Salvatore Spedicato e il simposio della Bellezza. Carte dipinte di un campione dell’arte italiana al Plus Florence di Firenze
In uno spazio ove alberga già il progetto “Scenari”, a Firenze, è ospitata la mostra “Il simposio della bellezz
a” con opere dell’artista Salvatore Spedicato. L’esposizione, ideata e curata dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, è una sorta di termometro della spettacolarità e della storicità dell’arte nuova, di un’arte che si fa veicolo di novelle idee scolpite nella cultura occidentale, di un’arte capace di rigenerare mondi e uomini, e si fa anche bussola in un mare di proposizioni della cultura e delle arti internazionali.
“E’ grande scultore, nel forgiare il bronzo, modellare la pietra e l’argilla, come altrettanto lo è nel disegnare. Nel disegno Salvatore Spedicato, artista italiano e salentino, già docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, è superlativamente un virtuoso, un impeccabile maestro di cultura occidentale, ma anche greca e romana. Qui si innesta la sua ricerca della bellezza, di quella grande piacevolezza descrittiva e di sicura professionalità, che lo hanno portato alle sue opere eccellenti, per la consumata abilità nell’incisione e la grazia dei soggetti femminili. Il suo stile si è sempre distinto per l’uso di linee fluide e delicate, con una particolare attenzione ai dettagli dei volti, dei capelli e dell’abbigliamento delle sue modelle. Molto appartiene alla classicità, alla grecità, alla mitografia. Nella sua arte e ancor più nel suo disegno Salvatore Spedicato riusciva a catturare l’essenza e la grazia femminile, utilizzando colori tenui e giochi di luce. I suoi ritratti trasmettono, ancora oggi, un senso di raffinatezza e intimità, con una grande attenzione ai dettagli e una forte sensibilità estetica. Non si dimentichi che J. Joachim Winckelmann osservò: “La generale e principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile semplicità e quieta grandezza, sia nella posizione che nell’espressione. Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, mostra sempre un’anima grande e posata”. Certamente Salvatore Spedicato è grande scultore ma lo è altrettanto nell’arte del disegno, per via dell’essere
dotato del “sentimento del bello” che non è poca cosa. E’ così che oggi il suo procedere lo apparenta a quella grande compagine di scultori figurali o figurativi che annovera Manzù, Fazzini, Greco, Messina, Montanarini, e altri. Il sentimento e la poesia della Magna Grecia, quell’anima che virtuosa vive nelle forme, la cultura del mondo ellenico che si riversò sul Salento e alla quale Spedicato ha sempre aderito ad essa con intima spontaneità, enucleando via via in un linguaggio personalissimo, lirico, un prezioso e vero documento spirituale. Paesaggi e figure femminili, una società raffinata leggibile nei panneggi, veneri della bellezza, santuari campestri, simboli e paesaggi bucolici della sua terra, oggetti e anfore, fontane greche, miraggi di cielo, terra e mare tradotti in scultura e in pittura, una mitologia quasi pompeiana filtrata dal suo cuore e dalla sua mente, tutto si sfoglia come radice e ornamento in un’atmosfera composita, impreziosita dalle innumerevoli possibilità di amplissime proporzioni del segno e del disegno, con la nostalgia della storia greco-romana e del mito universale dell’antico. Segnatamente per gli aspetti esperienziali, nei suoi fogli vive sia l’esperienza poetica, che l’esperienza amorosa e l’esperienza politica del vivere. Questi tre campi, infatti, sono quelli più e meglio rappresentati nella pittura lirica simposiale che giunge nel suo lavoro, e, per quanto il ragionamento possa apparire circolare, proprio questa centralità tematica è spia dell’importanza ricoperta da poesia, amore e politica del vivere. La mostra diventa così evento storico di grande rilevanza, per un artista che è stato determinante nel Novecento e oltre e che ha lasciato, disseminate un po’ ovunque, opere di virtuosa fattura, di
incredibile bellezza”.
Biografia dell’artista. Salvatore Spedicato è nato ad Arnesano nel 1939, si forma nell’Istituto d’Arte “G. Pellegrino” di Lecce, acquisendo il diploma di maestro d’arte nel 1956. Dal 1960 è abilitato all’insegnamento in diversi istituti d’arte a Bari e nel Salento. Da citare la docenza presso l’Istituto d’arte di Parabita e la direzione della scuola serale di Disegno e Plastica “E. Maccagnani” di Lecce. Giudicato da una commissione composta dai maestri Luigi Montanarini, Raffaele Spizzico e Pericle Fazzini, dal 1971 sino al 2006 tiene la cattedra di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove per quattordici anni (1979-1993) ne è autorevole direttore. Scultore attivo dal 1957, partecipa, a partire dagli anni Sessanta, a numerose rassegne nazionali ed internazionali, documentate da numerosi critici e storici dell’arte (tra gli altri: A. Antonaci, M. Apa, Giulio Carlo Argan, E. Bonea, T. Carpentieri, Carlo Franza, L. Galante, M. Guastella, Pietro Marino, Mario Marti, Filiberto Menna, F. Perrelli, M. Pizzarelli, Donato Valli). Inoltre è citato in La Storia dell’Arte Italiana del ‘900 di Giorgio Genova. Sono molteplici le collezioni pubbliche e private che hanno acquisito le sue opere e svariati i suoi
monumenti pubblici, laici e religiosi, presenti nel territorio. Tra i lavori recenti: la medaglia d’oro con l’effige di Giovanni Paolo II donata dalla città di
Lecce al pontefice nel 1994, il busto in bronzo della scrittrice Rina Durante realizzato nel 2011, la statua bronzea del marchese Francesco Castromediano a Cavallino realizzato nel 2017. Ha partecipato su invito alla 54a Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi, per la sezione pugliese di Lecce, allestita al Convento dei Teatini. Nel 2018 riceve a Tricase- Lecce il Premio Salento Arte – Turris Magna per la sua attività artistica.
Carlo Franza