Pittura e poesia. Ungaretti e l’arte del vedere in mostra da Tornabuoni Arte a Firenze
Tornabuoni Arte Firenze presenta “Pittura e poesia. Ungaretti e l’arte del vedere”, una mostra che celebra la convergenza tra letteratura e arti visive, attraverso la figura del poeta Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 1888 – Milano, 1970).
“Pittura e poesia. Ungaretti e l’arte del vedere” è questo il titolo della mostra aperta nella galleria Tornabuoni Arte di Firenze dal 16 maggio al 12 luglio.
Si tratta di un omaggio al grande poeta italiano Giuseppe Ungaretti con una selezione di opere di artisti che conobbe, frequentò a Parigi e Roma, e sui quali scrisse.
L’esposizione traccia un panorama dell’arte italiana ed europea tra gli anni Dieci e Settanta del Novecento, attraverso le parole del poeta, presentando a fianco di materiali d’archivio, scritti, corrispondenze e poesie molte opere.
Ungaretti incontra Picasso, de Chirico e Severini a Parigi alla vigilia della Prima guerra mondiale. Molti anni dopo, a Roma, incontrò artisti italiani come Dorazio, Capogrossi e Burri, tra gli altri. L’intensità di questi incontri, da Parigi a Roma, lo rende più che un testimone privilegiato di un periodo artistico senza precedenti. Ungaretti sviluppa un proprio stile letterario nella continuità dei linguaggi, alimentando una profonda fascinazione per la pittura e rendendo così possibile un vero e proprio incontro tra le arti.
Lo studio del legame tra poesia e pittura è in linea con il percorso già intrapreso dalla galleria di esame del dialogo tra le arti plastiche e altre discipline, e costituisce un’altra esperienza interdisciplinare, dopo la mostra Utopia ( sull’arte e il design italiano) realizzata nel 2019.
Pittura e poesia. Ungaretti e l’arte di vedere è resa possibile dalla critica letteraria Alexandra Zingone, specialista della poesia di Ungaretti, e dalla sua profonda conoscenza degli artisti che ha incontrato. Questo progetto segna la seconda tappa della sua collaborazione con la galleria, dopo il successo della mostra Piero Dorazio, Textures lumineuses nel 2021.
Il progetto presenta scritti, carteggi e poesie di Giuseppe Ungaretti accanto a importanti opere di importanti artisti italiani ed europei dagli anni Dieci agli anni Sessanta, fra cui Giacomo Balla, Ardengo Soffici, Corrado Cagli, Carlo Carrà, Gino Severini, Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico, Pablo Picasso, Enrico Prampolini, Ottone Rosai, Jean Fautrier, Giuseppe Capogrossi, Franco Gentilini, Alberto Burri e Piero Dorazio.
Opere figurative come Giovane seduta (1905) di Amedeo Modigliani e Piazza d’Italia con piedistallo vuoto (1955) di Giorgio de Chirico occupano le pareti del primo piano della galleria, testimoniando gli incontri parigini di Ungaretti.
La mostra prosegue e si sposta verso l’astrazione con importanti opere di Alberto Burri, come due Catrami del 1950, e di Giuseppe Capogrossi con una selezione di Superfici degli anni Sessanta che recano il suo glifo e rendono omaggio alla presenza di Ungaretti sulla scena artistica romana.
La mostra si conclude con il rapporto tra Giuseppe Ungaretti e Piero Dorazio, con pezzi storici della serie di reticoli dell’artista, come Chez Andersen (1959), e La Luce (1971), un libro realizzato dai due artisti, contenente poesie scritte a mano da Ungaretti e litografie di Dorazio.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese pubblicato da Forma Edizioni. Il catalogo, edito da Forma Edizioni, contiene immagini d’archivio e scritti di Ungaretti, oltre a un saggio critico di Alexandra Zingone che sottolinea l’importanza del rapporto tra pittura e poesia nella produzione del poeta.
Carlo Franza