Nicola Salvatore incoronato re del contemporaneo. Il canto delle balene è la mostra che lo vede al Circolo degli Esteri di Roma. Una lezione alla cultura e all’umanità.
Ci sono mostre imperdibili, e soprattutto mostre che più di altre hanno la vera cornice della contemporaneità, misurate sulla storia, vere e proprie lezioni in cui l’arte non è fine a se stessa, ma indicatore illuminato per tutti. In questo senso si muove da qualche tempo l’artista italiano Nicola Salvatore, un super artista che, fossi stato indicato dal Ministro Beni e Attività Culturali curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2022, avrei scelto e invitato ad esporre, perché unico e solo artista capace di traghettare il presente dell’attualità artistica italiana. Ma lobby e altro -purtroppo- movimentano un teatro non condivisibile. E veniamo al nocciolo dell’articolo che siamo scrivendo. Al Circolo degli Esteri di Roma è stata inaugurata la mostra “Il canto delle balene” del maestro Nicola Salvatore, alla presenza di personalità del mondo diplomatico e culturale convenute per omaggiare l’artista nella Sala degli Artisti, dove sono esposte le sue varie opere, tra installazioni e sculture. “MONDI” è un progetto appositamente ideato per il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri di Roma nel ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto da me medesimo, che si vuole indicare e sorreggere un’ Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell’eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza.
Il Presidente del Circolo degli Esteri, Ministro Plenipotenziario Luigi Maria Vignali ha rivolto un indirizzo di saluto a tutti i partecipanti all’evento, seguito dagli interventi del prof. Carlo Franza, curatore di “Mondi”, progetto ideato appositamente per il Circolo degli Esteri, di cui fa parte la splendida mostra del pittore Nicola Salvatore, dell’Ambasciatore Umberto Vattani -presidente della Venice International University- che ha espresso parole di grande intellettualità per le opere e il pensiero che sostiene il percorso e il lavoro di Salvatore, e infine dell’Ambasciatore Gaetano Cortese, fondatore e curatore della Collana libraria dell’Editore Carlo Colombo di Roma dedicata alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero.
Il Circolo della Stampa di Milano aveva conferito il 15 dicembre 2021 nella sua XXXIII edizione del Premio delle Arti e Premio della Cultura, nel Salone dell’ Orologio dì MilanoPerCorsi, al Maestro Nicola Salvatore il Premio della Scultura; e nella stessa edizione è stato assegnato all’Ambasciatore Stefano Baldi, Rappresentante Permanente d’Italia all’ OSCE a Vienna, il Premio della Cultura.
Gli ospiti, numerosi, sono stati accolti dai suoni e dal canto delle balene -registrati- che disseminati nell’aria hanno reso l’atmosfera ancor più poetica e produttiva lezione di vita. Questa mostra dal titolo “Il canto delle balene” è la sesta del nuovo percorso, ed è già una novità in quanto si veicolano a Roma nomi dell’arte contemporanea di significativo rilievo, che evidenziano e mettono in luce gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio. L’esposizione curata da me che ha firmato anche il testo in catalogo dal titolo “Il canto delle balene”, vede riunito una serie di opere dell’artista Nicola Salvatore, già apparso agli occhi della critica italiana e internazionale come una figura delle più interessanti e propositive dell’arte contemporanea, e ricordato come chiaro e significante interprete.
Nicola Salvatore, artista italiano di chiara fama, tra i più osannati della contemporaneità, vive il nostro tempo con un’attenzione forte e mirata ai temi più intriganti, dove la balena si fa mito, archetipo, strada veicolare del salvataggio del mondo e dell’ambiente intero. Essa racchiude così la filosofia del mondo, la sostanza e la preziosità della sopravvivenza, la lezione forte per i potenti della terra, il simbolo sapienziale che si fa crocivia della saggezza. Ciò lascia vivere nel simbolo appuntato sulle lavagne di Salvatore la salvaguardia del mondo, la lezione miracolosa che da Beuys e oltre, ha trovato nell’idea che si materializza un’intellettualità forte, una creatività vera, una verità intima, folle, storica. La balena di Nicola Salvatore è l’icona più affascinante, dopo quelle utilizzate dalla Pop Art sia italiana che americana; è la chiave di lettura e la nuova direzione di pensiero per l’uomo d’oggi ancor più spaesato dai media e dal futuro nebuloso. La balena è l’icona più spettacolare, segno e segnale, tra il senso e il non senso, movimento-gesto, movimento-suono, movimento-meditazione, disperante immanenza del suo archetipo inesauribile, immagine viva, oscuro richiamo, sconfinamento, confessione, percezione grandiosa e umile del non finito, del viaggio a dismisura nei mari del mondo, e che da tempo Nicola Salvatore ripropone al contemporaneo come scatto di un pensiero più vasto. La balena, grande cetaceo, sospinta fra cieche onde grigie e minacciose dell’oceano ormai più che inquinato, poi sudario di una vita scomposta e lacerata, è diventata nella produzione artistica di Nicola Salvatore il leit motiv di una sacrosanta lezione creativa che intercetta la filiera naturale e alimentare. La sua è una ricerca continua, “viaggia” solcando ed esplorando tutte le possibili esperienze e luoghi dell’arte. Aver rispolverato e messo sull’altare il simbolo del grande cetaceo è significato per Nicola Salvatore collegare il passato al presente, la storia antica e primitiva alla contemporaneità. Essa è divenuta l’elemento principe del suo lavoro che da anni argomenta capitoli installativi, scultorei, pittorici, ecc. C’è di più, che a parlare del suo lavoro al di là dell’icona principe, vivono i luoghi e i materiali; i luoghi dove le sue sculture-balena respirano l’idolatria del nostro tempo sono emblematici, come lo sono i materiali, dal ferro all’acciaio e al bronzo, dall’alluminio alle resine, perché ogni balena vive nello schema del ritaglio conformativo e nelle geometrie che la accolgono e nel peso della sostanza che si distende e la rappresenta.
