Nuovi straordinari capolavori al Muvet, Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia (Gr), per impreziosire la mostra dal titolo “Corpo a corpo. Dalla bellezza classica dei capolavori del Museo archeologico nazionale di Napoli alla classicità del Bello nell’opera di Mitoraj”. L’esposizione, visitabile fino al 5 novembre 2023, spalanca le sue porte per accogliere i due Corridori del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli (uno originale, l’altro una copia moderna), in arrivo a Vetulonia direttamente dal Museo delle Terme di Diocleziano a Roma dove erano esposte per una mostra.

I due giovani atleti in bronzo, opere di epoca romana (probabilmente del I secolo a.C.) ispirate a modelli greci  della scuola di Lisippo, icone non soltanto della collezione del Museo archeologico napoletano ma dell’arte scultorea antica, si inseriscono da protagonisti nel racconto espositivo della mostra di Vetulonia che esalta il valore universalmente positivo e “trasversale” dello sport, inteso, sin dalla sua origine nella culla greca delle Olimpiadi, quale simbolo e veicolo di messaggi nobili e sempiterni di pace e di unità fra i più diversi popoli e le più varie culture.

L’eccezionalità della mostra “Corpo a Corpo “consiste nell’opportunità, concessa in primo luogo grazie ai prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di avere a Vetulonia statue romane in marmo e in bronzo dei più noti originali greci dell’arte greca, classica ed ellenistica, quali quattro nudi virili in marmo, fra cui il Gladiatore Farnese, il torso dell’Atleta “tipo Amelung” di Mirone, il torso del Diadumeno di Policleto, il “Palestrita” o Pugile da Sorrento, a cui si aggiunge l’Erma in bronzo del Doriforo di Policleto, probabile unico calco romano dell’originale del grande maestro greco proveniente, come i Corridori, dalla Villa dei Papiri di Ercolano. Restituite da un giardino porticato “alla greca”, le due statue formano, con altre celebri cinque statue di danzatrici, una delle quali protagonista della mostra dello scorso anno sempre a Vetulonia, il vertice della produzione artistica raggiunto dalle sessantacinque opere bronzee recuperate negli scavi settecenteschi della villa, rivelando la grande eterogeneità dei modelli di riferimento, forse selezionati dalla committenza e dagli stessi artisti sulla base dei contenuti da esse veicolati.

I due corridori sono ritratti in una delle gare in cui era declinata la corsa, considerata una delle principali forme di competizione atletica, verosimilmente impegnati nello “stadion” (da cui trae il nome la moderna struttura architettonica), una gara di velocità disputata da ragazzi, efebi e adulti caratterizzata anche da un importante ruolo rituale.
Accanto a queste opere il percorso espositivo della mostra offre uno sguardo sull’arte contemporanea con “Nudo” di Igor Mitoraj, una scultura in bronzo dove il grande artista accoglie l’eredità classica rileggendola in chiave di Bellezza capace di riunire in unica forma armoniosa le due parti dell’Uomo in eterno conflitto fra la disunione della carne e l’unione dell’essenza immateriale.

“Con l’arrivo di questi ulteriori capolavori – commenta la sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi – completiamo il percorso espositivo di una mostra che conferma la sua caratura internazionale. Questo dimostra la capacità d’attrazione culturale del nostro territorio e la sua capacità, grazie al Muvet, di dialogare con prestigiose realtà come il Museo Nazionale Archeologico Nazionale di Napoli e la Fondazione Museo Igor Mitoraj che ci ha offerto l’opportunità di accostare all’arte antica, il più originale interprete della classicità, unico artista contemporaneo a poter esporre le proprie opere all’interno delle rovine di Pompei. Questo è un fatto straordinario che ci riempie d’orgoglio”.

“Con questa mostra – spiega Simona Rafanelli direttrice del MuVet – il visitatore viene introdotto in un viaggio immersivo al cospetto dei più grandi artisti e delle opere più famose dell’arte classica ed ellenistica. Attraverso le diverse discipline agonistiche e le differenti età degli atleti, si celebra il corpo in movimento, nella sua declinazione “maschile”, tradotto nelle posture assunte dall’atleta durante la performance sportiva, e la bellezza dell’arte classica intesa quale emanazione di una perfetta e circolare composizione dei gesti nell’armonia delle forme”.

La presentazione delle nuove opere si  è svolta mercoledì 19 luglio alle 19 in Piazza Vatluna  a Vetulonia con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi,  Chiara Lanari gabinetto presidenza Regione Toscana, la direttrice del MuVet Simona Rafanelli, Piero Pruneti, direttore della rivista Archeologia Viva e di TourismA-Salone dell’Archeologia e Turismo Culturale, il direttore del MANN Paolo Giulierini, il direttore artistico dell’Atelier Igor Mitoraj Luca Pizzi, la dott.ssa Graziana Maddalenaper la Fondazione Museo Igor Mitoraj, i rappresentanti della Sezione Tutela  della Guardia di Finanza di Roma. A  seguire un brindisi in piazza con il patrocinio di A.I.S.-Associazione Italiana Sommelier Toscana, Delegazione di Grosseto, e la visita alla mostra con la guida dell’archeologhe del museo ad ingresso libero fino alle 23.

L’evento è  anche l’occasione per consolidare la decennale collaborazione avviata con la Sezione Tutela Beni Demaniali e di Interesse Pubblico della Guardia di Finanza di Roma che anche quest’anno permette di arricchire il percorso della mostra con preziosi reperti che recuperano e tracciano l’occasione di approfondire il tema dell’agone sportivo anche nell’ambito della cultura etrusca. Il progetto e la mostra saranno raccontati grazie ad un video documentario, del regista Lorenzo Antonioni, che sarà proiettato per la prima volta nel corso della serata.  La mostra “Corpo a corpo. Dalla bellezza classica dei capolavori del Museo archeologico nazionale di Napoli alla classicità del Bello nell’opera di Mitoraj”, è aperta fino al 5 novembre 2023 presso il Muvet, Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, piazza Vatluna, che fa parte del Sistema Musei di Maremma.

Carlo Franza

 

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