L’eolico deturpa il Paesaggio Italiano, ecomostri già partiti. Puglia e Sicilia nel mirino. Il grido di Vittorio Sgarbi. Politica e cittadini devono mobilitarsi prima che sia troppo tardi
Deturpano il patrimonio italiano, deturpano il paesaggio del Bel Paese Italia, quel paesaggio che dei secoli ha impronte preziose, quel paesaggio ricercato e amato da scrittori, poeti, artisti e intellettuali che lo hanno percorso in lungo e in largo fin dai “gran tour” del XVIII secolo; l’Italia è preda degli affaristi e di coloro che pensano a dare “l’estrema unzione al territorio”, come ha recentemente detto anche con una lettera appello anche l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca e il provinciale dei cappuccini a proposito di eoliche e addirittura di ben 9 strutture a tre chilometri dall’abitazione natale del Santo Padre Pio da Pietralcina. Con l’eolico stanno sfigurando l’Italia, deturpano il bel volto del paesaggio italiano, specie al sud e non solo. E’ da anni che si batte il collega Vittorio Sgarbi, quasi voce inascoltata nel deserto. E io con lui. Ora nelle terre di Pietrelcina, a pochi chilometri dalla casa dove nacque Francesco Forgione, che poi è diventato Padre Pio, potrebbero sorgere 9 pale eoliche dell’altezza di 200 metri. Non esattamente dei campanili. Per questo contro il progetto «Andromeda» che da tempo vede contrari comitati civici e sindaci, si è aggiunta adesso anche la voce ufficiale della Chiesa locale. In una lettera aperta firmata dall’arcivescovo metropolita di Benevento, Felice Accrocca, e dal ministro provinciale dei Frati minori cappuccini della provincia di Sant’Angelo e Padre Pio, Francesco Dileo, si esprimono «le forti perplessità che il progetto suscita, non solo perché non tiene conto di quelle che sono la vocazione e le potenzialità del comprensorio pietrelcinese, ma anche perché avrebbe ricadute negative sul territorio stesso e sulla sua popolazione». L’arcivescovo Accrocca ha ribadito alla stampa italiana e al Corriere che non “pur comprendendo la necessità di incrementare le energie rinnovabili”, questo progetto sarebbe “un cazzotto allo stomaco, un danno a un territorio già provato”. “Celentano cantava l’albero di 30 piani -aggiunge l’arcivescovo-, questi sarebbero alberi di 70 piani. Ci chiediamo perché realizzarli in un territorio già povero di infrastrutture per colpa di errori del passato, la cui unica possibilità di riscatto sta proprio nella ricchezza del paesaggio, nell’enogastronomia e nel turismo religioso legato a San Pio”. Accrocca ricorda “i molti luoghi deturpati dalle pale eoliche, tutti concentrati in un piccolo perimetro: il laghetto di Decorata, i paesaggi del Fortore, le zone dell’Alto Tammaro. Quando viaggio la sera vedo le luci rosse in cima alle pale e mi sembra un cimitero. Ho l’impressione come si stia dando l’estrema unzione a questo territorio”. Il Comune di Pietrelcina -così come quelli di Benevento e Pesco Sannita interessati dalle opere collaterali- ha mosso sia rilievi tecnici che di carattere economico e culturale. “Le spoglie di Padre Pio sono a San Giovanni Rotondo -aggiunge il sindaco Mazzone- chi viene qui lo fa perché cerca meditazione e spiritualità, questo è un luogo dell’animo. Un progetto di questo tipo non è coerente con la strategia di sviluppo avviata, sono nate nell’ultimo periodo molte strutture ricettive che sarebbero a rischio. Mi chiedo cosa si sarebbe detto se un tale opera fosse stata pensata in Costiera Amalfitana oppure vicino alla basilica di Assisi”. I pellegrini invece, riuniti pochi giorni fa in gruppi di preghiera, non hanno dubbi: “Coprire con l’ombra delle gigantesche pale eoliche la terra sacra calpestata da San Pio sarebbe una vera violenza”.
