“Non uccidere” è l’installazione di Emilio Isgrò e Mario Botta per il 75/o della Costituzione al Maxxi- Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Non uccidere, che vuol dire anche “salvare” il prossimo. È con una grande installazione commissionata ai Maestri Emilio Isgrò e Mario Botta e inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il Maxxi- Museo nazionale della arti del XXI secolo celebra i 75 anni dall’emanazione della Costituzione italiana. Un progetto imponente, composto da un monumentale bassorilievo in pietra del Sinai di Mario Isgrò articolato, in undici elementi, e da una spettacolare architettura in cedro del Libano progettata dall’architetto Mario Botta e collocata nella grande piazza del Museo, per riflettere sul tema dei princìpi di convivenza sociale alla base di tutte le carte costituzionali.
L’opera di Isgrò ripropone le tavole bibliche dei Dieci comandamenti, interpretati come fondamento morale della società civile, sulle cui iscrizioni è intervenuto con la cancellatura, cifra della sua opera da quasi sessant’anni, lasciando in evidenza solo il quinto comandamento: Non uccidere, appunto. “Un progetto commissionato a due fra i maggiori esponenti della cultura contemporanea”, esordisce Alessandro Giuli, presidente del Maxxi, esprimendo “profonda gratitudine” al presidente Mattarella per aver insignito per l’iniziativa il museo della medaglia della presidenza della Repubblica. “Il sapiente intreccio tra l’architettura del maestro Botta e le caratteristiche cancellature del maestro Isgrò – aggiunge – ci restituiscono un potente messaggio atemporale e che tuttavia s’incastona nell’urgente, tragica attualità dei nostri giorni”. Un’opera che è una provocazione “sull’insensatezza della guerra” e un invito “ad allargare l’orizzonte concettuale, a vedere nelle atrocità commesse dal terrorismo internazionale la nuova frontiera globale dell’odio da rigettare – prosegue il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – Nelle tragiche ore di tanti conflitti che abbiamo alle nostre porte, dall’Ucraina al Medioriente – spiega – non uccidere è un principio che” nella nostra Costituzione “diventa non solo un ripudio della guerra, ma anche un diritto all’autodifesa e un dovere alla lotta contro ogni forma di terrorismo, pressione, violenza e persecuzione”. Nell’opera, sulle undici coppie di tavole in pietra, i comandamenti sono tradotti in altrettante lingue per rendere sempre più universale il messaggio di pace, incisi in rosso “il colore del sangue e della risurrezione” come scrive lo stesso Isgrò. Il padiglione di Botta, formato da ventuno arcate alte oltre otto metri, è realizzato con legno proveniente dal recupero di piante tagliate in giardini privati o cadute a seguito di fenomeni atmosferici. “Ognuno di noi – spiega l’architetto Botta – ha indagato, all’interno del proprio linguaggio, l’espressione che ha ritenuto più opportuna per dare forza, soprattutto in questi nostri tempi storici, ai valori che la carta costituzionale ha saputo tutelare e valorizzare. “In un momento così difficile – aggiunge Isgrò – quando esclude la guerra come mezzo di offesa, è proprio questo Comandamento, Non uccidere, che la nostra Costituzione rispetta: come lo rispettano tutte le Costituzioni umane accettabili per credenti e non credenti. Perché se Dio è sempre uno, sempre una è la vita così confinante con Dio”. L’installazione è stata realizzata con il sostegno della Struttura di Missione Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Carlo Franza