L’Asta de Il Ponte a Milano (dicembre 2020) presenta un catalogo superbo. Storia, qualità e unicità vivono nelle opere che vanno da Max Bill a Twombly, da Picasso a Giacomo Balla, da Sam Francis ad Hans Hartung e Gèrard Schneider.
Ho appena visitata la mostra superba allestita nello storico Palazzo Crivelli in Via Pontaccio 12, che è la sede della Casa d’Aste Il Ponte, dove è ormai tutto pronto per l’asta invernale di Arte moderna e contemporanea che la prossima settimana batterà, nella splendida cornice settecentesca di una dimora nobiliare, un catalogo di 243 opere suddivise in due tornate: la prima fissata per martedì 15 dicembre (ore 15:30) con in asta dal lotto 1 al lotto 67 e la seconda che si terrà mercoledì 16 dicembre (15:30) e vedrà in vendita i lotti dal n. 100 al n. 276.
La mostra -anteprima dell’Asta- della Casa d’Aste Il Ponte disposta nelle sale accoglienti e illuminate di Palazzo Crivelli a Milano in Via Pontaccio 12, in corso in questo dicembre 2020, pur caratterizzato da problemi derivanti dal Covid 19, apre un panorama così allargato su nomi di artisti internazionalmente notissimi e ricercati, à la page come direbbero a Parigi, che hanno caratterizzato i movimenti più singolari della storia dell’arte del Ventesimo Secolo con opere di straordinaria bellezza. Vorrei rassicurare i grandi collezionisti non solo italiani ma anche stranieri, che una mostra di così mirata caratterizzazione nella selezione delle opere, avvolgente e coinvolgente, preziosa e storica, che si lascia leggere nelle sale espositive, ad oggi in Italia è cosa veramente unica. Dirò di più, che attualmente questa è una mostra museale di così vasta portata che Milano, grazie alla Casa d’Aste Il Ponte, ne può andare fiera. L’asta si terrà regolarmente. I clienti non potranno partecipare in sala ma avranno a disposizione tutti i mezzi che le nuove tecnologie ci offrono per lanciare le loro offerte in tempo reale. L’asta sarà visibile in streaming e si potrà partecipare previa iscrizione dalla piattaforma IlPonteLive, a mezzo telefonico o lasciando una commissione scritta. Il merito di così strepitoso evento preparato e atteso lo si deve a Freddy Battino, non solo direttore del dipartimento di arte moderna e contemporanea della casa milanese, ma superbamente punta di diamante del management artistico e del mercato dell’arte mondiale, al quale va il merito della selezione, di quella che vuol essere una raccolta “fuori dal coro”, che sorvola i trend e mode, puntando solo alle opere, e soprattutto a quelle storiche e rare. Opere di livello come solo la Casa d’Aste Il Ponte sa proporre, mai tralasciando storia, qualità e unicità, un valore assoluto come pochi sanno mettere in campo (ve lo dice uno Storico dell’Arte che ha laureato in cinquant’anni migliaia di studenti). Lasciatevi scorrere fra le mani i due cataloghi che accompagnano le due serate dell’asta di arte moderna e contemporanea, dove troverete non solo tutti i movimenti più caratterizzanti il Novecento, ma opere certificate che hanno innalzato i capitoli e gli svolgimenti più innovativi e avanguardistici degli artisti proposti.
Sfogliando i cataloghi, l’occhio coglie le proposte più anmmiccanti: ecco una tempera futurista di Giacomo Balla, ha per tema Forze Pessimiste e Ottimiste del 1922 (€ 30.000 – 40.000, lotto 2). Non è da meno Massimo Campigli, artista distintissimo, con diversi esemplari, tra cui un rarissimo olio del 1918 proveniente dalla Galerie Jeanne Bucher di Parigi (€ 25.000 – 30.000, lotto 8); un Atanasio Soldati che di geometrie se ne intendeva, con Composizione del 1951: un olio su tela esposto alla mostra antologica dedicatagli dalla Galleria civica di Torino (€ 20.000 – 30.000, lotto 37); e due opere di Arturo Vermi – ora varato il Nuovo Archivio dell’artista con sede a Monza e di cui faccio parte del Comitato Scientifico – prezioso autore del segno ( un Senza titolo del 1963 € 2500 – 3500, lotto 153); e un Diario del 1969 (€ 1800 – 2500, lotto 154). Da incorniciare come prezioso il gruppo italiano che ha caratterizzato la Pop Art Italiana: un decollage di Mimmo Rotella del 1962 (€ 20.000 – 30.000, lotto 33) e, sul versante romano, Mario Schifano( lotto 247, 248, 249, 250), ma anche Sergio Lombardo, Franco Angeli e Cesare Tacchi in veste di esponenti della cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo”. L’Informale internazionale mette in luce Karel Appel, con il capolavoro Angoisse del 1960 (€ 130.000 – 160.000, lotto 28), Pierre Alechinsky con un olio del 1962 (€ 30.000 – 50.000, lotto 29), Hans Hartung con una graffiante carta del 1953 (€ 40.000 – 60.000, lotto 21), e un materico Antoni Tàpies proveniente dalla Galerie Maeght di Parigi del 1957 (€ 30.000 – 40.000, lotto 22); nel catalogo del Ponte non mancano gli italiani attivi nel clima astratto-informale, ecco con Sfera del 1986 dal diametro di 30 centimetri di Arnaldo Pomodoro (€ 80.000 – 100.000, lotto 58), e un capolavoro come Spazio Totale del 1953 – 1954 di Mario Nigro proveniente dalla Galleria Martano e Galleria dell’Ariete (€ 15.000 – 25.000, lotto 36).
