Finarte, regina delle aste. Bilancio positivo per Arte Contemporanea e Novecento storico.
Bentornata Finarte, anzi bentornata nel servizio all’arte con le prime aste e le prime vendite. E da subito è da incoronarsi azienda regina. Si sono chiuse da poche settimane, al Palazzo della Permanente a Milano, le prime aste della nuova Finarte S.p.A. con risultati positivi in particolare per il catalogo di Arte contemporanea, così come per la sezione dedicata all’arte del XX secolo.
Aggiudicato oltre il 60% dei lotti di Arte contemporanea, per un valore complessivo superiore a 1,5 milioni di euro, con un nutrito gruppo di opere che ha superato in maniera significativa la stima massima a catalogo: come le opere di Turi Simeti, “Un ovale bianco” del 1980 (lotto 62), che ha raggiunto il prezzo di 43.750 euro (stima 18.000-22.000 euro), e sempre di Simeti, “Un ovale nero” del 1981 (lotto 64), aggiudicato per 32.500 euro contro una stima compresa tra i 12.000 e i 18.000 euro, o l’opera di Gianfranco Baruchello “Città di poeti in fase esplosiva” del 1963 (lotto 98) che ha chiuso a 40.000 euro contro una stima di 20.000-25.000 euro, o ancora “Oltre il linguaggio”, del 1968, di Vincenzo Agnetti (lotto 104) aggiudicato a 52.500 (stima 15.000-20.000 euro). Battuto per 363.000 euro “Senza titolo (Superficie blu)” del 1961 di Enrico Castellani, lotto 58 (stima a catalogo 300.000-360.000 euro).
Ottimo risultato anche per uno dei “Cronotopo” del 1965 (lotto 75) di Nanda Vigo, aggiudicato per 50.000 euro contro una stima di 28.000-32.000 euro; importante risultato per l’opera su carta “Treno”di Luca Pignatelli, del 2012 (lotto 119),battuto a 40.000 euro (stima 10.000-12.000 euro); bene anche Antonio Scaccabarozzi con “Due proporzioni nel diametro dei punti”(1977) aggiudicato a 10.625 euro (lotto 96, stima 2.000-4.000 euro).
Significativi anche i risultati per Mario Schifano – il grande cemento su tela “Pittura” (1959), lotto 32, è stato aggiudicato per 93.000 euro contro una stima di 60.000-80.000 euro, mentre il lotto 33 “Futurismo Rivisitato” (1973) per 21.250 euro (stima 15.000-20.000 euro) – e per le opere di Rodolfo Aricò, con “Senza titolo” del 1970 aggiudicato per 15.000 euro (lotto 89, stima 8.000-10.000 euro).
Si segnalano tra le altre aggiudicazioni: “Landa invernale” (1957-1958) di Renato Birolli, aggiudicato per 43.750 euro (lotto 10, stima 25.000-30.000 euro); la “Scultura da viaggio”1985-1997) di Bruno Munari, venduta a 4.000 euro (lotto 17, stima 1.000-2.000 euro); l’opera di Carol Rama “Senza titolo” (1951) aggiudicata a 9.375 euro (lotto 27, stima 5.000-7.000 euro).
I lotti di arte del Novecento aggiudicati sono stati oltre il 60% del totale dei proposti e diverse opere hanno superato le stime di catalogo come “Schemi astratti su fondo bianco” (1942) di Osvaldo Licini (lotto 2) aggiudicato a 58.750 euro contro una stima di 15.000-20.000 euro, o “Ulivi a Bordighera” (1969) di Ennio Morlotti (lotto 8), venduto a 17.500 euro contro una stima di 10.000-12.000 euro. Interessanti i risultati per le opere di Renato Guttuso, tra cui il lotto 27 “Oggetti” del 1978, che ha chiuso a 31.250 euro (stima da catalogo 8.000-12.000 euro). Venduta a 267.000 euro la “Piazza d’Italia” di Giorgio de Chirico (lotto 14, stima 230.000-260.000 euro).
“I risultati delle aste di Arte del XX secolo e di Arte contemporanea ci incoraggiano perché dimostrano come il mercato abbia risposto in modo positivo alla nostra offerta che ricordiamo è la prima del nuovo corso di Finarte” dichiarano da Finarte S.p.A.
E ancora: “L’andamento delle aste di Dipinti antichi e del XIX secolo conferma invece la difficoltà generale che questi mercati stanno attraversando. Quella sull’arte antica resta una scommessa difficile ma che non intendiamo abbandonare, così come il lavoro sulla fotografia”.
Alla luce di tutto ciò Finarte si consacra azienda di grandi capacità, di grande professionalità, di grande italianità, e con un avvenire, per tutto il mondo dell’arte, capace di farsi, come già indicativamente pare oggi, strada maestra per collezionisti italiani ed esteri.
Gli auguri nostri sono di sigillo e di meritorietà.
Carlo Franza