Marcello Foa, già de “Il Giornale” -e collega dei tempi montanelliani-, lucido giornalista e fra i più profondi conoscitori della politica e della cultura del nostro tempo, sociologo attento a ogni movimentazione fuori e dentro gli schemi della società, ci consegna un libro a dir poco sapienziale. Si tratta de “Il sistema in/visibile. Perché non siamo più padroni del nostro destino” (pp. 256, Guerini e Associati, 2022), un libro unico, denso, lungimirante, che va al cuore dei problemi della società d’oggi. E’ il libro che mancava e che svela volti e risvolti del nostro tempo, perché l’oggi spesso non lo riconosciamo più, e al susseguirsi di governi e parlamenti, di onorevoli e ministri, di figure con superpoteri, tanto che bene osserva Foa quando dice che le decisioni che contano vengono prese altrove.  Da osservatore e da sociologo acuto Foa sottolinea che la classe media è stata da tempo distrutta, la società si è ormai avviata e avvitata fra ricchi e poveri, e le crisi che si sono susseguite dalla crisi dei subprime e del debito al crollo delle Torri Gemelle, dall’epidemia Covid 19 alle crisi ambientali ed energetiche per non tralasciare lo sgretolamento dei valori fino al loro annientamento -basti pensare alla famiglia- hanno avvolto come una ragnatela la società del duemila, fatto crollare certezze e  status,  porgendoci infine anche quel “cancel culture” che fa rabbrividire intellettuali e non al solo pensarci.  Libro chiaro, ove il discorso si snocciola per presentare e chiarire, per spiegare e affrontare, anche perché tutti noi siamo spaesati dinanzi a questo sistema in/visibile, stritolati, condizionati, condotti per mano, lontani ormai da ogni vera libertà. Nessuno prima di Marcello Foa aveva toccato questi gangli vitali del pensiero scomposto. “Non siamo più padroni del nostro destino perché la nostra società è sottopostacondizionamenti visibili e invisibili che limitano la possibilità di cambiare davvero le cose”, parola di Marcello Foa giornalista, docente all’Università di  Lugano, ed ex Presidente Rai . “Non siamo in presenza di una grande Spectre ma di una coincidenza di interessi che si alimenta e condiziona l’insieme della nostra società occidentale – ha spiegato Foa – l’auspicio è che si inizi a riflettere oltre le divisioni. Solo così potremo riappropriarci del nostro destino”. “La gente crede soltanto a quel che le è stato inculcato, a dispetto dell’evidenza. I fatti non contano più, e conoscere la verità non ha importanza, nemmeno mostrando le prove”, così osserva Foa. Oggi le democrazie occidentali, in primis la nostra, sono in pericolo, vero, certo, non per colpi di stato, ma per la forza di organismi sovranazionali (dalla Nato alla Swift) o per le grandi corporation “che agiscono come una diga in montagna, che determina il flusso d’acqua nei fiumi e le cui turbine generano elettricità. In tempi normali nessuno presta attenzione al suo operato sebbene tutti ne siano dipendenti”. “L’obiettivo del libro”, ha notato Foa, “è proprio quello di invitare a riflettere e confrontarsi pacatamente sui temi e sulle questioni più disparate nel rispetto della democrazia e dell’effettività di ogni diritto”; insiste in modo chiaro e delineante su temi  e problemi che sono davanti a tutti noi e che i nostri occhi spesso non vedono, dando prova di come le masse accondiscendono inconsapevolmente su come si governano  e vengono governate le società dell’epoca postmoderna. Le pagine del libro pongono mille interrogativi, fanno finalmente aprire gli occhi, portano a riflettere e a pensare con le proprie teste, Foa cerca di spiegare “i condizionamenti e le logiche che colpiscono la nostra società”, dove tecniche di influenza psicologica, media e social, orientano in modo “in/visibile”.

Carlo Franza

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