Ho  tra le mani l’ultimo romanzo dell’Ambasciatrice Elena Basile, il cui  bellissimo e coinvolgente  titolo  “In famiglia” (La Nave di Teseo Editore, pp. 432, 2022) mi ha  riportato a una serie di scrittrici italiane di chiara fama, vale a dire Anna Banti tra storia e psicologia, Gianna Manzini e le sue atmosfere interiori,  Anna Maria Ortese con i suoi mondi fiabeschi del realismo magico e le rappresentanze della realtà popolare, ed anche la grande Elsa Morante de La Storia, e perfino la Grazia Deledda   con i mondi affettuosi  e realistici e le radici  della sua terra de La Madre, di Elias Portolu e  Canne al vento. Finalmente una scrittrice italiana che ridà voce alla narrativa, che riporta la narrativa italiana sull’altare della gloria. Elena Basile, di professione Ambasciatrice, sulle orme di Virginia Wolf ci abitua alle atmosfere di aura incantata, ai suoi flash-back ora fulminei ora lunghissimi, trattando di una vicenda familiare. Il carattere di questo romanzo svela un lacerante sforzo di sincerità, raccolto dalla letteratura in una specie di espressionismo meraviglioso. E’ la Napoli di tutta la sua vita che si vede intorno, presenza e memoria insieme, ma anche riflessione, pietà, trasporto, sdegno, ed anche forza e speranza. La presenza di Napoli è un oggettivo contorno, ma il punto forza del romanzo è in quell’ambiente fisico -in famiglia- dove poter guardare e non solamente per descrivere, ma soprattutto per entrare in una storia esistenziale.

Un romanzo fra i più memorabili dell’ultimo decennio, il più bel romanzo che mi sia capitato di leggere in questi ultimi anni, perchè il punto di forza della Basile sta nel far convergere sui fatti osservati e sulle dinamiche familiari osservate, la forza della propria sensibilità. E’ un blocco di pagine d’oro, di pura altissima malinconia, in una Napoli bellissima:“E non mi dispiace camminare per queste strade polverose di una città che ho dato per scontata. Che sapevo stupenda e di cui non mi accorgevo. La città cui si appartiene senza tante storie. Spiata nei suoi angoli nascosti, di una bellezza clandestina che i napoletani hanno un po’ stampata nei geni. Eppure la polvere e l’aria sporca, il chiasso nelle strade mi aggrediscono ogni giorno.  Nelle pagine passato e presente si scontrano di continuo, pur tra sbalzi di tono, sincopi grammaticali, illusioni romantiche dilatate per echi multipli all’infinito; la scena è fissa, in famiglia, con

pagine che danno scrittura alla qualità della sua voce, ai ricordi della giovinezza, ai sogni, alla personale storia, ai fili conduttori della vita e della morte, dell’amore e della disperazione, della beatitudine e del male.

L’abstract, ovvero la breve sintesi del contenuto del romanzo ci dice: “In famiglia: Giovanna ogni sera percorre le vie attorno casa, a Napoli, in un esercizio quotidiano utile al suo cuore affaticato. Mentre cammina pensa a Mario, suo marito, un ex giudice. I due si sono conosciuti da ragazzi: riflessivo e astratto e malinconico lui, curiosa e irrequieta e selvatica lei. Senza particolare passione, ma grazie all’ostinazione di Mario, il matrimonio si compie e la famiglia, che va a vivere in uno spazioso appartamento al Vomero, presto si allarga: arriva Alfredo, bambino insicuro e inquieto, e qualche anno dopo Emanuela, delicata e bella, di cui Alfredo è gelosissimo. Elena Basile descrive i rapporti inestinguibili che incatenano i personaggi di una famiglia tra competizione, affetto e passioni oscure, mentre inseguono una serenità mai veramente vissuta. Una storia di speranza incarnata da donne forti e fragili insieme, che tengono le redini di una famiglia imperfetta, come forse lo sono tutte, e capace per questo di sorprenderci in ogni momento”.

Va sottolineato che la trama del suo narrato lascia leggere, nel panorama della nostra narrativa contemporanea, la tenace fedeltà alle proprie origini, in nome di un lirismo acceso, ipersensitivo, aperto sempre a una scrittura calligrafica ed esclamativa, la cui storia è avvolta da un’aura incantata, poetica, in un inquieto paradiso  a più   dimensioni. Il passato svela molte identità ritratte,        Giovanna, Mario, Emanuela, Alfredo, Milena, essi diventano non solo “frammenti irriconciliabili” e “nota gaia e paradossale”, ma con qualche differenza col presente, sono spia di un sentimento, di incontri, di gesti; e il tempo e la memoria giocano un tempo, trasformandolo in percezione. La Basile si rimette al flusso proustiano della memoria pura, per salvare la verità, la disperata ricerca di verità, nel buio dei sentimenti, mentre il disincanto del tempo rende più semplice ogni recupero. Basta leggere queste parole: “Queste storie che si incrociano con la mia e spariscono chissà dove; ma io mi lascio distrarre solo per un istante e poi, la testa bassa, affretto il passo come mi ha ordinato il dottore. Ogni giorno fino a Piazza Vanvitelli e ritorno. Il mio dovere, il mio piacere: ormai ben poca, impercettibile, è la differenza. È la mia vita ristretta. Com’è potuto accadere? È questa la domanda che è rimbalzata dalla sfera piena di questa luna, estranea e un po’ severa, che mi è sembrato si fosse posta così alta nel cielo, così altera, solo per giudicare me, misera e ingobbita, e chiedermi “Giovanna, com’è successo?”. Risuonava a mezz’aria, la domanda. La udivo bene, a dispetto del traffico e dei clacson. Gli anni sono andati, come i figli e un matrimonio assente. Ci si abitua: il dolore schivato, i ricordi evitati, i dettagli che riempiono un tempo che non vogliamo nostro”. Il romanzo vive in un ritmo assorto e disteso, nasce dalle coloriture talvolta amare, imposte dal sogno, si dà come riepilogo di un’intera esistenza, il lume diffuso dei ricordi resta affidato alla pietà, che nella Basile ha toni di esaltante dolcezza.

Elena Basile è nata a Napoli ma ha vissuto per motivi di lavoro in Madagascar, Canada, Ungheria e Portogallo. È stata Ambasciatore d’Italia in Svezia (dal 2013 al 2017) e in Belgio (dal 2017 al 2021). Tra i suoi libri, il romanzo «Una vita altrove» (2014), finalista al Premio Roma, e la raccolta di racconti «Miraggi» (2018), tradotta in Belgio.
«In Famiglia», di Elena Basile – La Nave di Teseo, Milano, 2022, 18,00 €.

Carlo Franza

 

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