Questo sarà un Natale? E’ l’Italia che muore. L’artefice di questo vulnus è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’opposizione deve scendere in campo subito.
La chiusura in casa, causa Covid, il Governo ce la impone di nuovo, e con i colori del semaforo, verde, rosso, giallo, arancione.
Ci chiude nelle città. Per Natale le città sono diventate ghetti. Tutto chiuso, tutto muore. Anzi è come trovarsi ai domiciliari. Sempre Causa Covid Radio, Tv, Quotidiani, canali vari tutti a parlare di Covid. E dei vaccini di cui si parla tanto e si sa poco di essi . Questa è l’Italia di quella signora, Angela Chianello, la signora di Mondello diventata famosa quest’estate per il tormentone “Non c’è ne Coviddi”. L’artefice di questa Italia è il Presidente del Consiglio Conte che il collega Nicola Porro nel suo Zuppa di Porro del 18 dicembre 2020 subito dopo la benedizione del DPCM di Conte alla nazione Italia con il suo urbi et orbi, ha definito bugiardo. Con domani, e con Natale 2020 e Capodanno 2021 torniamo in clima di prigionia, pensate che dovrò e dovrete compilare l’autocertificazione persino per andare alla Messa di Natale -vergogna inaudita e Papa Bergoglio sta a guardare- , ciò lo facevano i comunisti in Cecoslovacchia e nella Germania dell’Est; ho pensato di non piantar grane e compilare la cosiddetta “autocertificazione”, ma aggiungendo in calce, in caratteri ben evidenziati, questa postilla: “ Dichiaro, infine di aver compilato questo modulo solo e unicamente per evitare discussioni. Faccio presente che la richiesta stessa di una giustificazione è illeggittima, perché non prevista da alcuna norma di legge e che la libertà personale è inviolabile”. Ora una recentissima sentenza del Tribunale di Roma -è di ieri la notizia- lo dice espressamente dell’illegittimità e dell’incostituzionalità di questi DPCM messi in piedi da Conte.
E’ tempo di muoversi, scendere in piazza, è tempo per l’ opposizione di scendere in campo ( l’opposizione deve passare dalle parole ai fatti), è tempo di muovere una class action contro il governo. Sulla class action la pensa così anche lo chef Gianfranco Vissani che guida la rivolta contro Giuseppe Conte subito dopo il decreto Natale che chiuderà ancora una volta i bar e i ristoranti durante il periodo delle feste di Natale. E’ così che l’Italia muore per l’incapacità di governanti come mai ne abbiamo avuti di questa taglia dal dopoguerra ad oggi. Un drammatico dietrofont, dopo le promesse ribadite nelle settimane precedenti di voler concedere un po’ di ossigeno alle tante attività messe in ginocchio dal primo lockdown, dai ristori mai arrivati (o arrivati in gravissimo ritardo, da considerare brodaglia) e dalle incertezze della ripresa economica che non c’è e -non illudetevi- non ci sarà. . “L’ unica cosa da fare è una class action contro il governo. Altro che Repubblica basata sul lavoro, non abbiamo più nulla”, ripete Gianfranco Vissani al telefono con La Stampa. “I ristoranti moriranno, mi chiedo cosa stia facendo Conte. Vedo confusione, scelte imbarazzanti e nessuna logica. Dall’ inizio della pandemia io ho perso un milione di euro e se arriva la terza ondata del Covid ci sarà una rivoluzione”. “Abbiamo speso dei soldi per la sicurezza – ricorda con rabbia – e adesso? Almeno ci facciano pagare le bollette e le tasse al termine del 2021”. Un malumore condiviso da Stefano Tedeschi, proprietario dello storico ristorante bolognese Diana: “Ci hanno tenuti chiusi per 9 mesi, ho speso 250mila euro e ne ho ricevuti 20mila di ristori, sono cifre ridicole rispetto alle perdite che abbiamo”. A Natale avevano già la sala piena: “Ho ordinato il tartufo, gli ingredienti per la pasta fresca e tanti altri cibi che cercheremo di regalare ai dipendenti, ma qualcosa andrà buttato. Sembra che siamo noi a portare il virus eppure le piazze so
no piene per lo shopping”.
Riporto una “LETTERA APERTA A LUIGI DI MAIO” di un lettore. “Caro Ministro Di Maio, Est modus in rebus. Lei lo ha dimenticato. Frutto di ignoranza, senz’altro non scusabile, visto che insiste nel voler fare il Ministro. Cui s’aggiunge, come spesso accade e nel Suo caso non v’è eccezione alla regola, la prepotenza tracotante di chi non sa risolvere i problemi, e pensa d’esserne capace. Lei scrive “permettiamo ai cittadini di spostarsi fra i piccoli Comuni”. E’ l’art. 16 della Costituzione a permettere a tutti i cittadini di circolare e soggiornare liberamente. Non fra i piccoli Comuni, ma in qualsiasi parte del territorio nazionale. Quel diritto può essere limitato: ma dalla legge, non da atti amministrativi come sono i DPCM ai quali Lei ricorre coi Suoi sodali di Governo. Non La invito ad avere più rispetto di chi soffre e ha dato prova, esemplare, di disciplina; quel rispetto, caro Ministro, io personalmente lo ESIGO. Ho fatto e continuo a fare il mio dovere di cittadino, ed ho la presunzione di ritenere che contribuisco ogni giorno a rendere questo Paese migliore, a dispetto del tentativo Suo e degli altri componenti del Governo e del Parlamento di affossarlo. Abbia dunque la cortesia, il pudore e la convenienza, o se proprio non riesce almeno la furbizia, di rivolgersi a me con maggior rispetto”.
Come questo cittadino ce ne sono migliaia e milioni di indignati contro Di Maio, Conte, Speranza, e l’intero governo PD-Cinque stelle-Leu. Siamo nel baratro, l’Italia abbassa le saracinesche, il lavoro non c’è, il futuro dei giovani non esiste più, l’Italia muore, e se stanotte è Natale e nasce il Bambin Gesù, i suoi vagiti non li sentirà nessuno perché le chiese sono vuote, il freddo impazza e i poveri sono affamati. Solo il Governo, questo governo si sollazza superbamente.
Carlo Franza