Le Poesie industriali di Marcel Broodthaers al Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano MASI | LAC
La mostra è organizzata in collaborazione con WIELS, Bruxelles. A cura di Dirk Snauwaert e Charlotte Friling, presentazione al MASI Lugano a cura di Francesca Benini in collaborazione con Maria Gilissen Broodthaers, Marie-Puck Broodthaers e Succession Marcel Broodthaers.
La mostra, visitabile fino al 13 novembre è articolata in un percorso fluido, che tocca i diversi temi, momenti e ossessioni dell’universo artistico di Marcel Broodthaers: dalle prime Poesie industriali al progetto del suo personale Musée d’Art Moderne, Département des Aigles, dal cinema ai riferimenti a Magritte e Mallarmé, fino agli esperimenti al confine tra parola scritta e arti visive.
Le prime placche create da Broodthaers nascono nella primavera del ’68 e riflettono appieno il clima socio politico dell’epoca, segnato dai movimenti di contestazione. In questo senso, Académie I e Académie II, primo soggetto della serie di 36 placche, porta un titolo volutamente incongruo e provocatorio rispetto a un periodo caratterizzato dall’anti-accademismo. Creare rebus, contraddizioni e ossimori, giocando con il linguaggio e la percezione è una costante nelle opere di Broodthaers. Le due placche Multiple (Multiplié) illimité e Multiple (Multiplié) inimitableriportano al tema della riproducibilità dell’arte attraverso il multiplo, creando vertigini concettuali fin nel titolo.
Anche svelare il funzionamento e le dinamiche del museo senza quasi mai esporre opere d’arte suona come un gioco contraddittorio, che Broodthaers mette in atto in uno dei suoi progetti più noti, il Musée d’Art Moderne, Département des Aigles, istituito nel settembre del ’68. Si tratta di un museo fittizio, situato presso l’abitazione di Broodthaers a Bruxelles, di cui si autoproclama direttore e curatore. Diverse opere in mostra sono legate a questo progetto, tra cui Museum, enfants non admis, in cui l’avvertimento in rosso “enfants non admis” si ispira al linguaggio della segnaletica stradale o delle regole e istruzioni rivolte agli utenti delle istituzioni pubbliche. La placca Musée d’Art Moderne, Les Aigles, Section XIXe siècle (Les Portes) – unico soggetto realizzato in questo grande formato – ha le proporzioni di una vera porta e presenta invece il museo come promessa di rifugio da una fittizia pioggia battente. Chez votre fournisseur (Le Vinaigre des Aigles) riporta a una poesia dell’artista e alla figura dell’aquila, soggetto ricorrente nella sua opera visiva.
Molte placche e lettere aperte sono legate a René Magritte, che Broodthaers considerava un modello di riferimento. L’antitesi tra oggetto reale e la sua “traduzione” in parole o immagini, al centro della ricerca magrittiana, è ripresa da Broodthaers anche nel film La Pipe (Gestalt, Abbildung, Figur, Bild), in cui gli oggetti appaiono e scompaiono dietro una nuvola di fumo, a sottolineare quanto sia ambigua e “fumosa” la rappresentazione di un oggetto attraverso le immagini. La pipa torna come soggetto anche dell’opera sonora Intervista al gatto del 1970, in cui l’artista interroga il felino sull’arte contemporanea (che il pubblico può ascoltare in mostra attraverso delle cuffie in loco o con il proprio cellulare tramite QR code).
Portare la poesia, il linguaggio e la scrittura nelle arti visive è un altro tema cardine che attraversa l’opera di Broodthaers. In questo campo, il poeta Stephané Mallarmé è per lui un riferimento costante, per aver aperto la poesia alla musicalità, allo spazio e al ritmo e averle conferito “qualità visive”. Diverse opere legate a queste ricerche si concentrano sui segni di punteggiatura, come L’Alphabet e Modèle : la virgule, in cui la virgola è protagonista come espressione di una pausa, contropartita del silenzio. Anche le parole raccolte nella placca Société si rifanno alla poesia associativa e simbolista: per quanto evocative e suggestive, non formano infatti un significato chiaro, ma sembrano associate in base alla loro sonorità e al loro effetto tipografico. Mirano invece a produrre un certo disorientamento le frecce che puntano in direzioni opposte in Museum – Musée, Section Cinéma, in riferimento alla sezione omonima del suo museo, inaugurata nel gennaio 1971 a Düsseldorf. Il progetto del museo, e con esso la produzione delle Poesie industriali, terminerà nel 1972, con il riconoscimento ufficiale alla documenta 5 di Kassel.
Da allora, le Poesie industriali continuano a testimoniare il contributo di Broodthaers all’estetica contemporanea: le sue manipolazioni giocose e poetiche del linguaggio con i diversi livelli di percezione e lettura sanno ancora andare controcorrente rispetto ai segni universali, standardizzati e banalmente univoci della nostra epoca, segnata dalla tecnologia e dall’informatica. In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo “Marcel Broodthaers. Lettere aperte e conversazioni”, a cura di Francesca Benini. Il volume contiene le traduzioni in italiano di alcune lettere aperte e conversazioni con Marcel Broodthaers, in coedizione Casagrande e MASI Lugano.
Marcel Broodthaers (Saint-Gilles, 1924 – Colonia, 1976) è una delle personalità artistiche più complesse e poliedriche del Novecento. Considerato tra i massimi rappresentanti dell’arte concettuale, con occhio d’artista, mente da poeta e sguardo da sociologo, Broodthaers ha esplorato criticamente non solo il rapporto tra arte, linguaggio e comunicazione, ma anche i meccanismi, compresi quelli economici, che ruotano intorno ai musei e all’arte. Il MASI Lugano dedica a questo maestro del Novecento “Marcel Broodthaers – Poesie industriali”. In una mostra senza precedenti, ospitata nella sede espositiva del LAC, sono presentati i principali motivi delle celebri serie di placche create da Broodthaers tra il 1968 e il 1972. Ispirandosi ai materiali, all’estetica e ai metodi di produzione dei cartelli stradali, l’artista realizzò infatti una serie di insegne in plastica con enigmatiche combinazioni di parole, lettere, segni e forme, chiamate Poesie industriali. Nonostante l’apparente somiglianza con i cartelli stradali, le placche non comunicano però un messaggio chiaro, ma giocano a disorientare chi le osserva. Con la produzione delle Poesie industriali ed il modo in cui sono concepite e presentate, Broodthaers riesce inoltre a sottolineare l’ambivalenza tra oggetto industriale riproducibile e opera d’arte originale e unica. L’esposizione, elaborata dal museo WIELS di Bruxelles e in stretta collaborazione con gli eredi di Marcel Broodthaers, include 72 placche, con diverse versioni e variazioni meno conosciute. La mostra presenta anche prototipi unici, oltre a un nutrito gruppo di disegni o schizzi preparatori per le placche, tre film, un’opera audio Intervista al gatto, il tutto in relazione a una selezione di ‘Lettere aperte’ dell’artista.
Carlo Franza