La grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani. I segni del sacro.
“La grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ovvero i segni del sacro-le impronte del reale” è il titolo della mostra che aperta dal 10 dicembre 2019, è visitabile fino al 29 febbraio 2020 nei monumentali spazi berniniani del Braccio di Carlo Magno in Vaticano. Finalmente, con l’occasione del Natale, i Musei Vaticani mostrano una parte della loro grande collezione di arte contemporanea, voluta dal quel grande papa intellettuale che è stato Papa Paolo VI. L’esposizione, curata dalla collega Francesca Boschetti, specialista per la grafica della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, intende presentare per la prima volta una straordinaria selezione di circa 150 grafiche, prevalentemente inedite, scelte tra le oltre 4000 opere che compongono l’intera raccolta di stampe, incisioni, disegni e fotografie dei secoli XIX e XX delle collezioni vaticane. Una mostra che invita il pubblico allo stupore e alla scoperta di un “tesoro nascosto” la cui vita, racchiusa nella penombra dei cassetti, è normalmente distante dallo sguardo del pubblico. Conservate in speciali condizioni di luce, umidità e temperatura, le opere su carta occupano uno spazio molto limitato nel percorso espositivo dei Musei Vaticani, dove solo poche unità sono visibili a rotazione. Per questo la mostra – che vede il coordinamento di Micol Forti, Responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani – è un’occasione speciale per vedere da vicino una preziosissima selezione di capolavori di Edvard Munch, Paul Klee, Otto Dix, Max Ernst, Oskar Kokoschka, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio Morandi, Piero Dorazio, Marc Chagall, Joan Miró, Henri Matisse. La grafica, solitamente ritenuta un ambito per specialisti ed esperti, è in realtà un “osservatorio” privilegiato per conoscere da vicino gli artisti e apprezzarne gli aspetti più innovativi e sperimentali. In ragione dell’eterogeneità e della ricchezza delle opere che la compongono, l’esposizione è stata concepita come una narrazione circolare che prende il via dalla Creazione del mondo per giungere alla creazione dell’opera d’arte. Talvolta le stampe sono affiancate da dipinti e sculture degli stessi artisti o di altri autori con i quali hanno relazioni iconografiche o cronologiche. Una vicinanza che intende sottolineare l’osmosi esistente tra la grafica e i linguaggi espressivi considerati “principali”. Il percorso della mostra è sottolineato dall’allestimento dell’architetto Roberto Pulitani e si snoda attraverso quattro sezioni: I sentimenti del sacro e dell’umano, Le impronte del reale, Genesi di un’idea e Segno e colore.
I sentimenti del sacro e dell’umano accoglie soggetti ispirati in gran parte alle Sacre Scritture. La Genesi, la vita di Cristo, a partire dalla Maternità della Vergine fino alla Deposizione nel sepolcro, l’Apocalisse di San Giovanni, prendono forma nelle grafiche dei catalani Joan Miró e Joan Josep Tharrats,nelle potenti xilografie degli espressionisti Max Pechstein, Karl Schmidt-Rottluff e nelle raffinate incisioni di Felice Casorati, Sigfrido Bartolini, Rufino Tamayo, fino alla Crocifissione stereoscopica di Salvador Dalí. La sezione pone l’accento sull’universalità e l’attualità che alcuni temi portano con sé. Negli anni dei due conflitti mondiali Georges Rouault, Marc Chagall, Marino Marini, Renato Guttuso, Guido Strazza si servono delle iconografie sacre per dare voce e volto alle ingiustizie e alle sofferenze della guerra. Il martirio laico di Lorenzo Viani racconta il dramma delle morti in mare attraverso una sequenza di immagini che rimandano al Martirio di Cristo e insieme evocano i naufragi che accadono in ogni tempo e in ogni luogo. La sezione Le impronte del reale apre uno spiraglio sulla meraviglia che si attiva nell’osservazione attenta e sensibile dei dettagli concreti della quotidianità. Emil Nolde, Ernst Ludwig Kirchner, Duilio Cambellotti, Anselmo Bucci, Giorgio Morandi, Luigi Bartolini, Carlo Mattioli, sono alcuni degli artisti presenti in questa sezione. La terza linea tematica Genesi di un’idea apre lo sguardo sul momento delicato e preziosissimo della creazione artistica, quando l’idea comincia a prendere forma e la nascita di un’opera ha inizio. Carte, bozzetti in gesso e in bronzo raccontano l’evoluzione e le tappe del percorso creativo di artisti quali Mario Sironi, Umberto Boccioni, Giacomo Manzù, Pericle Fazzini, Cecco Bonanotte e Santiago Calatrava. Infine la sezione Segno e colore riunisce lavori prevalentemente di ambito astratto. Tra gli interpreti di una personale rielaborazione della visione del mondo Georges Braque, Hans Hartung, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Venturino Venturi, Kazimierz Głaz. “Un tipo di espressione artistica del genere non poteva mancare nelle collezioni papali – dichiara Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani – perché è costituita proprio da quei “segni del sacro” che sono stati generati dalla sensibilità spirituale di tanti artisti nel corso del XX secolo. La grafica è un’arte intima, meno scenografica e dirompente rispetto alla pittura e alla scultura ma che arriva in modo più diretto al cuore delle persone, alla loro anima”. Formatasi a partire dal 1973, parallelamente alla creazione della sezione dedicata al Novecento, voluta e inaugurata da papa Paolo VI, la raccolta di grafica del Novecento dei Musei Vaticani è giovane e anomala: non frutto della volontà di un collezionista, che sceglie e raccoglie i singoli fogli con un’idea di insieme da costituire e arricchire progressivamente, ma piuttosto conseguenza naturale e spontanea della “chiamata” di papa Montini al mondo dell’arte per riallacciare lo storico legame tra Chiesa e cultura contemporanea. Il ricco nucleo di carte è infatti inizialmente un esito della risposta di artisti, eredi e mecenati, che donano al pontefice stampe e disegni, poi confluiti nelle collezioni vaticane. Dalla morte di Paolo VI in poi l’incremento segue criteri diversi e le acquisizioni sono mirate a colmare lacune nei nuclei storici esistenti, pur mantenendo una continuità con l’idea originaria di dare testimonianza della spiritualità contemporanea.
Carlo Franza