Libro insolito?  No. E’ il libro che tutti aspettano, al di là dei testi con le ricette catturati da molti. Questo è un libro che associa giornalismo e sociologia culinaria, gusto e territorio, “Mangia come scrivi. Alta cucina del Nord” è un viaggio tra i sapori autentici e le tradizioni culinarie del Nord Italia, raccontato da due giornalisti d’eccezione: Vittorio Feltri e Tommaso Farina (152 pagine, Editore Albatros Il Filo, Roma, 2025). Con penna affilata e sguardo attento, i due autori ci guidano oltre il semplice piacere della tavola, per esplorare storie, tradizioni e segreti nascosti dietro i piatti iconici del Settentrione: risotti d’autore, cotolette milanesi e tagliate di carne per intenditori. Non si tratta solo di esaltare le eccellenze gastronomiche del Nord, ma di sfidare l’idea comune che considera la grande cucina italiana appannaggio esclusivo del Sud. Dai rifugi alpini alle trattorie delle città, Feltri e Farina svelano il volto meno conosciuto della gastronomia settentrionale, tra aneddoti, incontri e curiosità. Un libro che profuma di polenta, brasati e cassoeula, per chi ama scoprire, conoscere e gustare, non solo il cibo, ma anche le storie che lo accompagnano. Vittorio Feltri, noto giornalista e scrittore, ha recentemente collaborato con il critico gastronomico Tommaso Farina per pubblicare un libro intitolato “Mangia come scrivi”; questo volume rappresenta un viaggio attraverso 35 ristoranti di alta cucina situati nel nord Italia, precisamente tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia. L’opera si propone di dare visibilità a una gastronomia spesso trascurata, rispetto a quella delle regioni meridionali, come Puglia e Sicilia. Feltri, pur non essendo un esperto gastronomo, ha desiderato fare luce alla ricchezza culinaria del nord, affermando che nessuno aveva mai scritto un libro dedicato a questa parte d’Italia. La sua visione è chiara: “C’è una cucina di livello da raccontare: giusto restituirle dignità”. Nonostante la sua fama di inappetenza -visto il peso che gli si legge addosso- Feltri ha una visione molto personale riguardo al cibo, perché dichiara di nutrirsi principalmente di uova e latte, evitando carne e pesce per motivi etici e sanitari. “Non mi va di ammazzare gli animali. Io li amo tutti”. Questa sua filosofia alimentare non lo ha però allontanato dall’apprezzare la convivialità dei ristoranti, che considera una forma di socializzazione, di cultura e di civiltà, che non tramonterà mai. Tra i ristoranti che Feltri ha scelto di includere nel suo libro, spicca “Da Vittorio” a Brusaporto, che lui stesso definisce il miglior ristorante d’Italia. La sua esperienza personale con il ristorante, che risale ai tempi in cui Vittorio Cerea gestiva un locale a Bergamo, ha influenzato profondamente la sua scelta. Feltri ha anche menzionato “Il Baretto” a Milano, -a pranzo lo si trova spessissimo qui-, dove ha invitato anche Alberto Stasi, il giovane di Garlasco; locale da me premiato nel Premio delle Arti- Premio della Cultura edizione XXXVI come “Azienda dell’Anno” e andato ai comproprietari Gianni Potenza e Signora.

Libro solido, per la scrittura, per le pietanze, per gli aneddoti, per la cultura che aggalla, “Mangia come scrivi” è un libro di cucina, un vero e proprio manifesto per l’alta cucina del nord Italia, che incornicia finalmente – dico finalmente- le tradizioni culinarie di queste regioni. La penna di Feltri e gli assaggi di Farina, deliziano il lettore, lasciando scoprire una sorta di via del cibo del nord di gusto padano. 

Carlo Franza

 

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