E non è finita. Perché gli affaristi ci parlano addirittura di Parchi, di Parchi Eolici sia in terra che in mare. Una violenza inaudita. Parchi eolici, con pale allontanate dalla costa. Ma soffiano dappertutto i veti del territorio, cittadini, sindaci, intellettuali, paesaggisti, tutti contro. Si muova il governo e blocchi tutto. Si muova soprattutto il Ministro Sangiuliano, io al suo posto non ci avrei pensato due volte. Muoversi in fretta e subito. Pensate che nel Salento la Odra Energia ha presentato il 29 dicembre 2022 l’istanza di autorizzazione al ministero per la realizzazione del parco offshore al largo di Castro e Otranto con la revisione della distanza minima, non inferiore a 12,8 chilometri, delle turbine; la società Odra Energia depositerà l’istanza autorizzativa ministeriale per il proprio progetto di parco eolico marino galleggiante al largo della costa meridionale della provincia di Lecce. La principale novità, rispetto alla prima ipotesi progettuale, è l’allontanamento delle pale dalla costa, che saranno posizionate a una distanza minima di 12,8 chilometri, ora aumentata quindi del 30 per cento rispetto a quanto previsto inizialmente.
Un aspetto che non sembra al momento tacitare le perplessità e il dissenso che ruota intorno alla realizzazione del nuovo parco eolico al largo della costa tra Castro e Otranto. Dal vicesindaco del Comune di Castro e dal consigliere regionale Paolo Pagliaro sono state ribadite le posizioni di contrarierà che un intero territorio, e anche la Provincia di Lecce, muovono per evitare la presenza delle torri eoliche nel mare del Salento nonostante i nuovi “correttivi” progettuali annunciati.
I proponenti del progetto hanno spiegato che la collocazione più al largo delle pale accoglie la richiesta emersa durante la fase di ascolto e dialogo con il territorio che Odra Energia ha scelto di intraprendere prima di avviare il procedimento autorizzativo. L’allontanamento dalla costa ha richiesto dunque uno sforzo di riprogettazione tecnica e di revisione economica perché impatta sulla realizzazione, sull’esercizio e sulla manutenzione del parco eolico marino galleggiante. In parallelo al deposito presso il ministero per la Transizione Ecologica dell’istanza autorizzativa del progetto del parco eolico offshore, la società protocollerà anche la revisione della richiesta di concessione demaniale marittima presso il ministero delle Infrastrutture e l’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico meridionale. E’ anche online l’annunciato sito internet odraenergia.it, dedicato al parco eolico marino galleggiante in questione dove sono disponibili tutte le informazioni sul progetto e dove saranno pubblicati gli aggiornamenti documentali durante il procedimento autorizzativo. Il sito contiene anche le simulazioni panoramiche animate aggiornate della vista del parco da diversi punti di osservazione (Capo d’Otranto, Castro Marina, Tricase, Santa Maria di Leuca), ai quali verranno aggiunti gradualmente ulteriori punti di osservazione.
Questi i principali elementi del progetto del parco eolico marino della Odra Energia, in relazione al quale sarà depositata l’istanza di autorizzazione ministeriale: la produzione annuale di energia pulita stimata in circa 4 terawattora (Twh), pari al consumo di oltre un milione di utenze domestiche, evitando l’emissione in atmosfera di oltre 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno. L’installazione di 90 turbine eoliche galleggianti, per una capacità massima installata prevista pari a circa 1,3 Gw. Le pale saranno collocate ad una distanza dalla costa che varia da 12,8 a 24 chilometri. L’altezza percepita delle pale più vicine alla costa sarà pari a 1,4 centimetri. Le turbine saranno orientate trasversalmente rispetto alla linea di costa, per permettere sia di intercettare al meglio i venti sia di ridurne ulteriormente la percezione visiva dalla costa. Il progetto, assicurano i proponenti, genera benefici diretti e indiretti in termini di manodopera locale (per la realizzazione del parco sono stimati 1.500 posti di lavoro diretti, con punte di 4mila nei periodi di picco), opportunità di business per le imprese locali e collaborazioni con università ed enti di ricerca.
Ma ecco cosa dicono i politici del posto, Pagliaro e Capraro: “Spostare di circa tre chilometri le cento pale da 275 metri di altezza del parco eolico marino galleggiante più grande al mondo, progettato al largo delle costa fra Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro: è questo il grande sforzo della società proponente, Odra Energia, per vincere le resistenze del territorio salentino contro questo mega insediamento off shore” esordisce il capogruppo regionale de La Puglia Domani e presidente del Movimento Regione Salento, Paolo Pagliaro, “siamo scesi in campo con una grande manifestazione condivisa e partecipata, abbiamo urlato il nostro no a questo ennesimo ecomostro, abbiamo presentato una mozione che impegna la Regione a fare muro insieme al territorio”.
