Alessandro-Gandolfi-Capitolo-Metropolitano-in-Cappella-Jemale-583x388Un lavoro immenso, quello del  fotoreporter Alessandro Gandolfi  dell’Agenzia Parallelozero  che ha impiegato un anno e mezzo di lavoro – e oltre 10.000 scatti – per documentare  le 34 immagini che illustrano la vita che si svolge dietro la facciata del Duomo di Milano, la chiesa dedicata Santa Maria Nascente.56487-Alessandro_Gandolfi_-_Duomo Con il nome di “La Veneranda Fabbrica del Duomo”, l’ente che dal 1387 è preposto al mantenimento e alla gestione della Cattedrale milanese, oggi impiega 174 persone e spende ogni anno qualcosa come 30 milioni di Euro per mandare avanti il gigantesco monumento.
“Il Duomo è l’azienda più grossa nel cuore della città. Il suo valore economico è stato valutato in 82 miliardi di Euro, sui 400 totali di Milano in base al Brand Index” ha affermato  Gianni Baratta, direttore della Veneranda Fabbrica del Duomo. “E’ il motore della città a livello turistico. L’80% dei viaggiatori viene per visitare il Duomo: oltre 6 milioni di visitatori varcano la sua soglia ogni anno. Milano è il Duomo”. 56499-Archivio_della_Veneranda_Fabbrica_-_Veduta_delle_terrazze_1920_circaIl Duomo  è il cuore della città, è il cuore della cristianità lombarda, è il centro della città, è sulla piazza principale. Gandolfi lo ha ritratto nelle riprese aeree effettuate a bordo di un elicottero della Polizia di Stato, con il via vai dei turisti e dei piccioni davanti alla facciata del monumento milanese, immortalato in un giorno fortunato di primavera sotto l’arcobaleno, un particolare delle statue che adornano la fiancata: il servizio fotografico di Gandolfi comincia da qui, dalla realtà esterna del monumento simbolo della città. 56491-Archivio_della_Veneranda_Fabbrica_-_Franz_Heyland_il_Duomo_e_il_Rebecchino_1860_circa

“Il reportage non racconta l’architettura statica del Duomo, ma il mondo di persone che ci ruota attorno, i luoghi anche lontani coinvolti nella sua esistenza, le storie affascinanti degli uomini e delle donne che abitano quell’architettura”  conferma Alessandro Gandolfi. Il suo servizio fotografico ha prodotto un reportage pubblicato sul National Geographic lo scorso luglio, e la mostra “L’infinita energia dei Grandi Cantieri del Duomo”, è aperta al pubblico fino al 28 febbraio  2017 nella Chiesa di San Gottardo in Corte.

56471-Alessandro_Gandolfi_-_Cantiere_Duomo-2“Il Duomo è una Cattedrale, ma soprattutto è la chiesa dei milanesi. Ogni giorno qui si recita la messa, non come in altre cattedrali dove la messa si tiene una volta a settimana” afferma Gianni  Baratta direttore de La Veneranda Fabbrica. E ancora:“Il Duomo rappresenta l’identità storica e religiosa dei milanesi, la forte radice cristiana del suo popolo. Non è così in tutte le altre città”. Proprio così, ecco perché fu violato il senso della cristianità quando i musulmani milanesi in una storica giornata  occuparono la piazza per56481-Alessandro_Gandolfi_-_Cave_di_Candoglia pregare  Allah, con grande offesa a tutta la città e ai suoi abitanti. Uno schiaffo in piena regola.     

Ci sono volute tre  ore a Gandolfi per tirare fuori lo scatto perfetto del rito della Nivola, legato all’ostensione della reliquia del Santo Chiodo della Croce di Gesù . “La dote del fotografo sta nella capacità di attendere il momento giusto” ha detto dice  fotoreporter.  Nella mostra l’immagine appare nella sequenza dedicata ai momenti di vita religiosa all’interno della Cattedrale, come le cel56489-Archivio_della_Veneranda_Fabbrica_-_Antonio_Paoletti_Danni_dei_bombardamenti_agosto_1943ebrazioni del Capitolo Metropolitano e il ritratto delle voci bianche della Cappella Musicale, di origine Cinquecentesca, la “Schola Cantorum” fondata da Franchino Gaffurio. Alle funzioni che si svolgono nella chiesa prendono parte quei milanesi che sono anche il popolo dei benefattori che la tengono in piedi da oltre 6 secoli. Mantenere il Duomo oggi costa circa 32 milioni di Euro all’anno. L’80% dei fondi per coprire le spese viene reperito direttamente dalla Fabbrica con iniziative come ad esempio “Adotta una guglia” che ha raccolto finora dall’ottobre 2012, circa 7 milioni, attraverso la gestione del patrimonio immobiliare di 56493-Archivio_della_Veneranda_Fabbrica_-_Il_Duomo_visto_dagli_orti_della_citta_1890_circaproprietà, vari lasciti e donazioni e certamente la bigliettazione (2 € l’ingresso al Duomo, 9€  la salita sulle Terrazze a piedi e 13€ in ascensore). “Oggi però dobbiamo fronteggiare spese importanti per il mantenimento del patrimonio immobiliare: per il restauro della sede della Fabbrica ci vogliono 10 milioni di Euro, per la messa a norma degli immobili di Viale Gorizia ne servono altri 3 milioni. E di questi tempi lasciti e donazioni da parte di privati non sono abbastanza per coprire il restante 20%” continua il professor Baratta.

