“O vivo o morto tornerò”, finalmente le spoglie mortali del Pontefice tornano a casa. Un evento atteso dai fedeli di tutte le parrocchie del Nord Italia e non solo: dieci giorni di appuntamenti e celebrazioni nel Trevigiano, impennata di richieste turistiche. Il presidente della Fondazione Sarto, Matteo Guidolin: “Dopo Bergamo, siamo i secondi nella storia ad aver organizzato una Peregrinatio di questo genere. Sarà una stupenda festa popolare e di fede”. 

Prima di partire per Roma, dove sarebbe salito al soglio Pontificio, l’allora cardinale Giuseppe Sarto aveva proferito poche parole. “O vivo o morto tornerò”. Erano anni tremendi, quelli del primo Novecento, stava per scoppiare la prima guerra mondiale. Le spoglie mortali di Papa Pio X tornarono a Venezia molti anni dopo, nel 1959. E adesso la promessa viene di nuovo mantenuta: dal 6 al 15 ottobre sarà celebrata la sua “Peregrinatio”. L’urna che oggi è a San Pietro, in Vaticano, sarà trasportata per 545 chilometri in un mezzo ristrutturato ad hoc per impedire che le vibrazioni possano danneggiarla, e dopo un giorno in cattedrale a Treviso sarà accolta per più di una settimana a Cendrole, borgo riesino che ospita la chiesa mariana nella quale Bepi Sarto sviluppò la sua fede.

Un evento religioso, certo, ma anche sociale e culturale. Nella storia recente della Chiesa, infatti, solo un’altra volta è stato organizzato il “ritorno a casa” di un Papa. Era accaduto a maggio del 2018 nel Bergamasco, dove le spoglie di Giovanni XXIII (che quando era Cardinale, col nome di Roncalli, era stato tra i grandi sostenitori del ritorno del corpo di Pio X a Venezia) hanno generato un movimento di massa senza precedenti. Quasi mezzo milione di pellegrini si sono prenotati per la visita, non sono noti i dati di quanti invece siano passati per il territorio senza registrarsi, solo a scopo turistico.

“Da anni lavoriamo per organizzare la Peregrinatio”, dichiara Matteo Guidolin, presidente della Fondazione Giuseppe Sarto e sindaco di Riese Pio X. “Un evento atteso, un evento storico, reso possibile dalla sinergia con la Diocesi, e per questo ringraziamo il Vescovo Michele Tomasi. Stiamo organizzando la logistica del nostro piccolo Comune. Il borgo delle Cendrole, dove abitano poche decine di famiglie, accoglierà centinaia di migliaia di pellegrini nell’arco dei dieci giorni di eventi, a supporto abbiamo organizzato un centro logistico di accoglienza a due chilometri di distanza. Sarà una sfida stupenda da affrontare”.

La macchina organizzativa si è già messa in moto. Tutte le informazioni saranno convogliate sul portale web www.papapiox.it, nel quale sarà possibile anche prenotare le visite. Fioccano già le prenotazioni (si calcoli che in un anno normale, i turisti religiosi che visitano la “casetta” del Papa sono migliaia), per trovare da dormire già adesso serve cercare alberghi e hotel nelle città limitrofe come Castelfranco Veneto, Possagno, Bassano del Grappa e Cittadella, luoghi peraltro perfetti per passare qualche giorno di vacanza dopo aver visitato Riese. Per gli amanti dell’enogastronomia, a pochi chilometri ecco le colline di Asolo e della Docg del Prosecco.

Riese (undicimila abitanti comprese le frazioni), oltre ad aver supportato il restauro e la riqualificazione del complesso della Casa Natale (incluso un innovativo approccio al museo, presto sarà presentata anche la possibilità di visitarlo con la realtà aumentata), ha anche riqualificato il sentiero Curiotto, sentiero che Sarto percorreva da giovinetto per andare a pregare; realizzato la pista ciclabile da Cendrole a Spineda, che unirà definitivamente il centro di Riese al Sentiero degli Ezzelini; e progettato il nuovo arredo urbano. Il pellegrino potrà inoltre visitare il presepio artistico pluripremiato (presso l’asilo parrocchiale) e una mostra sullo scultore Francesco Sartor (in Barchessa Zorzi).

Di certo, per i riesini sarà un appuntamento storico. Ma sarà una festa popolare che coinvolgerà tutto il Veneto: tutte le parrocchie del Nord Italia sono state coinvolte dai propri vescovi nell’organizzazione di pullman e trasferte, i sacerdoti ne stanno parlando da giorni nelle comunità. Infatti, Pio X studiò in seminario a Padova, fu cappellano a Tombolo, arciprete a Salzano, nel Veneziano, canonico della cattedrale di Treviso, padre spirituale del Seminario, vescovo a Mantova e patriarca a Venezia. Proprio in quel suo essere stato “un povero parroco delle terre venete”, ha detto il Vescovo Tomasi nel giorno della presentazione del calendario degli eventi, “sta una delle radici forti e buone che hanno sostenuto il suo impegno di guida della Chiesa universale”.

Nel progetto di pellegrinaggio, peraltro, è stata coinvolta anche Treviso: l’urna traslata avrà come prima tappa del viaggio la chiesa cattedrale del capoluogo della Marca Trevigiana (il pomeriggio del 6 ottobre), dove rimarrà fino al pomeriggio di sabato 7. Successivamente sarà accolta prima nella chiesa arcipretale del paese natale, Riese Pio X, e poi nel santuario della Madonna delle Cendrole, dove rimarrà fino a domenica 15. Decine gli eventi e le iniziative pastorali, grazie ai quali i fedeli potranno venerare e approfondire la figura del Santo trevigiano nell’attesa dell’evento.

Carlo Franza

 

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