“Non siamo disposti a fare un passo indietro” ammonisce il consigliere regionale, “abbiamo alzato le barricate contro l’ennesimo attacco alla bellezza del Salento, diventato terra di conquista delle multinazionali delle energie rinnovabili. La società dichiara di voler minimizzare l’impatto visivo tipico degli impianti a terra, e vorrebbe sminuire anche il pugno nell’occhio di un esercito di pale galleggianti piazzato sulla linea dell’orizzonte, ad ingombrare un panorama marino fra i più suggestivi al mondo. Cerca anche di indorare la pillola facendo balenare prospettive di sviluppo per il territorio, quando invece l’economia turistica che è il suo settore trainante ne subirebbe un danno inestimabile, uno sfregio permanente”.
“Odra Energia sottolinea di aver previsto l’allontanamento pale del 30 per cento dalla costa rispetto al progetto iniziale” conclude Pagliaro, “ma parliamo di una distanza minima di soli 12,8 chilometri. La barzelletta delle simulazioni dai punti di osservazione del Capo d’Otranto, di Castro Marina, di Tricase e di Santa Maria di Leuca, che mostrerebbero un’altezza percepita delle pale più vicine alla costa pari a 1,4 centimetri, è un’offesa alla nostra intelligenza che rispediamo al mittente. Noi quelle pale non le vogliamo”.
Ferma la posizione di contrarietà anche del vicesindaco di Castro, Alberto Capraro, che rintuzza le tesi di Odra Energia anche sulla circostanza legata al confronto con il territorio. “Il territorio non ha avuto un confronto con Odra Energia, se non una riunione in municipio ove sono emerse le stesse posizioni odierne” puntualizza Capraro, “quello che il territorio afferma però è un no netto senza appello all’intero progetto, lesivo dell’identità e dell’economia del territorio. Per territorio si intendono le Amministrazioni direttamente coinvolte, quelle delle Provincia di Lecce, l’assemblea dei sindaci, l’Ente Parco Otranto-Leuca” ed un lunghissimo elenco di cittadini, enti, rappresentanti delle istituzioni”.
“Allontanare qualche pala su 100 di 3,3 chilometri non influisce affatto sulla nostra posizione che faremo valere in tutte le sedi” puntualizza ancora Capraro, “Odra non ha ascoltato il territorio. Mi dispiace che i nostri sforzi non abbiano scongiurato la presentazione imminente del progetto, ma resto fiducioso. Non credo che oggi ci siano istituzioni incapaci di comprendere il danno che genererebbe questo parco eolico. Così come è giusto che ogni istituzione oggi sia direttamente responsabile del suo ruolo in questa vicenda. Non ci sono scuse. Nelle prossime ore presenterò un dossier aperto che ho già preannunciato al ministero per la Transizione ecologica e che si arricchisce giorno dopo giorno”.
Se le pale eoliche hanno un nemico a livello governativo, di sicuro questo è Vittorio Sgarbi. Il Sottosegretario alla Cultura del governo Meloni si è più volte speso contro l’installazione di grandi impianti eolici in Italia. Perché questi impianti, ha più volte affermato il Sottosegretario Sgarbi, deturpano il paesaggio. Dice Sgarbi: “Il ministero di Pichetto Fratin se ne sbatte del paesaggio. Fermerò i sei nuovi parchi eolici decisi dal governo Draghi”. E’ stato scritto: “Sgarbi cacciato dalla Sicilia perché denuncia gli affari sull’eolico di Messina Denaro”. Il sottosegretario alla Cultura e sindaco di Sutri Vittorio Sgarbi commenta l’arresto di Matteo Messina Denaro e ricorda come “uno dei business del sanguinario boss mafioso fossero gli impianti eolici e fotovoltaici nelle province di Trapani e Agrigento”. “Oggi è necessario ricordare – dice Sgarbi – come lo scioglimento del Comune di Salemi (di cui sono stato sindaco) per sospette infiltrazioni mafiose, peraltro mai riscontrate, avvenuto nel maggio del 2012 (io mi ero dimesso nel febbraio dello stesso anno) arrivò proprio al culmine delle mie battaglie solitarie contro l’installazione di mega impianti eolici tra Salemi, Castelvetrano, Marsala e Mazara del Vallo che con le mie denunce ero riuscito a bloccare”. Lo scioglimento del Comune di Salemi. Per Sgarbi “è arrivato il momento di accendere un faro su quello scioglimento. Anche perché -conclude il Sottosegretario- dopo la mia cacciata, siano stati autorizzati nel territorio della provincia di Trapani a grande velocità numerosi impianti eolici e fotovoltaici”.
Ora tocca alla mobilitazione massiccia dei giovani e degli italiani per affondare l’eolico, ovvero come è stato detto “l’estrema unzione del paesaggio italiano”.
Carlo Franza