino, e sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale. L’esposizione presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le sue macchine fotografiche Rolleiflex e Leica, e uno dei suoi cappelli. Il percorso espositivo tocca i temi più caratteristici della sua cifra stilistica e si apre con la serie dei suoi autoritratti in cui il suo sguardo severo si riflette negli specchi, nelle vetrine e la sua lunga ombra invade l’obiettivo quasi come se volesse finalmente presentarsi al pubblico. Oltre 250 scatti di Vivian Maier, artista nota sulla scena internazionale a partire dal 2007, quando il suo corpus fotografico è stato scoperto a pochi anni dalla morte, avvenuta nel 2009. L’esposizione si sviluppa intorno ai temi ricorrenti nella produzione della fotografa americana, principalmente la strada e la vita che animava i quartieri popolari in Europa e negli Stati Uniti, documentando i cambiamenti sociali del proprio tempo.

La mostra, curata da Anne Morin, è organizzata da di Chroma photography in collaborazione con i Musei Reali e la società Ares di Torino, la John Maloof Collection di Chicago e la Howard Greenberg Gallery di New York. L’esposizione è sostenuta da Women In Motion, un programma di Kering per evidenziare il ruolo delle donne nelle arti e nella cultura.

“La mostra”, dichiara  Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino, “propone una parte dell’opera ancora sconosciuta di Vivian Maier, universalmente apprezzata dopo il ritrovamento dei suoi archivi nel 2007, e indaga le origini della sua poetica, legata soprattutto alla sua tipica e ormai iconica osservazione street, un tema chiave oggi frequentato e condiviso anche tramite i social media da fotografi di diversa cultura ed estrazione. La strada come attualità e contemporaneità, e, accanto, l’itinerario privato di una donna alla ricerca della sua identità”. “Vivian Maier”, spiega la curatrice Anne Morin“è una fotografa amatoriale che cercava nella fotografia uno spazio di libertà; benché il suo lavoro sia passato inosservato per tutto il corso della sua vita, si ritrova nella storia della fotografia a fianco dei più grandi maestri quali Robert Doisneau, Robert Frank o Helen Levitt”.

Carlo Franza

 

Tag: , , , , , , ,