Solo per la messa in opera dell’impianto di sicurezza del Duomo sono stati spesi 1,8 milioni di Euro, tuttavia mancano ancora le autorizzazioni per installare le telecamere di sorveglianza.
Per il 2017, la previsione di un contributo da parte dello Stato è passato a 5 milioni di Euro all’anno contro i 7,5 di qualche anno fa, in particolare durante il periodo di Expo. La Regione Lombardia, dal 2010 al 2015 compresi ha versato € 4,3 milioni. Ora si attende di conoscere quale sarà l’impegno del Comune di Milano. “Sarebbe un errore pazzesco non intervenire. Non chiediamo grandi cifre, 1,5 milioni di Euro all’anno sarebbero sufficienti, ma sarebbe importante un impegno continuativo magari ancorato alla tassa di soggiorno. Speriamo che il Comune sia con noi” continua Baratta. Conti alla mano, la coperta è troppo corta per tenere in piedi la Fabbrica. Solo per l’apertura del Duomo 365 giorni all’anno si spendono circa 4 milioni di Euro.
Il viaggio per immagini di Gandolfi – un vero e proprio diario iconico-  arriva fino alla Val d’Ossola per raccontare l’attività degli operai 56495-Archivio_della_Veneranda_Fabbrica_-_Restauro_della_Madonnina_luglio_1967che estraggono il marmo nella Cava di Candoglia, entra nel Cantiere dei Marmisti impegnati nel rifacimento dei decori marmorei usurati dal tempo, si arrampica sul tetto del Duomo per mostrare gli interventi degli operai legati a una fune mentre sistemano una statua, una guglia, una lastra. E’ un documento che testimonia l’attività ininterrotta di una fucina che non si ferma da 630 anni. Sono molti gli eventi e le attività culturali che la Fabbrica organizza per far conoscere il suo impegno: nel 2015 in occasione di Expo si è tenuto sulle Terrazze lo spettacolo teatrale “Lungh’ me la Fabbrica del Domm”. Nel 2016 i registi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti hanno presentato in anteprima al 68° Festival del Film di Locarno, “L’Infinita Fabbrica del Duomo”, un documentario, un racconto poetico dedicato ai secoli di attività occorsi all’uomo per realizzare, tutelare e conservare il Duomo di Milano.

Lo scorso 30 maggio è stato inaugurato, dopo un ingente intervento di restauro, l’Archivio della Fabbrica, preziosissimo scrigno dell’identità lombarda, conferma la volontà di aprirsi alla città: all’interno della sua ricca Fototeca, indeed, sono presenti molte immagini d’epoca raffiguranti il Duomo (per un totale di oltre 90.000 fototipi), anche in relazione ad aspetti di vita della città di grande importanza per la storia milanese. Una sorta di diario della città dove sono conservate varie tipologie documentarie come registri, mandati di pagamento, testamenti, donazioni, disegni e progetti della facciata, pergamene, composizioni musicali. Vengono proposte 28 immagini, realizzate tra il 1860 circa e gli anni Settanta del Novecento, capaci di documentare l’evoluzione del complesso e anche di offrire una panoramica delle diverse tecniche fotografiche che nel tempo si sono susseguite. L’antica piazza con il rione del Rebecchino e la ciminiera di Via Santa Redegonda, il bar sulle Terrazze del Monumento, le trasformazioni della Milano tra Ottocento e Novecento, la tragedia della guerra e non solo: tracce di vita eternate da tutti quei fotografi che in varie epoche si sono misurati con l’infinita bellezza della Cattedrale, fissando su carta fotografica la loro riflessione e la suggestione di un istante. Una mostra fotografica “in due tempi” per unire antico e presente, legando le testimonianze e la bellezza della Milano di ieri con la straordinaria energia del Duomo di oggi. Promossa con il patrocinio di Arcidiocesi di Milano, Regione Lombardia, National Geographic Italia e Parallelozero e curata dal Comitato Scientifico del Grande Museo del Duomo, la mostra costituisce infine un’occasione per conoscere gli ambienti dell’Archivio della Veneranda Fabbrica, la Chiesa di San Gottardo in Corte e la Cappella Palatina di Palazzo Reale. Le 34 immagini di Gandolfi, un dono che la Fabbrica ha offerto alla città per le feste di  Natale e dell’Anno Nuovo,  all’interno della mistica atmosfera  di questa chiesa, tornata a nuova luce dopo un importante intervento di restauro realizzato in soli 9 mesi dalla Veneranda Fabbrica nel 2015, e dare ai visitatori  la possibilità di incontrare le architetture della Cappella Palatina di Palazzo Reale per svelare l’infinito miracolo dei Grandi Cantieri. Sicchè  con il lungo viaggio dalle Cave di Candoglia al Cantiere Marmisti, dagli operai “rocciatori” sospesi  sulle alte guglie del Monumento, bisognose di continui restauri, alla vita più segreta della Cattedrale, il pubblico può vedere  cosa si  nasconde  quotidianamente dietro “la gran macchina del Duomo”, per usare le stesse parole dei Promessi Sposi, quando il Manzoni “fotografò” con tali parole lo “stupore” di Renzo.

Carlo Franza

 

 

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