Alla stregua di Beuys il lavoro di Nicola Salvatore si nutre di intellettualità forte, della filosofia del mondo, dei simboli, dei miti e degli archetipi che ne sorreggono l’esistenza; ed oggi, in un mondo in cui l’uomo moderno vive di un futuro tecnologico e ha quasi dimenticato i parametri della vita e del mondo, e dei regni animale, vegetale e minerale, ecco che l’attenzione dell’artista italiano verso questo enorme mammifero marino fa cucire e rammemorare miti e leggende del passato. Le sue grandi sculture che sono i totem del terzo millennio, in cui la balena in virtù del rispetto e della venerazione dei nativi americani e dei popoli celtici per essa, e dell’aurea di antichità che ancor oggi si porta dietro è un simbolo di nascita e creazione, del principio di tutte le cose. Nicola Salvatore si è fatto artista guida, portando l’arte ad essere nel presente capace portatrice di lezioni potenti e significanti alla cultura e all’umanità. E nel clima del rispetto e della salvaguardia del mondo e dell’ambiente la lezione di Nicola Salvatore fa leggere la balena come un prezioso alleato nella lotta alla sopravvivenza. Una significativa credenza degli antichi riguardava i suoni emessi dalla balena, che avevano la stessa forza di attrazione del mitologico canto delle serene. La credenza voleva che con le sue canzoni entrasse in comunicazione con gli uomini e raccontasse loro le storie di antiche creature e avvenimenti, tramandate di generazione in generazione. Si tratta della sua voce e dei suoi effetti per l’orecchio umano. In virtù delle leggende e delle qualità positive attribuite a questo mammifero, la sua frequenza sonora veniva interpretata come una melodia che conduce lungo il vero cammino della vita. Chi si affidava al totem della balena erano persone dall’udito fine, alla costante ricerca di segnali che decifrassero i misteri dell’universo e rivelassero l’origine dell’uomo. Per gli sciamani i suoni emessi dalle balene erano una sorta di linguaggio telepatico. La balena diveniva pertanto un simbolo di profonda sapienza e saggezza. E’ così che il vasto campionario di balene che ormai Nicola Salvatore ha disseminato in più continenti sono una delle parti più nobili del fare arte contemporanea; l’opera ridotta a un “pezzo”, a un frammento del mondo, al torso di un simbolo, svolge il compito di pensare l’impensabile, di rappresentare l’irrapresentabile, e di portare tutto al suo fine e alla sua perfezione.
Nicola Salvatore nasce a Casalbore (Av) nel 1951, vive e lavora tra Como e Marrakech. Dal 1995 è stato titolare di una cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Il percorso artistico di Nicola Salvatore è segnato da un fil rouge, una presenza ricorrente: la balena. Il mammifero leggendario è per l’artista, sin da studente nelle sue prime mostre personali, simbolo di ricerca interiore. Dall’inizio del suo percorso artistico, Nicola Salvatore è stato invitato a partecipare ad alcuni dei più importanti eventi artistici contemporanei, in Italia e all’estero (X e XVI Quadriennale di Roma; Biennale di Parigi, 53.ma e 54.ma Biennale di Venezia). È stato curatore per l’arte sulle navi della compagnia Costa Crociere. Tramite numerose committenze pubbliche e private, sono molte le opere di Nicola Salvatore presenti sul territorio italiano. Nicola Salvatore è un esploratore della materia, della creatività e dell’arte, uno spirito che ha ideato la “Trattoria da Salvatore” presso la sua cattedra di Pittura l’Accademia di Brera, un connubio inedito tra arte, cibo, studenti e grandi personaggi della scena artistica ed intellettuale italiana. Hanno scritto sul suo lavoro: R. Bellini, M. Bignardi, C. Cerritelli. L. Caramel, L. Cavadini, L. Cherubini, E. Crispolti, G. Dorfles, A. D’avossa, E. Di Raddo, F. Alfano Miglietti, A. P. Fiorillo, A. Fiz, F. Gualdoni, C. Franza V. Guarracino, C. Liveriero Lavelli. M. Meneguzzo, L. Parmesani, F. Poli, R. Sanesi, E. Sanguineti, V. Tassinari, T. Trini, G. Verzotti, C. Vivaldi e altri….
Carlo Franza