Un corposo libro di Carlo Lapucci dal titolo “Magia e poesia” e il sottotitolo “Mistero di maghi poeti e di grandi poeti maghi” lascia leggere da parte dello studioso fiorentino una correlazione tra poesia e magia e viceversa, certamente dosando bene il significato proprio dei termini in questione. Il volume edito dalle Edizioni Graphe.it è  dei primi mesi  del 2022. Carlo Lapucci è tra gli studiosi italiani di tradizioni popolari e in questo libro argomenta temi che toccano il mondo della poesia e della magia incorniciando quel potere evocativo e creativo del linguaggio, partendo dai primi maghi, filosofi e sapienti, fino agli alchimisti e alle summe creative di Dante Alighieri. Un libro ben sottolinea anche la bellezza del linguaggio e della parola. Nel risvolto di copertina del libro leggo: “Il poeta, quello vero, anche se non lo rivela o forse non ne è pienamente cosciente, ha in sé la natura del mago perché è il maestro della parola e delle parole. I poeti sanno che in un termine c’è qualcosa di tenacemente collegato con l’anima della cosa designata. I versi e le espressioni che li compongono entrano nell’anima smuovendo un mondo recondito e portando a galla sensazioni e fatti forse superficialmente dimenticati. Carlo Lapucci, con l’attenzione antropologica che lo contraddistingue, ci conduce nel mondo dei maghi poeti (da Medea alle Sibille, da san Cipriano a Nicholas Flamel, senza dimenticare Nostradamus e Cagliostro) e dei grandi poeti maghi (Virgilio e Dante in primis) e si sofferma anche su quelle formule che spesso ripetiamo a memoria (come, per esempio, Ambarabà ciccì coccò) per farci scoprire la bellezza insita nei grovigli di parole, suoni e versi”.

Esiste una strettissima correlazione tra poesia e magia, perché l’illuminato Borges affermò che un volume di poesia non è altro che una successione di esercizi di magia. Il poeta è mago della parola, della parole; ciò fin dalla leggenda del Boccaccio mago, e persino del Boccaccio che nel “Trattatello in lode di Dante” accenna all’episodio di donne che riconoscono Dante come colui che va all’inferno e torna quando gli piace. E dunque magia, parola e potere, ma anche magia e profezia e poesia e profezia nel mondo moderno.

Carlo Lapucci vive a Firenze dove si occupa di letteratura, linguistica e tradizioni popolari. Ha lavorato e collaborato con varie case editrici; ha partecipato come esperto alla trasmissione di Radiodue La luna nel pozzo ed è stato l’autore delle serie I verdi giardini della memoria e Cose dell’altro mondo.

Nel campo letterario ha esordito nel 1960 con una scelta di poesie presentate da Nicola Lisi su L’Approdo letterario; seguì sulla stessa rivista nel 1962 un’altra silloge presentata da Mario Luzi. Ha pubblicato in seguito i romanzi Itinerario a Vega (Cappelli 1972), La pianura e altri racconti (Le Samare 1974), per il quale ha avuto il Premio Il Ceppo nuovo autore, e L’uomo di vetro (Camunia 1992). Inoltre nella letteratura fantastica sono usciti Viaggio nell’Antimateria (Francesco Rossi 2006) e Silicon Valley (Francesco Rossi 2008), rappresentata dalla Compagnia stabile I ritrovati di San Gimignano (2009).

Sono uscite le raccolte di versi: L’erba inutile (Vallecchi 1982), Il battello del sale (Il Grifo 1991), Oibò. Parodie e copie (Francesco Rossi 2000) che gli è valso il premio Giusti per la satira 2002 e Alla dogana del sonno (Le Balze 2005). La rivista Giornale di bordo ha dedicato alla sua opera l’intero numero del marzo 2003.

Tra le numerose opere di linguistica e tradizioni popolari si segnalano: I proverbi dei mesi, con Anna Maria Antoni (Cappelli, 1972), La Bibbia dei poveri (Mondadori 1985), Dizionario dei modi di dire della lingua italiana (Garzanti Vallardi, 1993 già Valmartina 1969), Indovinelli italiani (Vallari 1994 già Valmartina 1977), il Dizionario dei proverbi italiani (Le Monnier 2006, poi Mondadori 2007), che raccoglie venticinquemila detti della saggezza popolare, prima opera di studio generale dei proverbi italiani, Fiabe toscane (Mondadori 1984) e Fiabe toscane di maghi, fate, animali, diavoli e giganti (Sarnus, 2008).Particolare attenzione ha dedicato al teatro, sia in proprio (Teatro a buon mercato, 2004), sia scrivendo libretti per rappresentazioni di Bruscelli.

Tra i lavori più recenti, oltre quelli pubblicati con la Graphe.it edizioni, segnaliamo: La Biblioteca di Tarmakòden. 24 racconti (Helicon 2019), Diario di un istante (Le Samare 2019), La sapienza dell’ignoranza. Il pensiero profondo dei proverbi (Ibiskos 2020), Le lappole (Le Samare 2020), Come la spiga accanto alla spiga. Trilogia cinese (Lorenzo de’ Medici Pres 2021), Phaenomena et noumena (Le Samare, 2021), Storia di Semetipsum. Viaggio nel se stesso (Helicon 2021). Ha ricevuto i premi Fiorino d’Oro alla carriera (2018) e il Premio Casentino per la letteratura (2020).

Carlo Franza

 

 

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