Bergoglio e il suo “Dei Vizi e delle Virtù”. Il papa gesuita invece di avere a modello “l’ Imitazione di Cristo” (quinto vangelo) scimmiotta il saggio di Cesare Beccaria.
Siamo in piena quaresima e Papa Bergoglio che si occupa di tutto eccetto che della sua vera missione di successore degli Apostoli e di Pietro – secondo la regola del primus inter pares-, scrive libri, fa politica attiva, rilascia interviste, impazza sui media, interviene su qualsiasi cosa avvenga o succeda nel mondo vicino e lontano; dei cristiani che soffrono nel mondo e che vengono giornalmente uccisi e torturati non ne ha cura, semmai interviene sulle ragazze velate rapite in Africa. E veniamo a ciò che mi ha spinto a scrivere questo intervento. Da oggi 2 marzo 2021 è in libreria l’ultimo libro scritto dal pontefice Bergoglio; uscito per i tipi della Rizzoli, ha per titolo “ Dei Vizi e delle Virtù”, parafrasando il “Dei delitti e delle Pene” il saggio di Cesare Beccaria uscito nel lontano 1764; il libro vaticano me lo sono “sorbito”, mal digerendolo, e vi assicuro mi sono annoiato dalla prima parola all’ultima. Politica sudamericana pura. Confesso che prima di questo banale e piatto libro di Papa Bergoglio, ne ero già uscito annoiato anche dalla lettura di un altro libro letto in questi giorni e di cui si strombazzava sui media, vale a dire il volume di Rocco Casalino già portavoce di Giuseppe Conte, nonostante “zia Mara Venier” in “Domenica in” ne abbia tessuto lodi inverosimili sulle capacità scrittorie dell’ingegnere cinquestelle. Sappiamo che ormai tutti scrivono libri, o pensano di scriverli, vi assicuro che oltre l’80% di questi libri è tutta fuffa, è tutta carta straccia. Sono lontani i tempi di Prezzolini, Gadda, Bontempelli, Moravia, Siciliano, Bufalino, Sciascia, ecc. Mi ha fatto immensamente piacere la stroncatura del libro di Papa Bergoglio da parte del mio ex direttore di Libero ( su quel giornale ho scritto dal 2002 al 2012), Vittorio Feltri, che riporto integralmente, sostenendo che Bergoglio è diventato “gretino”. Dice Feltri: “Il nostro Paese ha avuto un’impronta cattolica, tutti noi abbiamo ricevuto un’eduzione cattolica e anche chi non è credente è comunque rispettoso dei valori della nostra civiltà. Io mi definisco un “ateo religioso”: ho rispetto per il Papa e pertanto quando parlo lo ascolto pur non condividendo quasi nulla di ciò che dice. Adesso però una cosa mi ha abbastanza sorpreso: il pontefice ha scritto un libro ( “Dei vizi e delle virtù”, uscirà domani, ndr) e nello stralcio pubblicato dal Corriere della Sera ho constatato che è diventato quasi “gretino”, imita Greta Thunberg, la ragazzina diventata popolarissima raccontando una serie di sciocchezze. Papa Francesco dice che bisogna rispettare la natura altrimenti il buon Dio ci manderà un altro Diluvio universale. È incredibile che il Papa non abbia capito che noi non dobbiamo difendere la natura, ma difenderci da essa, che ci manda calamità mostruose, dai terremoti agli tsunami. A osservare da vicino la natura, inoltre, non si può che riscontrare che è una macelleria a cielo aperto. Infine, anche il virus è naturale. E quindi se dovessimo difendere la natura ci toccherebbe anche di prendere le parti del virus. Io sono convinto che a tutti capiti di scrivere sciocchezze, ne ho scritte tante anche io, però vedo che il Papa mi fa concorrenza. Spero che Dio lo perdoni”.
