Tornabuoni Arte torna puntualmente a presentare la sua Antologia, una scelta delle più importanti opere di Arte moderna e contemporanea, che la galleria ha selezionato nel corso dell’ultimo anno.  Alcune delle opere più prestigiose della mostra antologica sono in mostra nella sede a Milano (Via Fatebenefratelli, 36).

Questa esposizione offre, non solo ai collezionisti ma anche agli amanti dell’arte in generale, l’opportunità di poter ripercorre i momenti più significativi della storia dell’arte dagli inizi del XX secolo ad oggi, attraverso i capolavori di alcuni dei suoi principali protagonisti. Tornabuoni Arte è una galleria aperta a tutti che, grazie al suo fondatore Roberto Casamonti, si distingue per un attento spirito di ricerca. L’Antologia 2023, proprio in quest’ottica, è affiancata da una pubblicazione, corredata da un ricco apparato fotografico, che approfondisce alcune tematiche di questa straordinaria raccolta. Il volume è introdotto dalla storica dell’arte Sonia Zampini, che firma il saggio dal titolo L’arte nel divenire della storia. Come sottolinea la Dott.ssa Zampini nel suo testo, il fil rouge che sottende a questa mostra è il legame profondo tra la Storia dell’Arte e la Storia, l’evoluzione dei linguaggi, “con il succedersi di condizioni sociali, culturali, ideali ma anche con storie intime, personali” che danno vita a un ampio affresco pittorico dai “molteplici intrecci narrativi”.

Dipinti che pongono l’attenzione verso la rappresentazione del paesaggio, come Paysage che Pierre Auguste Renoir ha realizzato nel 1913, oppure uno straordinario Impressioni di paesaggio, di qualche anno prima, del 1908, di Umberto Boccioni, un soggetto en plein air, dall’atmosfera luminosa e satura di colori. Questo tema ritorna in un nucleo degli anni Trenta, a cominciare dalla Casa dell’oblio, dove Galileo Chini nel 1933 raffigura, con un velo di malinconia, la casa versiliese di Eleonora Duse, nella quale l’attrice si era ritirata dopo la fine della sua storia d’amore con Gabriele D’Annunzio. Un particolare curioso distingue questo quadro: sul retro Chini annota parole, allude al dramma dell’amore finito, evoca nomi senza citarli, ed infine disegna una planimetria di strade dove colloca la propria abitazione e quelle dei pittori Viani, Chini e Nomellini. Anche in Paese (Paesaggio con albero), del 1935, un altro dei maestri toscani, Ottone Rosai, presente in questa antologica con più opere, mette in relazione la natura, l’albero nello specifico, con elementi come le case, con la solida essenzialità che lo contraddistingue. Uno sguardo sugli interni, sulla narrazione domestica, viene interpretato in modo assai diverso da Plinio Nomellini e Alberto Savinio, rispettivamente in Interno con natura morta, 1938, e Les Prisonniers, IIème version, 1931. Tra i massimi esponenti del Futurismo, abbiamo anche Giacomo Balla con due opere, firmate FUTUR BALLA, di cui segnaliamo Balfiore, 1925 circa.

Chiudiamo questa sezione con autori che testimoniano il passaggio dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Non possiamo non soffermarci su una gouache Liberté, J’écris ton nom, 1953, a proposito di legame con la Storia, dove Léger si ispira alla poesia Liberté di Paul Éluard, un canto alla libertà stampato nel 1942 e lanciato in migliaia di copie sulla Francia occupata dai nazisti. Così anche la gouache di Pablo Picasso, Etude pour Taureau del 1957, ha una valenza politica, simbolo della Spagna, della sua resistenza culturale.A segnare questo momento di transizione storico, troviamo, tra gli altri, Felice Casorati, Leoncillo, Osvaldo Licini, Marino Marini e Salvatore Scarpitta. Del 1961 è la Natura morta di Morandi. Mai artista, prima di lui, come sottolineava Cesare Brandi, aveva parlato con tale intensità attraverso l’evocazione di oggetti inanimati, con squisite ricerche cromatiche e audaci soluzioni spaziali.

Ma molti altri sono gli artisti in mostra: Carla Accardi, Antonio Bueno, Alberto Burri, Enrico Castellani, Sandro Chia, Jean-Michel Folon, Hans Hartung, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Uncini, Victor Vasarely, Gilberto Zorio, solo per nominarne alcuni.

Carlo Franza

 

 

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