“Il lungo inverno” è il libro di Federico Rampini, editorialista che si interroga su globalizzazione presente e futura. Libro guida al mondo che verrà.
“Il lungo inverno”, è il nuovo libro dell’editorialista del Corriere della Sera, Federico Rampini, il quale si interroga e prova ad immaginare la globalizzazione del futuro; è proprio un lungo inverno in senso metaforico quello che stiamo vivendo, e dinanzi a predittive apocalissi che non ci sono, né ci saranno, ma vere e verissime crisi sì, lo Stato certo non ci salverà. Il libro edito da Mondadori apre al futuro prossimo fatto di auto elettriche, pezzi di Apple assemblati in Cina, guerre, choc energetici, cambiamenti climatici e squilibri democratici. Vi sembra poco? E dinanzi a questo freddo e freddissimo inverno che ci aspetta e che coprirà tutte e quattro le stagioni dell’anno, Federico Rampini, grande giornalista e grande sociologo, lettore e osservatore attento e scrupoloso dei fenomeni sociali ed economici che costellano la nostra epoca, ci offre un panorama che è una sorta di guida al mondo che verrà. Federico Rampini osserva e scrive che di fronte al disorientamento di questi nostri tempi, “alcuni di noi cercano un rifugio simile a quello offerto dai regimi autoritari: sempre più Stato, la protezione di una mano forte. Uno scivolamento verso modelli orientali, associato alla rivalutazione del dirigismo pubblico, è una risposta possibile: in parte già in atto. Sarà una soluzione peggiore del male?”. Il libro lo raccomando a tutti i politici che siedono sugli scranni istituzionali in Italia e in Europa, qui potranno erudirsi e trovare fili per dipanare i loro interrogativi e le loro paure, che poi finiscono per essere le nostre paure e le nostre sventure, ovvero le sventure di tutti. Nessuno può far finta di non sapere e non riflettere. Federico Rampini e il suo “Il lungo inverno”, scritto in modo chiaro, e quasi profetico, ci fa iniziare l’anno
Mi piace offrire ai lettori le parole scritte di Rampini, che hanno poco bisogno di commenti, tanto sono chiare e veritiere: “Il lungo inverno è una guida al mondo che verrà: geopolitica, economia, energia, ambiente. Spiego che cosa lega la nuova guerra fredda Usa-Cina, la guerra di Putin in Ucraina, la scarsità di energia, la recessione, il cambiamento climatico e la demografia. Attacca i falsi miti, la propaganda e la speculazione.
Il lungo inverno è un viaggio dalle crisi del passato alla “permacrisi” presente, una ricognizione delle nostre debolezze e delle nostre forze. Vi proteggo dai catastrofismi che sono un virus delle menti: i profeti dell’Apocalisse hanno torto. Bisogna distinguere tra le false emergenze, drammatizzate da chi ci guadagna, e la vera crisi: questa è un intreccio di politiche sbagliate, errori di previsione, ideologie accecanti, e manovre di superpotenze a noi ostili.
Ai più giovani racconto cosa fu la vita in un’epoca di alta inflazione e alto costo del denaro. Dobbiamo imparare dagli anni Settanta; anche dagli errori che furono commessi allora. Io venni a vivere in Italia proprio nel 1973, l’anno del primo shock energetico. Eravamo un paese molto più povero eppure ne siamo usciti. Un vizio italico però c’era già allora: il piagnisteo. Ci rovina la cultura dell’Apocalisse, incatena previsioni sbagliate e non si pente mai. E’ il caso della demografia: siamo passati dall’allarme per la “bomba demografica” (troppe nascite, troppa popolazione da sfamare) a quello per lo “spopolamento”.
Dopo questo inverno dobbiamo pensare a quello del 2023-2024. Tornerà l’assedio energetico, perché non avremo ancora tagliato il cordone ombelicale con la Russia. Intanto stiamo scivolando verso una nuova, tremenda dipendenza dalla Cina. Sull’energia abbiamo sbagliato tutto. Perché? Come evitare di ripetere gli errori? I “governi del no”, con vari colori politici, hanno messo l’Italia in una dipendenza estrema per le materie prime. Lo pseudo-ambientalismo che nasconde egoismi locali, ha fatto perdere anni preziosi, in cui non si è costruito nulla. Il resto del mondo è coalizzato contro Putin… o contro di noi? Dall’India al Brasile, dall’Africa al Golfo Persico, troppi paesi non condividono le nostre sanzioni. Cosa dobbiamo fare per uscire da questo isolamento dell’Occidente? Solo l’America riunisce 4 forze essenziali: autosufficienza energetica, moneta universale, primato tecnologico e quindi militare, infine una popolazione che cresce. Lo Stato-mamma non ci salverà. Una delle nostre forze è l’economia di mercato, ci fa reagire alle crisi con l’innovazione. Dallo shock energetico degli anni Settanta sono nate l’auto elettrica e i pannelli fotovoltaici. Dall’assistenzialismo non nasce nulla”. (Federico Rampini).
Federico Rampini, editorialista del «Corriere della Sera», è stato vicedirettore del «Sole 24 Ore», editorialista, inviato e corrispondente de «la Repubblica» a Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino e New York. Ha insegnato alle università di Berkeley, Shanghai, e alla Sda Bocconi. È membro del Council on Foreign Relations, il più importante think tank americano di relazioni internazionali. Ha pubblicato più di venti saggi di successo, molti tradotti in altre lingue come i bestseller Il secolo cinese (Mondadori 2005) e L’impero di Cindia (Mondadori 2006). Tra i suoi libri più recenti, Quando inizia la nostra storia (Mondadori 2018), La seconda guerra fredda (Mondadori 2019), Oriente e Occidente (Einaudi 2020), I cantieri della storia (Mondadori 2020) e Fermare Pechino (Mondadori 2021). Ha prodotto e interpretato vari spettacoli teatrali, tra cui Trump Blues con suo figlio Jacopo, attore.
Carlo Franza