Esattamente dieci anni fa, nel 2012, curavo la mostra di Maria Mulas dal titolo “Fuoricampo” nello  Spazio Hajech al Liceo di Brera a Milano,  e come Presidente di Giuria del Premio delle Arti-Premio della Cultura  consegnavo all’artista italiana nel 2009 il Premio per la Fotografia con la seguente motivazione: “L’occhio fotografico  di Maria Mulas ha trovato nella dialettica  del vissuto  e nei ritratti assoluti, l’attimo di un racconto  immortalato dove valore estetico  e tecnica delle parti  segnano  il capitolo  più alto  della storia fotografica  degli ultimi decenni”.  Ora le sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano ospitano, fino all’8 gennaio 2023, la mostra “Maria Mulas. Milano, ritratti di fine ’900”, promossa dal Comune di Milano – Cultura prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dall’Archivio Maria Mulas, con la curatela di Andrea Tomasetig. L’archivio fotografico contiene, oltre a reportage e lavori di ricerca, anche un numero imponente di ritratti – oltre 500 – di personaggi di primo piano delle arti e della cultura. In mostra ve ne sono un centinaio, giunti da una lunga esposizione al Museo Nazionale Slovacco promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava e frutto di una selezione che documenta lo stretto rapporto della fotografa con Milano e i suoi protagonisti nel trentennio che conclude il Novecento.

Milano in quegli anni sta affermandosi come la capitale del design, della moda, dell’editoria, e non solo. È il luogo intorno a cui ruota un universo di talenti nativi o d’adozione, giunti da tutta Italia e dal mondo. Maria, arrivata poco più che ventenne nel lontano 1956 dalla natia Manerba del Garda sulla scia del fratello, li ritrae nei posti giusti e nei momenti giusti e ce li restituisce con una freschezza e intensità senza eguali, degna erede del fratello maggiore Ugo scomparso prematuramente nel 1973. Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta sono per lei una girandola di incontri, Biennali veneziane e Kassel, allestimenti e inaugurazioni di mostre, presentazioni letterarie, feste e reportage in giro per il mondo. Ma il luogo d’osservazione privilegiato è sempre Milano che, come un magnete, accoglie e integra le varie provenienze regionali e straniere, ed è in quegli anni uno straordinario laboratorio di creatività e modernità che poi ritrasmette in Italia e nel mondo. Facendo della città il proprio epicentro, Maria Mulas ha mostrato come nessun altro il volto del mondo artistico e culturale milanese, italiano e internazionale. 

Sono centinaia e centinaia coloro che sono stati ritratti da lei: artisti, galleristi, critici, designer, architetti, scrittori, editori, giornalisti, stilisti, registi, attori, intellettuali, imprenditori, amici. Un elenco dettagliato ne riporta ben 539, dalla “A” di Claudio Abbado alla “Z” di Franco Zeffirelli. Non meraviglia che il Comune le abbia dedicato nel 1998 una grande mostra sempre a Palazzo Reale, consacrandola come “l’occhio di Milano”, e che oggi la celebri nuovamente come la fotografa che – pur appartata rispetto al circuito delle gallerie e del mercato dell’arte – ha colto l’anima profonda, vera di Milano, che è una città non in posa, ma dinamica, al lavoro, la città delle arti e delle professioni e dell’imprenditoria più avanzata.

Per facilitare il percorso del visitatore l’esposizione è suddivisa in sei sezioniArchitettura e Design; Arte; Letteratura e Editoria; Moda; Arti dello Spettacolo; Milano cosmopolita e Maria nel mondo. È evidente che, dato lo spazio a disposizione, non ci possono essere tutti i nomi importanti che ha ritratto, né Maria Mulas poteva allora fotografare tutti quelli che noi oggi riteniamo importanti. Ma dal suo formidabile archivio emerge una sequenza altamente rappresentativa di personalità che incarnano molta parte della cultura italiana e del made in Italy. Alcuni nomi: Giorgio Armani, Gae Aulenti, Joseph Beuys, Giorgio Bocca, Roberto Calasso, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Dario Fo, Carla Fracci, Allen Ginsberg, Krizia, Vico Magistretti, Enzo Mari, Marcello Mastroianni, Ottavio Missoni, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Gio Ponti, Miuccia Prada, Ettore Sottsass, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Lea Vergine, Luigi Veronesi, Gianni Versace, Andy Warhol.

Ma la mostra non è solo una godibile galleria di interessanti ritratti di una brava fotografa. È molto di più. Alla fine del percorso ci si accorge che il ritratto che predomina su tutti è quello di Milano, la vera protagonista di una stagione irripetibile. Quella stagione che va dagli anni Settanta ai Novanta, colta nel suo apice e nei suoi protagonisti, è alle spalle e Maria Mulas ne è stata la memoria visiva. Il progetto espositivo è firmato da Leo Guerra e Giovanni Renzi, che con maestria hanno messo in rapporto le sontuose sale arredate con le fotografie esposte, utilizzando anche per il disegno della luce la serie Toio di Achille Castiglioni in produzione Flos. La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall’editore Umberto Allemandi, con scritti di Andrea Tomasetig, Paolo Fallai, Stefano Salis e Patrizia Zappa Mulas.

N. B. A seguito della richiesta  pervenutaci di  rettifica  – in data 6  aprile 2023- circa una notizia  omessa nell’articolo sopraindicato   del sottoscritto prof. Carlo Franza, eccoci  ad operare  e a pubblicare ex art. 8 L. 47/1948 il seguente testo di rettifica.

Con riguardo all’articolo pubblicato in data 03/12/2022 sul blog ilGiornale.it it “Scenari dell’arte” a cura del Dott. Carlo Franza e intitolato “Maria Mulas fotografa superlativa a Palazzo reale a Milano”, Il Giornale On Line S.r.l. intende chiarire che le lampade Toio in produzione Flos, utilizzate per l’esposizione delle fotografie alla mostra “Maria Mulas. Milano, ritratti di fine ‘900” a Palazzo Reale, sono di paternità autoriale dei fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, e non del solo Achille come erroneamente indicato”.

Chiediamo scusa  all’erede Signora Castiglioni Giorgina della dimenticanza, ma ciò è avvenuto perchè nei comunicati stampa pervenutici il nome era omesso.  Ecco quindi la rettifica e distintamente salutiamo.  Prof. Carlo Franza 

Carlo Franza

 

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