Da Rembrandt a Van Gogh dalla Collezione Armand Hammer di Los Angeles alla Fondazione Pierre Gianadda (Martigny-Svizzera)
Quest’estate, la Fondazione Pierre Gianadda si veste di un’atmosfera californiana. Circa quaranta opere di famosi pittori attraversano l’Atlantico, alcune per la prima volta, per far vibrare le pareti della Fondazione, visitabili fino al 2 dicembre 2025 con una serie sorprendente di dipinti provenienti dall’Hammer Museum dell’ Università della California di Los
Angeles (UCLA). Le opere in mostra spaziano da Rembrandt a Van Gogh; spiccano in particolare i grandi artisti della pittura francese, come Fragonard, Chardin, Corot, Boudin, Manet, Degas, Renoir, Monet, Sisley, Bonnard, Vuillard, oltre a molti altri, in particolare americani.
LA COLLEZIONE ARMAND HAMMER ALL’HAMMER MUSEUM DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALIFORNIA DI LOS ANGELES: UN GRANDE VIAGGIO NEL TEMPO.
L’Armand Hammer Museum dell’Università della California di Los Angeles (UCLA) ospita straordinarie opere d’arte europea e americana che riflettono la visione e la passione del suo fondatore, Armand Hammer (1898-1990), uomo d’affari e filantropo. Nel corso della sua vita, acquistò dipinti, sculture, pastelli, stampe e altro ancora. Queste opere ora compongono la Collezione Armand Hammer e la Collezione Armand Hammer Daumier e i suoi contemporanei, da cui provengono i pezzi esposti alla Fondation Gianadda e in una mostra che offre un viaggio attraverso i principali movimenti dell’arte occidentale dal Rinascimento all’inizio del XX secolo. Tutte queste opere testimoniano la loro epoca, il contesto sociale, economico e politico, nonché importanti innovazioni e scoperte. Per Armand Hammer, la sua collezione costituisce “un tentativo di riunire alcune rappresentazioni della condizione umana, dei piaceri e dei sogni”. E spiega: “Sento un profondo bisogno di condividere con gli altri il magnifico spettacolo, l’entusiasmo e la gioia che queste opere d’arte mi hanno procurato”.
ARMAND HAMMER, UN DESTINO ECCEZIONALE, APPASSIONATO D’ARTE E GALLERISTA.
Hammer nasce a New York nel 1898 da madre russa e padre russo-americano di prima generazione. Laureatosi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Columbia University, si reca in Unione Sovietica all’inizio degli anni ’20 per rappresentare gli interessi dell’azienda farmaceutica di famiglia. La sua missione è anche di fornire assistenza medica durante un’epidemia di tifo negli Urali, per la quale porta con sé un’ambulanza e un ospedale da campo acquistato dal governo americano. Si rese presto conto della carestia che affliggeva la regione e della necessità di aiuti alimentari. Con il consenso del soviet locale, negozia un accordo commerciale in base al quale importa grano dagli Stati Uniti. in cambio di prodotti russi spediti attraverso l’Atlantico. Hammer trascorre nove anni in Unione Sovietica prima di stabilirsi brevemente a Parigi e tornare infine in patria. Durante il suo lungo soggiorno a Mosca, vive in un palazzo in affitto e cerca qualcosa per arredare le ampie stanze e decorare le pareti spoglie. Nasce così la sua passione per il collezionismo, che in seguito avrebbe descritto come una “caccia” e una “gioia”. Il fratello minore Victor, laureato in storia dell’arte alla Princeton University, lo consiglia nei suoi primi acquisti, tra cui mobili francesi del XVIII secolo, porcellane di Sèvres e gioielli Fabergé. Intorno al 1928, i due fratelli, soci in una galleria newyorkese, la rilevano a proprio nome, dando così vita alle Hammer Galleries, che Victor dirigerà fino alla sua morte nel 1985.
ARMAND HAMMER: UN UOMO D’AFFARI DINAMICO, UN APPASSIONATO COLLEZIONISTA E UN MECENATE.
Nel corso degli anni, Armand Hammer si dedica a molteplici attività: distilla whisky, produce mangimi per il bestiame che alleva, costruisce recinti e trivella pozzi petroliferi. Contemporaneamente si dedica anche alla sua collezione d’arte, la cui qualità cresce con ogni acquisto e vendita. Visita gallerie parigine e newyorkesi, in particolare Knoedler, Georges Pe.t e Wildenstein, e importanti case d’asta come Christe’s, Parke-Bernet e Sotheby’s! Hammer compone la sua collezione con l’intenzione di renderla accessibile al pubblico e di farla viaggiare, e così può proporre numerose mostre. Fa anche significa.ve donazioni a musei e ad altre istituzioni.