“Dei vizi e delle virtù” (Rizzoli editore) è il titolo del nuovo libro-intervista di don Marco Pozza con Papa Bergoglio in uscita il 2 marzo 2021. Il cappellano del carcere di Padova ha conversato con il Pontefice per una trasmissione televisiva che verrà proposta prossimamente sul Nove e si snoda attraverso 7 episodi dedicati al confronto tra vizi e virtù. I contenuti del libro sono stati anticipati dal quotidiano italiano Corriere della Sera. Il filo della riflessione segue la rappresentazione delle sette virtù e dei vizi opposti che Giotto ha dipinto nella Cappella degli Scrovegni: giustizia/ingiustizia, fortezza/incostanza, temperanza/ira, prudenza/stoltezza, fede/infedeltà, speranza/ disperazione, carità/gelosia. Afferma Papa Bergoglio: “Ci sono persone virtuose, ci sono persone viziose, ma la maggioranza è un misto di virtù e vizi. Alcuni sono bravi in una virtù ma hanno qualche debolezza. Perché siamo tutti vulnerabili. E questa vulnerabilità esistenziale dobbiamo prenderla sul serio. È importante saperlo, come guida del nostro cammino, della nostra vita”. Pensate che “grande scoperta”, pare – anzi è- proprio un’espressione lapallisiana. Come, niente affatto lapallisiana, ma banale, l’uscita di Papa Bergoglio sui cambiamenti climatici: “Un diluvio grande, forse a causa di un innalzamento della temperatura e dello scioglimento dei ghiacciai: quello che succederà adesso se proseguiamo sulla stessa strada”. Sulla scia di verdi, ambientalisti, maghi – la lezione della dea Pachamama (anche Pacha Mama o Mama Pacha) significa in lingua quechua “Madre Terra” (Si tratta di una divinità venerata dagli Inca e da altri popoli abitanti l’ altopiano andino, quali gli Aymara e i Quechua), è ancora viva- Bergoglio fa il “gretino”, si accoda alla schiera dei seguaci di Greta Thunberg, la sedicenne che gira il mondo strombazzzando una quantità di sciocchezze. Banalità su banalità compongono il libro-intervista di Bergoglio che spazia dalla Bibbia ricca a suo dire di miti ( a detta di esegeti e biblisti), come nel caso del diluvio universale: “è un racconto mitico. Ma il mito è una forma di conoscenza”; e si permette persino di dare lezioni agli storici dell’arte e agli archeologi, se dice che per quest’ultimi “il diluvio è un racconto storico perché hanno trovato tracce di un’inondazione nei loro scavi”.
Banalità su banalità, Bergoglio pensa d’essere ancora superiore dei Gesuiti quando ai novizi del suo ordine parlava di queste banalità. Ecco cosa dice su ira e bullismo anche se si cimenta da presunto sociologo: “L’ira è una tempesta il cui scopo è distruggere. Pensiamo al bullismo fra i giovani. Il bullismo oggi è terribile. È molto presente nelle scuole. Anche i piccoli hanno la capacità di distruggere l’altro. (…) Il bullismo nasce quando invece di cercare la propria identità si sminuisce e si attacca l’identità altrui. E quando nei gruppi giovanili, a scuola, nei quartieri avvengono episodi di aggressione, di bullismo, si vede la povertà dell’identità di chi aggredisce. L’unico modo per ‘guarire’ dal bullismo è condividere, vivere insieme, dialogare, ascoltare l’altro, prendersi del tempo perché è il tempo che fa la relazione. Ognuno di noi ha qualcosa di buono da dare all’altro, ognuno di noi ha bisogno di ricevere qualcosa di buono dall’altro”. Niente di nuovo e niente di interessante, nessuna profezia in questo libro “quasi gretino” -a detta di Vittorio Feltri-, ma, aggiungo io, se qualcuno avesse meglio consigliato il papa gesuita, non si sarebbe spinto a scrivere anche sciocchezze sulla prudenza: “La prudenza però è la virtù del governo. Non si può governare senza prudenza, anzi. Chi governa senza prudenza governa male e fa cose brutte, prende decisioni cattive, che distruggono il popolo, sempre. La prudenza nel governo non è sempre equilibrio. Talvolta la prudenza dev’essere squilibrata, per prendere decisioni che producano un cambiamento”. A questo punto chiudo con due motti, il primo di Baltasar Graciàn gesuita, il secondo di Alessandro Manzoni. Eccoli: “Il silenzio è il santuario della prudenza” (Baltasar Gracián). “Que’ prudenti che s’adombrano delle virtù come de’ vizi, predicano sempre che la perfezione sta nel mezzo; e il mezzo lo fissan giusto in quel punto dov’essi sono arrivati, e ci stanno comodi” (Alessandro Manzoni).
Carlo Franza