Nata nel mitico Bar Jamaica di Milano, la collezione di opere su carta conta oltre 800 pezzi di grandi nomi del secondo ’900 e contemporanei. Il luogo del “concepimento” fu quanto mai beneaugurale: era infatti il mitico Bar Jamaica, in via Brera a Milano, ritrovo di tutti i migliori artisti milanesi del dopoguerra, dove nella primavera del 1981 s’incontrano lo storico e critico d’arte Flaminio Gualdoni, il pittore nativo di Salò Attilio Forgioli e il concittadino Pino Mongiello, allora assessore alla Cultura, poi sindaco della città gardesana. Scopo dell’incontro: pensare a un progetto di arte contemporanea per quella città, che due anni dopo, nel 1983, si sarebbe concretizzato nella Civica Raccolta del Disegno di Salò.

Fu il collega Gualdoni a suggerire di puntare sul disegno («le opere su carta non ingombrano, in genere costano poco, osservò pragmaticamente, e poi oggi, in Italia, di Raccolte del Disegno non ce ne sono. La Civica Raccolta di Salò potrebbe essere tra le prime a nascere», ricorda ora Mongiello). Aveva ragione e oggi, esattamente quarant’anni dopo, la Civica Raccolta del Disegno, ricca (anche grazie al suo impegno) di oltre 800 opere su carta di importanti autori del secondo ’900 e di artisti contemporanei, ma con incursioni pure negli anni prebellici, festeggia l’anniversario con la mostra “La passeggiata della linea. 100 protagonisti del disegno contemporaneo”, presentata dal MuSaMuseo di Salòfino al 7 gennaio 2024.

Sono 110 le opere su carta di cento autori, da Carla Accardi a Gianfranco Zappettini, scelte dalle curatrici Anna Lisa Ghirardi (conservatrice della Civica Raccolta del Disegno) e Lisa Cervigni (direttore del Mu.Sa), con Federica Bolpagni, per questa rassegna che trae il titolo da Paul Klee, il quale sosteneva che il disegno fosse «l’arte di condurre una linea a fare una passeggiata». Le tecniche sono le più varie, dalla grafite ai pastelli, dalle matite agli acquerelli, alla china e inchiostri, talvolta con interventi che sconfinano nella pittura, oltre a tecniche miste e collage. L’ordinamento si muove non cronologicamente ma per nuclei tematici, con una sezione dedicata ai disegni preparatori (qui, tra gli altri, Alik CavaliereGianni ColomboPietro ConsagraEduard Habicher, Fausto MelottiReginaGrazia Varisco, Alberto Viani e studi di costumi teatrali di Domenico Gnoli).
Nell’area tematica dedicata ai volti ci s’imbatte invece, tra gli altri, in Filippo de Pisis e in Pino Pascali, in Ernesto Treccani e in Zoran Mušič; in quella sul corpo femminile, in Luigi Broggini e Giacomo ManzùRenato Guttuso, Bepi RomagnoniEnnio Morlotti e altri ancora. Al paesaggio guardano le opere in mostra di Osvaldo LiciniPiero Guccione, Tullio Pericoli; alla città, le carte di Mario Sironi ed Enrico Della Torre. C’è poi la grande stagione dell’informale, con VedovaGiuseppe Capogrossi Emilio ScanavinoFranco Meneguzzo, AfroGino Meloni, e quella dell’astrazione, con Atanasio SoldatiRenato BirolliPiero DorazioAntonio SanfilippoCarla Accardi, Lucio Fontana. E, con i loro, i lavori di DadamainoGiosetta FioroniAlighiero BoettiClaudio ParmiggianiNunzio e poi Arcangelo,  Marisa Settembrini, Agostino ArrivabeneMaurizio DonzelliNicola SamorìLivio Scarpella e molti altri ancora, inframmezzati dalle singolari, ammiccanti sculture di carta di Roberto Ciroli.

Carlo Franza

 

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