IL MUSEO HAMMER E LE SUE COLLEZIONI: DAL RINASCIMENTO AI PRIMI DEL XX SECOLO
La Collezione Armand Hammer e la Collezione Armand Hammer Daumier e i suoi contemporanei hanno contribuito alla creazione dell’Hammer Museum, fondato alla morte di Armand Hammer nel 1990. Originariamente esposte al Los Angeles County Museum of Art, tutte queste eccezionali opere sono attualmente conservate all’Hammer Museum, costruito dal collezionista nel 1988 e inaugurato nel 1990. Situato nel quartiere di Westwood, l’edificio, progettato da Edward Larrabee Barnes, vanta una facciata piuttosto austera, ma all’interno si scopre una specie di Palazzo con gallerie che si sviluppano attorno a una grande corte. L’ampio spettro e la varietà delle opere presentate attestano la ricerca molto personale di Armand Hammer e la natura dei suoi gusti. La collezione abbraccia infatti quattro secoli, dal Rinascimento all’inizio del XX secolo, con una predominanza dell’arte francese, in particolare quella del XIX secolo. Importanti artisti americani completano questo insieme. Alcune opere antiche di grandi pittori come Tiziano (1488-1576), Rembrandt (1606-1659), Chardin (1699-1779), Fragonard (1732-1806) e Goya (1746-1828) aggiungono ulteriore interesse alla collezione.
LA COLLEZIONE ARMAND HAMMER: DAUMIER E I SUOI CONTEMPORANEI.
Questa collezione, parte integrante anche della collezione permanente dell’Hammer Museum presso l’UCLA, comprende circa 4.000 litografie. Con le sue 7.500 opere, è una delle più importanti collezioni di dipinti, disegni, sculture e litografie di Daumier al di fuori della Francia. Questa incredibile collezione del geniale caricaturista riflette il desiderio di Armand Hammer di riunire il resoconto più completo possibile dell’opera di Daumier.
ALCUNI DIPINTI REMBRANDT: GIUNONE VICINO A UN TEMPIO DEDICATO PARTICOLARMENTE A MERCURIO.
Giunone, dea romana, moglie di Giove, protettrice del matrimonio, dipinta in maestà da Rembrandt, forse per la prima volta è presentata vicino a un tempio gallo-romano, a una stele dedicata a Mercurio e a statue marmoree di Ercole e Apollo! Qui è raffigurata in un formato quasi quadrato, un olio su tela datato intorno al 1662-1665. Imponente, vestita e incoronata come una principessa olandese del XVII secolo, sta su un pulpito luminoso che si staglia su uno sfondo scuro, regge lo scettro, simbolo della sua autorità di regina degli dei e, al tempo di Rembrandt, simbolo di ricchezza (insieme al pavone).
VAN GOGH: AMMIRATORE DEL SUO CONNAZIONALE REMBRANDT
Continuiamo con Van Gogh, la cui ammirazione per la resa della luce di Rembrandt è ben nota. Dimenticate la mitologia con il pittore di Arles e il suo dipinto Le semeur (Il seminatore), un olio su tela del 1888. Van Gogh interpreta un dipinto di Millet. In azione, una silhouette tratteggiata con una linea dinamica ed ellittica stende, con un gesto ampio, una terra dai toni blu tratteggiata con pennellate energiche. Una linea d’orizzonte altissima, con comignoli fumanti a testimonianza dell’industrializzazione, contrasta con l’umiltà del seminatore in stretta comunione con il suo campo.
LA COLLEZIONE SI ESTENDE A GRANDI ARTISTI FRANCESI
Jean-Siméon Chardin, artista senza tempo, presenta Les attributs de la peinture (Gli strumenti della pittura), 1730/1732. Propone i suoi pennelli, i suoi vasi e una tela arrotolata in attesa in una natura morta che si svela con discreta armonia, invitandoci nel suo mondo silenzioso. Ci spostiamo avanti nel tempo con Eugène Boudin, pittore rinomato per i suoi paesaggi marini e, soprattutto, precursore degli Impressionisti, uno dei primi artisti en plein air, che dipinse Des Voiliers dans leport (Velieri nel porto), 1869, in cui le imbarcazioni sono ormeggiate in un mare minacciato da pesanti nuvole. Camille Corot, uno dei fondatori della Scuola di Barbizon, con la sua Vue lointaine sur la cathédrale de Mantes (Veduta della Cattedrale di Mantes in lontananza), dipinge questa cattedrale intravista sullo sfondo di un paesaggio, un punto di vista piuttosto comune per Corot. E poi Gustave Moreau, noto come “il principe dei simbolisti francesi”, con un’emozionante rappresentazione di Salomé dansant devant Hérode (Salomè che danza davanti a Erode, del 1876, ci trasporta in un mondo magico e orientale, adornato di ricami in oro e in un’ambientazione moresca!