E ancora Hsiao Chin ( lotti 193,194, 195,196); Enrico Baj con un Situazioni, esposto nel 1963 alla Cordier and Ekstrom Gallery di New York (€ 12.000 – 18.000, lotto 32), un olio di Piero Dorazio del 1979 proveniente dalla Andre Emmerich Gallery di New York (€ 30.000 – 40.000, lotto 54) e un grande Emilio Scanavino del 1980 La Montagna dalla ricca storia espositiva e bibliografica (€ 20.000 – 30.000, lotto 24).
Non mancano opere e nomi del Gruppo Zero e dell’Arte Concreta, dell’Arte Analitica e dell’Arte Cinetica, in cui risaltano i nomi di importanti esponenti come Agostino Bonalumi, con opere dagli anni ‘60 agli anni ‘80, tra cui Rosso del 1965 (€ 40.000 – 60.000, lotto 57), Paolo Scheggi con Intersuperficie curva del 1965 (€ 80.000 – 100.000, lotto 44) e un iconico Enrico Castellani del 1967, già esposto nel 2011 alla mostra Italian Zero & avangarde ‘60s al MAMM di Mosca (€ 180.000 – 240.000, lotto 49) e ancora Hugo De Marco (lotto 197) o Gianni Colombo ( lotto 199) e Irma Blank (€ 20.000- 30.000, lotto 48).
Brilla un capolavoro di Max Bill con un acrilico del 1972 (€ 50.000 – 70.000, lotto 43). E per i ciollezionisti più colti e raffinati, da segnalare anche due storiche opere su carta rispettivamente di Sam Francis Senza titolo (Yellow splashes) del 1956 (€ 130.000 – 160.000, lotto 27) e Senza titolo di Cy Twombly del 1960 proveniente dalla Galleria La Tartaruga di Roma (€ 55.000 – 70.000, lotto 25). Curiosa, preziosa e rara anche l’opera che è una biro di Alighiero Boetti del 1983 Aerei (€ 80.000 – 100.000, lotto 64), proveniente dagli eredi Bellini proprietari del ristorante Scaletta di Milano, modaiolo crocevia di artisti alla fine degli anni ‘80. La scultura lascia notare nomi come Arturo Martini (€ 15.000-20.000, lotto 3), Giò Pomodoro (lotto 53); da evidenziare Arnaldo Pomodoro (€ 80.000-100.000, lotto 58), Carmelo Cappello con un imponente disco in marmo di Carrara del 1969 (€ 10.000 – 15.000, lotto 45) e Pietro Consagra presente con la scultura Doppia Bifrontale del 2001 (€ 50.000 – 70.000, lotto 67). Il panorama è vasto, vastissimo, tutte le poetiche artistiche più affascinanti, dal futurismo al Novecento, dal figurale all’informale, dalla pop art italiana al nuclearismo di Dangelo e Baj, dal geometrico al gesto e al segno di Novelli e Vermi, dall’ estroflessione all’arte analitica, e potrei continuare ad infinitum. La carrellata è vastissima. Sarà un’asta di fine anno con i fuochi d’artificio. E che fuochi! Lo vedremo tra qualche giorno. La Casa d’Aste Il Ponte non è così solo imbattibile, ma è ormai sul mercato internazionale l’unico e vero punto di riferimento di rilievo capace di attirare i collezionisti più raffinati e colti e consegnare loro opere storicizzate da incastonare in collezioni preziosissime.
Carlo Franza