Una università islamica in Italia? No, grazie. Gli italiani insorgono con un referendum.
Vi fidereste di questo signore(tal Paladini vedi foto), italiano convertito all’islam, con sulle labbra una smorfia che pare un ghigno, come dire l’obiettivo è stato raggiunto? Io proprio no! E come me tanti italiani e soprattutto tanti intellettuali che non gradiscono università islamiche sul nostro patrio suolo. Stavolta non si tratta solo di una moschea. C’è un investimento da 50 milioni di euro e, a sentir lui, fondi privati “di cui non si può svelare la provenienza”, per una struttura enorme nel cuore di una delle città meridionali più borghesi e intellettualmente più vivaci. Un programma pericolosissimo come ancora nel Paese Italia non s’è mai visto. Vale a dire che a Lecce in Puglia nel Salento potrebbe sorgere la prima università islamica d’Italia, ovviamente privata. Nelle intenzioni di chi sta spargendo ai quattro venti l’idea, vorrebbe fosse “la corrispondente della Cattolica di Roma e Milano, ma di matrice musulmana”, come riferisce Giampiero Khaled Paladini(foto), presidente di Confime, la Confederazione imprese mediterranee che sta portando avanti la trattativa. Un’ipotesi che spacca in due il Salento, che ci va con i piedi di piombo. “Siamo città aperta, ma questo non significa che tutto è ben accetto a prescindere”, spiega il sindaco di Lecce, Paolo Perrone (Forza Italia). Ma ferro e fuoco per bloccare questa malsana idea lo sta facendo anche un partito che vira verso Sud, la Lega Nord. “Mi preoccupa il fanatismo di una sola religione, di una certa interpretazione di una certa religione, quella islamica, che è l’unica che ha questi ‘fondamentalismi’. E quindi “università islamica a Lecce no, assolutamente no”, ha detto il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, a Radio Padania. Le materie da insegnare in questa università islamica ? Si inizia con teologia islamica e filosofia. State attenti, si inizia con teologia islamica, che vuol dire spargere “sharia” in giro, “sharia in Italia. E cioè, direbbe qualcuno? Velo alle donne e punizioni corporali a uomini e donne, amputazioni, scudiscite o frustate pubbliche, lapidazioni e chi più ne ha più ne metta. Prepariamoci alla “ Reconquista” come fu già per la Spagna in altre epoche. Non dimentichiamo che nel Salento nacque il detto “mamma li turchi”, che storicamente parlando s’alludeva alle razzie, alle conquiste e alle tragedie che in secoli passati fecero quelle orde dell’ islam che arrivate lungo le coste hanno lasciato segni indimenticabili come è stato per gli “ ottocento martiri d’Otranto”-oggi santificati da Giovanni Paolo II- decapitati perchè non vollero convertirsi alla religione islamica.
“Salvini chi? Non ci interessa quello che pensa lui”, replica ironico Paladini( guardategli il sorriso tra le labbra). Signor Paladini, non è solo il Matteo Salvini a pensarla così ci sono milioni di italiani che non vogliono quanto lei sta pensando di mettere in piedi in Italia. Troverà mille ostacoli vedrà, ovvero milioni di italiani che non ne vogliono sentir parlare. E Paladini allora aggiunge: “Non è detto che il progetto andrà in porto, alla fine. Vedo cose che mi lasciano perplesso, si vocifera di un referendum apposito. Non abbiamo nessuna intenzione di imporre la nostra presenza. Se troveremo ostilità da parte della cittadinanza, per carità, andremo altrove. Abbiamo alternative valide – e allora vada! diciamo noi – . Prosegue Paladini :ma io sono salentino, ci tengo a veder sorgere questo polo a Lecce, vorrei che la mia città si sprovincializzasse( e già dovrebbe sprovincializzarsi con l’islam! Ma per carità, non dica stronzate!). Esistono già università musulmane fuori dal mondo arabo. Cominceremmo con facoltà come teologia e filosofia, ma il resto è da concordare con il territorio, in base alle sue esigenze, d’accordo con l’Università del Salento. Spero solo, a questo punto, che non si confonda lareligione con la cultura, che questa non faccia paura, che il dibattito non venga influenzato da quanto sta accadendo ora in Medio Oriente”.
Ma per carità signor Paladini a chi la da a bere? A noi no! Ai tanti intellettuali italiani neppure, anche se lei pensa o fantastica già di intrattenere cenette con il rettore dell’Università di Lecce, Prof. Zara, che ha portato l’ateneo salentino ai minimi storici. Si dà il caso che circola voce che nel caso il rettore dell’università statale leccese spalleggiasse l’ idea del Paladini, questi gli fornirebbe i soldi per una facoltà Agraria da mettere in piedi. Ma scusate, questo non è interesse privato in atti d’ufficio? Il procuratore di Lecce è a conoscenza di tali accordi? Intervenga. Ma per carità, Paladini raccimoli le sue carta e se ne torni in Arabia Saudita.
Sarebbe il caso che Paladini abbandonasse quest’idea malsana, prima che gli studenti universitari italiani occupino questo fantomatico ateneo religioso, e che abbandoni anche l’acquisto dell’ex deposito tabacchi (la storica Manifattura Tabacchi voluta da Benito Mussolini negli anni Venti) di via Birago(foto) che vorrebbe acquistare dalla Red srl, società milanese che fa parte del gruppo Intini di Bari, a cui a sua volta l’immobile venne ceduto da Bat Italia dopo la privatizzazione dei monopoli di stato.
Il Salento e Lecce non hanno vocazione islamica, qui nei secoli passati si rifugiarono anche i monaci ortodossi sfuggiti alle scimitarre islamiche.
Carlo Franza