LE VIBRAZIONI IMPRESSIONISTE
Ed eccoci di fronte ad alcuni celebri impressionisti: Claude Monet, con Vue sur Bordighera (Veduta di Bordighera), 1884, ci regala un paesaggio lussureggiante, una fitta vegetazione che domina la parte alta del borgo ligure immerso nella luce mediterranea; il mare e il cielo chiudono il paesaggio, il tutto espresso con il tocco frammentato e dinamico del pittore normanno. Un cambio di scenario con Boulevard de Montmartre, Mardi Gras, (Boulevard di Montmartre, Martedì grasso)1807, opera di Camille Pissarro, che esprime splendidamente la vivacità della “sfilata” del martedì grasso. Le ballerine, un tema prediletto di Edgar Degas, che amava rappresentare senza artifici, spesso lontano dai riflettori. Con La Loge du théâtre (Il palco del teatro) in primo piano, incontro luce una spettatrice nel suo palco in ombra, e poi una inquadratura sorprendente svela delle ballerine in gruppo, tutte in movimento e grazia.
FANTIN-LATOUR, GAUGUIN E UN’ECCEZIONALE COLLEZIONE DI SCULTURE DI DAUMIER
Passiamo a un artista ben lontano dall’innovazione artistica: Henri Fantin-Latour, autore di una natura morta, Pivoines dans un vase bleu et blanc (Peonie in un vaso blu e bianco), del 1872, la cui semplicità mette meglio in risalto la resa ammirevole della texture dei fiori. Paul Gauguin soggiornava in Bretagna, dove era presente una cerchia di artisti, a Le Pouldu, nel 1889, con Bonjour Monsieur Gauguin, un’allusione, naturalmente, all’opera di Courbet, ma l’incontro qui è meno cordiale; l’artista, solitario nel suo ampio cappotto, non mostra alcun interesse per la donna bretone. Una recinzione li separa. Pennellate dinamiche contrastano con le tante piante. E poi ci sono Henri de Toulouse-Lautrec e i suoi temi che evocano l’atmosfera dei bordelli, i Nabis Édouard Vuillard e Pierre Bonnard, quest’ultimo definito il “Nabi giapponese” per la sua passione per l’arte giapponese. La sua Scène de rue (Scena di strada) del 1902, con la sua composizione innovativa e la sua caratteristica tavolozza, raffigura un luogo e un tempo specifici. La sua pittura va oltre la semplice trascrizione di un’esperienza visiva.
UNA COLLEZIONE ECCEZIONALE DI SCULTURE DI DAUMIER.
Honoré Daumier fu un attento osservatore della vita sociale e politica della Francia del XIX secolo, rappresentata non solo da pittura e scultura. L’artista concepì originariamente queste figure in argilla. Le sedici figure esposte alla Fondazione fanno parte di una serie di trentasei pezzi fusi in bronzo tra il 1929 e il 1948 utilizzando stampi di Fix-Masseau. Daumier fece delle caricature dei politici della Monarchia di Luglio che portò al potere Luigi Filippo (1830-1848). Si tra-a di caricature realizzate da Daumier con il suo realismo oltraggioso e il suo spirito repubblicano. Questa eccezionale collezione di bronzi di Daumier fa parte della collezione permanente dell’Hammer Museum, assemblata con passione da Armand Hammer. E infine, la divina Sarah Bernhardt, magistralmente ritratta dal belga Alfred Stevens nel 1885.Da Rembrandt a Van Gogh, una mostra che si snoda come un’eclettica passeggiata attraverso i secoli, durante la quale il pubblico potrà ammirare celebri dipinti. di maestri europei e americani che adornano le pareti della Fondation Pierre Gianadda. Tutte queste opere rendono omaggio al collezionista e mecenate Armand Hammer.
Carlo Franza