Ha una sua preziosità questo libro saggio di Michele Montorfano che ha per titolo “Tutto il cinema è Addio” (pp. 76, Graphe.it Edizioni, 2022), libro ancor più prezioso per via della nutrita bibliografia, una scelta che ancora una volta mette in luce i libri editi da Graphe Edizioni, la casa editrice perugina che punta a opere di pregio. Ora il saggio racconta la vita, il ritmo dell’esistenza, il vivere giornaliero, ma anche quell’altra vita affidata al cinema e che spazia dall’orrore all’amore. Ma tra la vita vera e quella del cinema i confini sono latenti, oscillano e sono secanti. Nel mezzo e sul confine nasce questo libro, che si incammina sulla strada dell’estetica e della fenomenologia del cinema scandagliandone il legame con il tema dell’Addio, “luogo in cui l’immagine si deposita nella sua contemporaneità assoluta”. Da Drive a 8 ½ l’autore percorre le pieghe della settima arte attraversando le sue fughe, le sue angosce, le sue ambiguità. Perché il cinema è qualcosa che “non finisce mai continuando a finire” e dal cuore della propria solitudine “getta la maschera”. Leggo nel testo: “Il cinema apre un sentiero enigmatico tra il tempo e lo spazio; andare al cinema è un viaggio dove sogno e mistero si uniscono”. Il cinema come luogo di incontro è una sorta di agorà, una struttura architettonica dove si incontrano pubblico e privato; dice l’autore: “solcare l’atrio di un cinema è entrare nel cuore di un mistero dove il tempo della nostra vita inizia a sciogliersi”. Da qui parte il cinema che si fa occasione di storie, il film cattura le immagini e attraversa il mondo. È una finestra aperta sul mondo, aperta su una strana verità”.

 

Il cinema è la nostra esistenza, uno specchio vero, scrive l’autore, il nostro rivivere, ripassare, e soprattutto cogliere la storia pubblica e privata che si è archiviata nella nostra anima. “Che tutto accada, questo è l’Addio”. Ma questo volume di poche pagine esplora il cinema e ciò che gli ruota attorno da prospettive differenti, le cui immagini mostrano nel bello e nel brutto quel che è “la strana verità” del cinema.

Saggio intenso, vivace, completo, colto e accurato, nel quale l’autore unisce la cultura delle frames cinematografiche con le intense emozioni legate all’Addio.  Michele Montorfano ripercorre, in questo suo ultimo saggio, un approfondimento estetico sull’arte del sentire nel racconto di alcuni film significativi; dall’eroe romantico e dannato nei suoi peccati in Drive, all’addio negli occhi struggenti di Ilsa in Casablanca, fino “al ridere fino al punto di fermarsi” di Guido nel celebre film felliniano 8 e ½. Storie e immagini tutte che lasciano leggere l’Addio, addii silenziosi, rumorosi, frizzanti, amari, addii disperati.

Carlo Franza

 

 

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