MARCHESE Ritratto-002516tricoloreLa mostra  di Giancarlo Marchese(Parma 1931- D.N.2009-21-2009         cm.45x30Milano 2013) appena conclusa all’Università Bocconi  ha messo in evidenza lavori su carta  che io preferisco chiamare “appunti”, tracce guida, anche se debitamente compiuti e ben realizzati, e -dunque- capaci di farsi leggere “apparizioni”, scoperte, lacerti di linee ,forme e colori. Queste carte, primi “spleen” di creatività

che Marchese, illustre docente di scultura D.N.2013-3-2013 cm126x100all’Accademia di  BD.N.2009-22-2009   cm45x30la direzionerera, eppoi scultore di chiara fama,  ha subito fermato, e taluni poi tradotti e realizzati in scultura, manifestano già la armonia dello spazio  raccontato e la luce, anzi quelle lance di luce che circolano liberamente fra le forme tutte, sono la vocazione nomadica di chi cerca il cielo,‘infinD.N.2008-1-2008        Studio  per Santa Tecla cm77x56ito, l’Assoluto. Lamore per la luce, qui visibile nei tenui colori, negli sfumati, nelle ombre degradanti, fanno presagire perché Marchese abbia poi amato lavorare con il vetro dal 1993.

Carte e lastre, carte come “appunti”, lastre come “quadri impropri”, come bassorilievi virtuali, come corpi esplosivi di forme. Non senza riflessi, anzitutto, il suo sguardo su Medardo Rosso e poi l’appartenenza  sua a quella brigata artistica che è stata la  “Scuola di Milano” con Azuma, Benevelli  e Cassani per citarne alcuni, fino all’amicizia con Umberto Milani dal quale ha catturato il segno, quella sorta di scrittura con il bronzo.

Si sa che il disegno degli scultori  è particolare, proprio perché anche qui gli appunti svelano la ricerca delle forme  solide, ma i lacerti di macchie  colorate, i segni calligrafici e spaziali di Marchese, sono per l’appunto nobile testimonianza  di un grande scultore italiano,  con un sentire che ha aperto  l’intera scultura a nuove prospettive, a nuove certificazioni, a nuove idealità.

Carlo Franza

 

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