Dana Gioia è tra i maggiori poeti statunitensi contemporanei, e oggi ci consegna un’opera che esplora il cuore pulsante della poesia cristiana, interrogandosi su ispirazione, immagini e potere salvifico della parola. La parola. Si tratta di “Cristianesimo e poesia” (tradizione di Marco Statzu, prefazione di Giorgio Podestà, pp-64,2024, Edizioni Graphe.it). E non è un’analisi squisitamente letteraria, ma un’indagine teologica profonda che cerca di rispondere a domande complesse: da dove trae origine l’ispirazione poetica? L’immagine procede o segue la parola? La fede può essere trasmessa anche con i versi? Ho trovato una consonanza significativa con il libro del poeta italiano e salentino Girolamo Comi, dal titolo “Fra lacrime e preghiere”. Con “Cristianesimo e poesia” il poeta porta a riscoprire la bellezza e la forza della poesia cristiana, un’esperienza che può elevare l’anima, nutrire la nostra fede, dare pace interiore. Un libro prezioso per chiunque sia interessato alla letteratura, alla teologia o semplicemente alla ricerca di una lettura profonda e ispiratrice. E’ un excursus storico, letterario e teologico, un viaggio di fede, un cammino di speranza cristiana, un viaggio tra la preghiera e la lode, Dana Gioia ci guida con sapienza attraverso i secoli, scandagliando gli aspetti filosofici e filologici della questione. Con “Cristianesimo e poesia” il poeta porta a riscoprire la bellezza e la forza della poesia cristiana, un’esperienza che può elevare l’anima, nutrire la nostra fede, dare pace interiore. In ogni forma d’arte si riscontra un filone spirituale, espressione aperta del sentimento religioso. Alla poesia in chiave cristiana siamo tuttavia poco abituati a pensare, malgrado essa esista e conti esempi di grandissimo rilievo. Un libro prezioso per chiunque sia interessato alla letteratura, alla teologia o semplicemente alla ricerca di una lettura profonda e ispiratrice. E’ un excursus storico, letterario e teologico, un viaggio di fede, un cammino di speranza cristiana, un viaggio tra la preghiera e la lode, Dana Gioia ci guida con sapienza attraverso i secoli, scandagliando gli aspetti filosofici e filologici della questione. culturali e procedendo con intelligenza. Ne emerge un quadro chiaro: l’espressione poetica è forse il modo più autentico per parlare di Dio e rivolgersi a Lui. Ne risulta che l’espressione poetica è forse il modo più autentico di cui l’uomo disponga per parlare di Dio e rivolgerglisi, molto più che “un’elegante decorazione verbale in onore del Divino”, la poesia di fede è “un aspetto inestricabilmente essenziale e necessario del culto”, una pratica di lode e preghiera che dovrebbe essere valorizzata e recuperata. Il logos – la “verità detta con gioia e splendore” – è dopotutto un concetto trasversalmente sacro, nel suo legare la realtà a sè stessa e alle idee che la abitano, le parole nascondono significati strutturali e impalpabili delle cose e disporle nella forma lirica -in versi o prosa poetica- trasmette loro una grande potenza comunicativa e descrittiva. Basti pensare ai Salmi e ai Cantici. Non è tanto della qualità letteraria che si occupa questo breve saggio, quanto di rispondere in prospettiva teologica a domande complesse: da dove si può dire che giunga, per esempio, l’ispirazione? L’immagine precede la parola o la segue? La fede può essere trasmessa in versi? Dalle radici ebraiche alla produzione contemporanea, il volume percorre il ruolo dei poeti nel fare da tramite fra il terreno e il celeste: la vita stessa, dopotutto, è carne e verbo.

Dana Gioia, poeta e scrittore, è nato a Los Angeles da genitori italiani e messicani, si è laureato in Business Administration e successivamente ha conseguito un Master in Letteratura. Si è poi reinventato uomo di lettere facendo della rinascita della cultura pubblica il proprio obiettivo. Gioia ha pubblicato diverse raccolte di poesia: con Interrogations at Noon (2001) ha vinto l’American Book Award e con 99 Poems: New & Selected (2016) si è aggiudicato il Poets’ Prize come miglior libro dell’anno. È autore di saggi, come anche di libretti d’opera (ha collaborato con musicisti che vanno dal classico al jazz). Dal 2003 al 2009 ha ricoperto il ruolo di presidente della National Endowment for the Arts, riuscendo a creare a Washington una maggioranza bipartisan per aumentare il bilancio della NEA ogni anno del suo mandato. Per questo è stato definito “l’uomo che ha salvato la NEA”.

Ha anche ricoperto il ruolo di poeta laureato dello Stato della California dal 2015 al 2019, posizione creata nel 2001 dal governatore Gray Davis (in precedenza il titolo non era ufficiale e durava a vita contro i due anni di oggi). Durante il suo mandato è diventato il primo laureato a visitare tutte le 58 contee della California. Il suo tour in tutto lo stato è diventato oggetto di un documentario della BBC Radio. Oltre all’American Book Award e al Poets’ Prize, Dana Gioia ha vinto numerosi premi tra cui la Medaglia Laetare di Notre Dame, la Presidential Citizens Medal, l’Aiken Taylor Award in Modern Poetry e il premio Walt Whitman Champion of Literacy. Ha ricevuto dieci dottorati honoris causa. Divide il suo tempo tra Los Angeles e la Contea di Sonoma, in California.

Carlo Franza

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