Il Ponte Casa d’Aste nella tornata d’asta invernale 2020 per l’Arte Moderna e Contemporanea, movimenta capolavori dell’arte italiana e internazionale. Così riparte il mercato, così Milano ridiventa capitale dell’arte.
Il lavoro di selezione, accertamento, attenzione a diversi movimenti artistici del Novecento, a mettere in evidenza figure singolari e preziose dell’arte contemporanea, e soprattutto, di questi, lavori-capolavori da inserire in collezioni importanti, ha portato Il Ponte Casa d’Aste, e il Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, ad aprire una delle tornate d’asta più affascinanti e quotate, nonostante il Periodo Covid attraversi la nostra quotidianità e le nostre economie. Tutto questo avviene solo grazie alla solerte managerialità di Freddy Battino e ai suoi collaboratori e collaboratrici, che da sempre intercettano il meglio da proporre nelle tornate d’Asta che sorprendono non poco di volta in volta. Allestita nelle settecentesche sale di Palazzo Crivelli a Milano, l’asta invernale 2020 di Arte Moderna e Contemporanea, si presenta con un catalogo ricco di interessanti proposte a stime di partenza particolarmente attraenti.
Un’attenzione speciale è dedicata a diverse correnti di spicco del Novecento. Nel campo sia del figurale che dell’astrattismo italiano troviamo tra le proposte all’incanto una tempera futurista di Giacomo Balla, rappresentante il tema Forze Pessimiste e Ottimiste del 1922 (€ 30.000 – 40.000), un Massimo Campigli con diversi esemplari, tra cui un rarissimo olio del 1918 proveniente dalla Galerie Jeanne Bucher di Parigi (€ 25.000 – 35.000); e ancora, un bronzo di Mino Rosso del 1931 dalla ricca storia espositiva (€ 12.000 – 18.000); ancora un grande olio su tela Contadino calabrese di Renato Guttuso del 1950 (€ 15.000 – 25.000), e infine un bellissimo Atanasio Soldati Composizione del 1951 olio su tela, esposto alla mostra antologica dedicata alla Galleria civica di Torino (€ 20.000 – 30.000). Bene in vista i movimenti e le figure che hanno caratterizzato l’arte del secondo dopoguerra, non solo la gloriosa Pop Art Italiana con un decollage di Mimmo Rotella del 1962 (€ 20.000 – 30.000) e, sul versante romano, di Sergio Lombardo e Cesare Tacchi in veste di esponenti singolari della cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo”.
Non mancano le proposte interessanti con figure ed opere che campionano l’Informale internazionale; in bell’evidenza spicca il capolavoro di Karel Appel Angoisse del 1960 (€ 130.000 – 160.000), e ancora Pierre Alechinsky con un olio del 1962 (€ 30.000 – 50.000), e Hans Hartung con una graffiante carta del 1953 (€ 40.000 – 60.000). E tra i rappresentati dell’informale italiano ecco gli italiani: una Sfera del 1986 dal diametro di 30 centimetri di Arnaldo Pomodoro (€ 80.000 – 120.000), Spazio Totale del 1953 – 1954 di Mario Nigro proveniente dalla Galleria Martano e Galleria dell’Ariete (€ 15.000 – 25.000), e ancora Enrico Baj,uno dei fondatori del movimento nucleare, con un Situazioni esposto nel 1963 alla Cordier and Ekstrom Gallery di New York (€ 12.000 – 18.000), ancora un olio di Piero Dorazio del 1979 proveniente dalla Andre Emmerich Gallery di New York (€ 30.000 – 40.000) e un grande Emilio Scanavino del 1980 La Montagna dalla ricca storia espositiva e bibliografica (€ 20.000 – 30.000).
Brilla per cultura collezionistica la ricca raccolta di opere del Gruppo Zero e dell’Arte Concreta in cui risaltano i nomi di importanti esponenti come Agostino Bonalumi con opere dagli anni ‘60 agli anni ‘80, tra cui Rosso del 1965 (€ 40.000 – 60.000), Paolo Scheggi con Intersuperficie curva del 1965 (€ 80.000 – 120.000). Inoltre, sarà presente Max Bill con un acrilico del 1972 (€ 50.000 – 70.000). Da segnalare anche due storiche opere su carta rispettivamente di Sam Francis Senza titolo (Yellow splashes) del 1956 (€ 130.000 – 160.000) e Senza titolo di Cy Twombly del 1960 proveniente dalla Galleria La Tartaruga di Roma (€ 60.000 – 80.000).
Una vera chicca da non lasciarsi scappare -avviso ai collezionisti- una biro di Alighiero Boetti del 1983 Aerei (€ 80.000 – 120.000), proveniente dagli eredi Bellini proprietari del ristorante Scaletta di Milano, modaiolo crocevia di artisti alla fine degli anni ‘80. La scultura come da tradizione trova in catalogo uno spazio di rilievo: da evidenziare un Carmelo Cappello con un imponente disco in marmo di Carrara del 1969 (€ 10.000 – 15.000) e Pietro Consagra, presente con la scultura Doppia Bifrontale del 2001 (€ 50.000 – 70.000).
Ricca e preziosa questa tornata d’Asta, tanto da invogliare collezionisti italiani e stranieri a voler presenziare “de visu” e on-line alla riunione-vendita-acquisto, sicchè Il Ponte Casa D’Aste non solo meraviglierà ancora una volta il mercato nazionale e internazionale per le sue proposte e per il fatturato che ne uscirà con risultati certo lusinghieri, ma soprattutto per la sua capacità interattiva di rendere il mercato dell’arte il bene d’investimento fra i più sicuri e preziosi del nostro tempo.
Carlo Franza